RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00291 presentata da GARDIOL GIORGIO (MISTO) in data 19970710
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic7_00291_13 an entity of type: aic
La X Commissione, premesso che: da elementi conoscitivi assunti dal gruppo Fime, si evince che: la Fime spa fu costituita nel 1975 sulla base della legge n. 853 del 1971 con lo scopo di creare una capacita' innovativa d'intervento per lo sviluppo delle aree economicamente deboli del Mezzogiorno; successivamente come previsto dalla legge n. 183 del 1976 la Fime costitui' la Fime Leasing spa. I compiti affidati alle due strutture furono: a) favorire l'utilizzo, da parte delle piccole e medie imprese meridionali, di strumenti finanziari allora appena embrionali in Italia (partecipazioni, leasing, factoring); b) realizzare un intervento a finalita' pubblica che non gravasse sui conti dello Stato, se non per la dotazione iniziale di capitale sociale, e non fosse quindi in prospettiva lesivo della concorrenza; c) creare, attraverso lo strumento del leasing, un sistema d'intervento e di gestione degli incentivi pubblici stanziati per la piccola e media impresa nel Mezzogiorno innovativo, efficiente e concorrenziale rispetto al meccanismo tradizionale che consisteva nell'erogazione degli aiuti da parte di un'agenzia statale direttamente alle imprese tramite il sistema bancario. Il compito pubblico e' stato attuato dalla Fime soprattutto sviluppando l'attivita' di leasing agevolato tramite la controllata Fime Leasing spa; l'innovazione consisteva nella scelta di creare una societa' finanziaria d'investimento che operasse con criteri di mercato per la gestione di incentivi e fondi pubblici. In tal modo il successo dell'obiettivo pubblico doveva coincidere e anzi era condizionato dal successo della gestione "privatistica" del gruppo; l'economicita' della gestione era infatti condizione e garanzia della possibilita' di acquisire sul mercato ed a condizioni competitive i mezzi finanziari necessari allo svolgimento della sua attivita'. In conclusione i bilanci attivi del gruppo erano il vincolo indispensabile a massimizzare l'intervento pubblico a favore dello sviluppo della piccola e media impresa nel Mezzogiorno; infatti la validita' intrinseca dello strumento del leasing agevolato, in concorrenza col sistema tradizionale, e la capacita' da parte della Fime Leasing di offrire alla clientela un servizio tempestivo, efficace ed efficiente hanno consentito di finanziare negli anni un numero crescente di operazioni, per un totale in 10 anni di circa 2.000 operazioni, corrispondenti a quasi 3.000 miliardi d'investimenti; la capacita' tecnico-organizzativa sviluppata e la credibilita' conquistata presso l'Agenzia per il Mezzogiorno prima, e poi presso le strutture del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato che ne ha assunto i compiti per la gestione delle leggi d'incentivazione, hanno permesso alla Fime Leasing di lanciare e sviluppare lo strumento del leasing anche per l'utilizzo di altre leggi: la legge navale, la n. 517 (per il commercio), i fondi Bei, la legge n. 46 (sulla ricerca applicata); la sfida tentata con la creazione di uno strumento innovativo d'intervento pubblico era stata vinta, senza ricorso da parte dello Stato a risorse ulteriori rispetto ai 161,5 miliardi investiti inizialmente nella quota di capitale (sottoscritto dall'allora Cassa per il Mezzogiorno), e anzi creando un modello di gestione degli incentivi che anticipava i sistemi di cofinanziamento oggi imposti dalle regole Cee; i bilanci del gruppo Fime sono stati costantemente in utile fino al 1992 (nel 1993, a seguito della soppressione dell'intervento speciale per il Mezzogiorno, la societa' e' stata commissariata), il tasso di redditivita' del capitale netto (Roe) e' stato soddisfacente per la Fime Leasing ed in linea con le altre realta' aziendali operanti nel settore del merchant