INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07307 presentata da RIZZETTO WALTER (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 11/01/2016

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07307 presentato da RIZZETTO Walter testo di Lunedì 11 gennaio 2016, seduta n. 544 RIZZETTO . — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: il Ministero della salute ha imposto alla regione siciliana la chiusura dei punti nascita che effettuano meno di 500 parti all'anno. Pertanto, l'ex assessore alla sanità Lucia Borsellino ha proceduto a stilare un elenco con sedici ospedali dotati di ginecologia che non superavano la predetta soglia minima indicata dal Ministero. Per alcune di queste strutture si è subito proceduto alla chiusura, altre sono state salvate in via preventiva, mentre a sei punti nascita è stato concesso di rimanere in attività, fino al 31 dicembre del 2015: sicché, dopo tale data, il Ministero avrebbe dovuto decretare la sospensione del servizio. Tuttavia, tale provvedimento è stato emesso per i centri di Petralia Sottana, in provincia di Palermo, di Santo Stefano Quisquina, in provincia di Agrigento, di Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, e dell'isola di Lipari; di contro, non si è proceduto alla chiusura dei punti nascita di Licata, in provincia di Agrigento e di Bronte, nel catanese. A tal riguardo, il Ministro della salute Beatrice Lorenzin sembra sia intervenuta per escludere tali chiusure, a parere dell'interrogante, poiché Bronte e Licata sono anche «feudi elettorali» del Nuovo Centrodestra, lo stesso partito del Ministro. Anche quotidiani siciliani locali hanno riferito di frequenti visite istituzionali provenienti da Roma di alcuni dei maggiori esponenti di Ncd, per salvare il punto nascita in provincia di Catania. Stesse «manovre» sarebbero state compiute per la struttura di Licata, «salvata» dal Ministro Lorenzin, poiché coinvolge una zona d'influenza elettorale del Ministro Alfano; il giornale Il Fatto Quotidiano ha denunciato tale vicenda con un articolo del 4 gennaio 2016 dove si afferma «In Sicilia salvati i punti nascita targati Ncd»; ebbene, non è ammissibile, secondo l'interrogante, che i punti parto siciliani, pur avendo le medesime caratteristiche, a quanto è dato sapere, abbiano avuto destini diversi esclusivamente per motivi politici. Addirittura Vincenzo Fontana, deputato regionale del Nuovo centro destra e vicepresidente della commissione sanità in regione ha praticamente confessato che la chiusura delle due strutture in questione è stata evitata «Grazie all'impegno e al lavoro del Ministro Alfano e del Ministro Lorenzin, con i quali — diceva — sono stato costantemente in contatto e informato sull'evoluzione dell'iter». Quindi, è evidente per l'interrogante che per salvare la struttura di ginecologia a Licata sono intervenuti direttamente i titolari dei Ministeri dell'interno e della salute, che sembrerebbero mossi da considerevoli interessi del proprio partito; alla luce dei fatti denunciati, si ritiene necessario accertare come il Ministro della salute Lorenzin si sia adoperata rispetto alla chiusura dei punti nascita in Sicilia, che sembra sia avvenuta con quelle che l'interrogante giudica modalità discriminatorie, allo scopo di escludere le chiusure dei punti nascita che interessano zone note quali bacini elettorali del Nuovo centro destra–: quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato sui fatti esposti in premessa; con quali criteri siano stati scelti i punti nascita da chiudere nella regione Sicilia e per quali motivi siano state improvvisamente escluse le chiusure delle strutture di Bronte e Licata; quali siano i criteri per i quali il Ministero della salute decida, per quanto di competenza, di salvaguardare o meno i punti nascita in Italia; se e quali siano i punti nascita per i quali si sia proceduto alla chiusura in altre regioni, durante l'attuale legislatura, e quali siano i criteri che hanno condotto alla chiusura delle strutture. (5-07307)
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