banking, per la capogruppo Fime; a fronte dei risultati positivi della gestione e delle ulteriori prospettive di sviluppo dell'attivita' di leasing, le quali imponevano la disponibilita' di crescenti risorse finanziarie, fin dal 1987, fu piu' volte proposto un aumento del capitale sociale, da destinare prevalentemente alle banche azioniste, al fine di assicurare le risorse adeguate e necessarie a garantire il programma di crescita su basi finanziariamente solide; nonostante l'orientamento positivo delle banche, la Cassa del Mezzogiorno non ritenne mai opportuno procedere nell'operazione; il commissariamento del gruppo Fime e' stato attuato nel 1993, a seguito della abolizione dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno. Il ministero del tesoro ha assunto la partecipazione gia' detenuta dall'Asmez ed aveva nominato come commissario il presidente del gruppo. Il commissariamento avveniva allo scopo di procedere alla privatizzazione tramite la cessione della Fime al Banco di Napoli. Il gruppo Fime con le sue caratteristiche di intermediario finanziario specializzato nel medio termine e con un'importante rete di rapporti commerciali e finanziari sul territorio rappresentava infatti per la banca un'interessante opportunita' per la creazione di una banca d'affari specializzata in interventi mobiliari nel Sud; la crisi del Banco di Napoli e dell'Isveimer hanno tuttavia evidenziato la non procedibilita' del progetto di privatizzazione; come si evince dai dati contabili, l'inizio del passaggio del gruppo Fime da una situazione finanziaria ed economicamente positiva all'attuale situazione di crisi, coincide temporaneamente con l'abolizione dell'intervento straordinario e con il conseguente commissariamento della Fime spa; la decisione dell'azionista di maggioranza nel 1991 di non ampliare la presenza delle banche tramite un aumento del capitale, impedi' l'adeguamento dei mezzi propri alle esigenze imposte dalla crescita dell'attivita' di leasing, creando le premesse di un difficile equilibrio patrimoniale; la Fime Leasing infatti, per la sua doppia figura di intermediario finanziario e di gestore di incentivi pubblici, si e' trovata nella necessita' di dover costantemente incrementare il suo ricorso alla provvista presso terzi, sia direttamente che tramite la capogruppo; su tale delicata situazione hanno agito in maniera deflagrante tre fattori: la decisione di abolire l'"intervento straordinario", quella di commissariare la Fime e la crisi economica, particolarmente grave soprattutto nel Mezzogiorno; si e' cosi' innescata una serie di conseguenze inevitabili, che probabilmente non erano state previste e valutate dal ministero del tesoro: a) il blocco dell'erogazione dei contributi da parte dell'Asmez alla Fime Leasing ha prodotto un gravissimo ritardo (fino ad oltre tre anni) nell'incasso di circa 450 miliardi di lire gia' deliberati e quindi prefinanziati dalla stessa alle imprese per la realizzazione di iniziative in corso (il leasing agevolato costituiva il 75 per cento dell'attivita'). Cio' ha provocato un grave appesantimento finanziario, in una situazione di per se' molto difficile per quanto detto precedentemente. Inoltre ha provocato situazioni spesso insostenibili per le aziende che si sono trovate a dover corrispondere canoni pieni, anziche' agevolati, non compatibili con i loro piani finanziari e con conseguenti crisi spesso irreversibili; b) il commissariamento ha prodotto la perdita di standing del gruppo nei confronti del sistema finanziario nazionale ed estero (le banche giapponesi sono state le prime a chiedere il rientro), ed ha portato al blocco degli affidamenti e all'imposizione da parte del sistema di tassi nettamente piu' elevati (oltre 3-4 punti); c) la recessione economica generale ha ridotto la propensione agli investimenti delle aziende e soprattutto ha reso critico il puntuale pagamento dei canoni. Questo ha pesato in particolare sulle aziende in avviamento, prevalenti nell'attivita' agevolativa della Fime Leasing; date le caratteristiche tecniche del leasing, gli effetti negativi conseguenti alla riduzione dell'attivita' ed alle difficolta' della clientela si manifestano, in termini di ricavi con un certo ritardo per l'effetto inerziale derivante dall'attivita' precedente in portafoglio. Pertanto il calo dei proventi di gestione nei bilanci della Fime Leasing si e' manifestato solo a partire dal 1994 (meno 85 miliardi di lire), proseguendo nel 1995 (meno 30 miliardi di lire) e nel 1996 (circa meno 180 miliardi di lire); in termini economico patrimoniali i fattori su illustrati hanno provocato nel triennio: a) l'aumento del costo medio della provvista, che ha superato la remunerazione degli impieghi ed ha comportato un extra onere di circa 70 miliardi di lire; b) l'esigenza di accantonamenti per presunte perdite su crediti con aziende in crisi o in procedura di circa 320 miliardi di lire; c) il sostanziale blocco dell'operativita' del gruppo non ha piu' permesso di spesare i costi di struttura, stimabili per il triennio in circa 55 miliardi di lire; le perdite accumulate nel triennio dalla Fime Leasing sono ammontate a circa 295 miliardi di lire; nel suo primo quinquennio di attivita' (1975-1980) la neocostituita Fime dovette misurarsi con un quadro di riferimento particolarmente difficile sia per la cronica disfunzione del mercato finanziario italiano sia per la totale assenza nella piccola e media impresa di un'adeguata cultura di apertura verso la partnership di un investitore istituzionale il cui intervento veniva considerato alla stregua di un terzo incentivo dopo il contributo ed il credito agevolato. Cio' nonostante furono acquisite, in tale periodo, 38 partecipazioni di minoranza. L'esperienza operativa maturata dalla Fime pose, gia' da quegli anni, la societa' all'avanguardia fra le strutture di sviluppo nel campo dell'acquisizione e gestione di partecipazioni di minoranza in piccola e media impresa. Il know-how professionale ed il modello operativo si sono, costantemente arricchiti ed aggiornati e seguendo l'evoluzione del mercato, hanno teso a configurare la Fime come la "banca d'affari" per la piccola e media impresa; in tale ottica Fime e' andata quindi sempre piu' caratterizzandosi come gruppo polivalente, potendo offrire, direttamente o tramite le sue societa' controllate, una serie di prodotti complessi che vanno dalle partecipazioni di minoranza ai prestiti obbligazionari (convertibili e non), ai finanziamenti a breve e medio termine, sia in lire che in valuta, al leasing, al factoring e alla consulenza informatica. Nella seconda fase di sviluppo dagli inizi degli anni 1980 al 1992 (ultimo esercizio prima del commissariamento), la Fime realizzo' 101 partecipazioni. L'affiancamento dell'intervento sul capitale con gli altri strumenti finanziari sopraindicati avveniva nell'ottica dell'attivita' di una moderna house-bank; i modelli operativi adottati dalla Fime nell'attivita' di acquisizione di partecipazioni di minoranza sono essenzialmente due: a) acquisizione di azioni con opzione di riacquisto da parte dei soci privati a condizioni predeterminate; b) l'acquisizione di azioni a "pieno titolo", cioe' senza patto di riacquisto da parte del soci privati; il finanziamento dell'attivita' di partecipazione svolta da Fime e' stato da sempre essenzialmente assicurato, in mancanza di un mercato finanziario evoluto e stante in un quadro agevolativo fortemente distorcente, dai mezzi propri. Solo nel 1993 poco prima del commissariamento, la Fime, grazie anche alla credibilita' maturata, stava costituendo un fondo di 20 miliardi di lire con la compartecipazione al 50 per cento dei fondi europei, che avrebbe costituito la prima tranche di piu' significativi accordi; il commissariamento ha avuto come conseguenza il blocco dell'attivita' d'investimento in partecipazioni. In questo periodo e' stato pertanto attuato un rapido e profondo adeguamento operativo che, valorizzando l'esperienza acquisita di gruppo polivalente e la rete di contatti, ha orientato l'attivita' della Fime verso due aree: a) l'assistenza e consulenza alla Fime Leasing nella soluzione di situazioni di crisi della propria clientela (ricollocamento in vario modo di una ventina di stabilimenti). L'esperienza maturata in questo campo appare estremamente interessante come esempio di gestione di situazioni di crisi aziendali, nelle quali viene salvaguardato sia il patrimonio della societa' di leasing creditrice sia la struttura produttiva ed occupazionale. Tutto questo senza il concorso di ulteriori sovvenzioni pubbliche; b) l'assunzione di incarichi professionali di assistenza per la compravendita di aziende (M&A). Quest'ultima attivita' e' stata svolta con clientela esterna al gruppo Fime prevalentemente a piccole e medie imprese non solo meridionali; la Fime Leasing fu costituita in quanto il sistema tradizionale di incentivazione agli investimenti nel Mezzogiorno aveva evidenziato i suoi punti deboli: a) la difficolta' per l'ente erogante (un'Agenzia statale) di controllare la congruita' delle spese dichiarate dall'imprenditore e sulla base delle quali andava conteggiato il contributo, in quanto ci poteva essere facilmente convenienza tra l'acquirente ed il fornitore. Il rapporto di sfiducia che ne derivava provocava tempi lunghissimi nell'erogazione dei contributi; b) la nascita d'iniziative senza seri presupposti industriali, realizzate con l'obiettivo di utilizzare prevalentemente risorse pubbliche e gonfiando i costi. I fallimenti di queste iniziative davano luogo a lunghe procedure giudiziarie che impedivano il rapido riutilizzo degli investimenti e la possibilita' di affidarli a nuovi imprenditori; c) il sistema del leasing agevolato per la realizzazione, con il contributo dello Stato, soprattutto di interi stabilimenti e di linee di produzione, permetteva di superare questi problemi, affidando al rischio d'impresa dell'intermediario finanziario il ruolo di valutatore e controllore dell'investimento anche per conto dello Stato. La societa' di leasing funge quindi da tramite tra lo Stato ed il privato imprenditore: i contributi vengono dati alla societa' di leasing e, unitamente ai mezzi finanziari che la stessa societa' di leasing si procura sul mercato, servono a finanziare l'investimento. In tal modo i canoni sono molto ridotti in quanto calcolati solo sulla parte effettivamente finanziata dalla societa' di leasing, al netto cioe' dei contributi; si ottengono cosi' due effetti principali: la societa' di leasing, in quanto coinvolta nel rischio, e' garante della congruita' della spesa e permette allo Stato tempi rapidi di erogazione dei contributi. Inoltre l'impresa ha un impegno finanziario certo e limitato, quello dell'anticipo alla societa' di leasing, e quindi maggior disponibilita' finanziaria per il working capital; l'innovazione alla base di questo meccanismo era la stretta connessione, anzi la coincidenza per la societa' di leasing tra le finalita' pubbliche affidate ed i propri positivi risultati economici. L'economicita' della gestione era infatti condizione e garanzia della possibilita' di acquisire sul mercato ed a condizioni competitive i mezzi finanziari necessari allo svolgimento della sua attivita'. In conclusione i bilanci attivi della societa' di leasing erano il vincolo indispensabile a massimizzare l'intervento pubblico a favore dello sviluppo della piccola e media impresa nel Mezzogiorno; i criteri di gestione utilizzati dalla Fime Leasing per strutturare la sua attivita', svilupparla e gestirla con successo per oltre 10 anni, tenendo conto di tale vincolo, sono stati: a) l'innovazione di processo, che ha garantito, tramite un'organizzazione aziendale non burocratica, caratterizzata da costi e numero di organici contenuti, un servizio alla clientela efficiente, tempestivo e a prezzi competitivi rispetto alla concorrenza; b) un'elevata produttivita' per addetto; c) la capacita' di affiancare l'imprenditore fin dalla fase di impostazione ed elaborazione del progetto d'investimento, in modo da garantirne la validita' economica e la compatibilita' con le agevolazioni; d) estrema attenzione alla valutazione del rischio ed alla diversificazione degli investimenti (sia settoriale, sia nel non agevolato); e) adeguato sviluppo del giro d'affari; f) capacita' di ottenere remunerazione da entrambe le componenti del servizio di intermediazione offerto; sotto forma di commissione, commisurata al contributo pubblico ottenuto, per il servizio di assistenza e sotto forma di normale spread di mercato per il servizio d'intermediazione finanziaria; gli altri settori in cui la societa' ha dimostrato la sua vitalita' e capacita' di innovazione sono stati quelli del leasing immobiliare su progetto, nel quale ha realizzato importanti risultati, e quello del leasing internazionale; la Fime Factoring nasce nel luglio del 1984 in joint venture tra la Fime spa e l'Ifitalia spa (gruppo Bnl), interessate rispettivamente per il 90 per cento ed il 10 per cento del capitale sociale. Successivamente, mediante l'ingresso nella compagine sociale della Bnl Holding (15 per cento) il capitale sociale viene aumentato a 5 miliardi di lire. Nel 1986, anno che ha visto l'avvio dell'operativita' della Fime Factoring, ancora una volta, il capitale sociale viene incrementato a 10 miliardi di lire cosi' ripartito: Fime spa, 87,5 per cento; Bnl Holding spa, 7,5 per cento; Ifitalia spa, 5,0 per cento; il 1990 segna l'uscita dalla compagine sociale del gruppo Bnl in attuazione della politica di dimissione delle partecipazioni di minoranza detenute in iniziative del parabancario; pertanto, la proprieta' della Fime Factoring viene definitivamente cosi' ridisegnata: Fime spa, 95 per cento; Fime Leasing spa, 5 per cento; a differenza delle citate attuali partecipanti, la Fime Factoring spa non viene costituita per legge, ma comunque il suo preciso scopo, previsto nel proprio statuto, e' quello di "... favorire lo sviluppo e l'integrazione dell'apparato produttivo del Mezzogiorno"; inoltre, proprio per migliorare le sinergie di gruppo, nel 1989 la proprieta' decide di trasferire la sede legale ed operativa da Roma a Napoli, al fine di sfruttare a pieno i vantaggi rappresentati dalla vicinanza alla sede della Fime Leasing; in definitiva la Fime Factoring rappresenta il terzo strumento del gruppo che, cosi' strutturato, sarebbe stato in grado di fornire assistenza globale "all'imprenditore meridionale". mettendo a disposizione dello stesso know-how, consulenza e risorse finanziarie; in siffatto contesto, il raggio di intervento della Fime Factoring si esplica e puo' riassumersi nei seguenti punti: a) valutazione e conseguente selezione del portafoglio clienti dell'Impresa; b) promozione di contatti commerciali tra imprese operanti nel medesimo settore o settori tra di essi integrati; c) gestione ed incasso dei crediti rinvenienti dall'attivita' tipica; d) assicurazione dei crediti mediante la garanzia pro-soluto; e) finanziamenti nel breve periodo, che si esauriscono con la vita stessa dei singoli crediti accolti e finanziariamente smobilizzati; grazie all'attivita' fin qui svolta la Fime Factoring ha sviluppato un turn over di 3.750 miliardi (dato al 30 giugno 1996), operando con circa 700 rapporti-clienti ed un portafoglio di nominativi ceduti di circa 3.000 debitori. Per l'attivita' svolta sono stati erogati circa 2.500 miliardi di finanziamenti; e' da sottolineare che la societa' ha registrato fino al 1992 utili per circa 8 miliardi tutti reinvestiti nell'attivita', e pagato imposte per 4,5 miliardi. Il passaggio da una situazione finanziariamente ed economicamente positiva all'attuale situazione di crisi e' coincisa temporalmente con il commissariamento della Fime spa; dal 1993 (anno del commissariamento) la Fime Factoring ha registrato perdite; in termini economico-patrimoniali il commissariamento, di fatto, si e' manifestato nei seguenti modi: a) aumento del costo medio della provvista che ha tradotto in negativo lo spread applicato sul tasso medio degli impieghi, comportando un onere finanziario extra di circa 8 miliardi; b) notevole contrazione delle linee di credito a disposizione dell'azienda derivante dall'operativita' della stessa, caratterizzata in buona parte da linee di credito autoliquidanti; c) reale contrazione dell'attivita' legata si' alla crisi che ha attanagliato negli ultimi anni il tessuto industriale nazionale, con particolare riferimento al Mezzogiorno, ma soprattutto al minor grado di competitivita' determinato dal predetto aumento del costo della provvista; attualmente il gruppo Fime si trova in liquidazione; a tale epilogo si e' pervenuti ancorche' l'advisor (Peat Marwick) avesse dato parere favorevole alla ripresa dell'attivita', giacche' il socio di riferimento (ministero del tesoro) non e' intervenuto alla sua ricapitalizzazione; il gruppo Fime per l'esperienza acquisita per le relazioni e la credibilita' conseguite con il mondo imprenditoriale e gli interlocutori pubblici, e' munito di una struttura pronta a riprendere in qualsiasi momento la propria attivita', costituisce un patrimonio professionale da non disperdere, in particolare nell'ottica di una sua ricollocazione per l'attuazione di nuove linee d'intervento pubbliche (nazionali e/o comunitarie) nell'area Mezzogiorno; piu' in particolare si possono sintetizzare alcune ipotesi d'intervento che potrebbero istituzionalmente essere affidate alla struttura del gruppo Fime: a) assistenza e consulenza tecnica nel settore finanziario, per le operazioni di fusione, incorporazione, acquisizione di altre societa', reperimento di nuovi mezzi finanziari a sostegno d'investimenti; b) assistenza e consulenza tecnica nelle fasi di progettazione e realizzazione di nuovi investimenti produttivi con affiancamento dell'imprenditore sia nelle pratiche con gli enti locali per il rilascio di autorizzazioni e concessioni, sia nei contatti con i fornitori ed appaltatori di beni d'investimento; c) locazione finanziaria agevolata (legge n. 488 del 1992, altre leggi regionali e norme comunitarie) di impianti e macchinari industriali, strutture commerciali, strutture turistico-alberghiere, mezzi di trasporto eccetera; d) locazione finanziaria a sostegno di investimenti pubblici e privati nei settori energetico, dello smaltimento dei rifiuti industriali e/o di comunita' quali comuni, ospedali, eccetera; e) gestione di fondi comunitari; f) gestione della dismissione e successiva riallocazione presso privati di beni immobili di proprieta' dello Stato utilizzando il sistema della locazione finanziaria per il loro finanziamento; impegna il Governo: a ricercare e ad attuare idonee iniziative che possano consentire l'utilizzazione del personale del gruppo Fime, per attivita' specifiche in favore delle aree depresse del Paese, anche ipotizzando la possibilita' di sfruttare la sua riconosciuta professionalita' come supporto per lo svolgimento di attivita' a sostegno delle piccole e medie imprese che operano nei territori svantaggiati, attualmente affidate ad altri soggetti quali la Gepi, Spi, Ig, Mediocredito Centrale. (7-00291)
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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00291 presentata da GARDIOL GIORGIO (MISTO) in data 19970710
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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00291 presentata da GARDIOL GIORGIO (MISTO) in data 19970710
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PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO)
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2014-06-06T11:22:28Z
7/00291
GARDIOL GIORGIO (MISTO)