INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03966 presentata da MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19980312

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Ai Ministri dei lavori pubblici e dell'interno con l'incarico per il coordinamento della protezione civile. - Per sapere - premesso che: nel 1993 il Presidente del Parco fluviale del Po e dell'Orba, inviava alla Prefettura di Alessandria, all'Autorita' di Bacino del fiume Po in Parma, al Magistrato per il Po di Alessandria ed alla regione Piemonte, assessorato alla pianificazione territoriale e parchi naturali, una nota riguardo la rimozione di detriti presenti in alveo nel territorio di competenza del parco; gli eventi alluvionali del novembre 1994 hanno ancor piu' evidenziato che neppure la violenza dell'onda di piena e' stata sufficiente a trasportare a valle i detriti presenti in alveo; l'ente parco ha sollecitato le istituzioni interessate, elencando in dettaglio le singole localita' in cui si sono riscontrate situazioni precarie, al fine di un intervento urgente diretto a rimuovere la situazione di emergenza. Le localita' dettagliate sono: a) localita' Ponte di Crescentino (Verrua Savoia) - In corrispondenza delle prime 3-4 arcate in sponda destra vi sono i resti del ponte crollato nel 1957 e delle infrastrutture realizzate per ricostruirlo; questi detriti, a differenza degli inerti naturali del fiume, non vengono movimentati dalle piene e pertanto rappresentano un ostacolo che occorre rimuovere artificialmente; b) localita' Regione Portietto (Pontestura) - Poco a monte del ponte stradale della n. 457 (Asti-Vercelli) vi sono i resti di alcune baracche abbattute dall'onda di piena e materiale vario portato dal fiume, arenatosi in un boschetto ripario di salici. La rimozione e' complicata dal terreno accidentato e dal fatto che si deve intervenire in un bosco evitando di danneggiare gli alberi; c) localita' Busazza (Coniolo) - In alveo ed in golena vi e' cio' che rimane dei manufatti in cemento, di sostegno alla teleferica che collegava la sponda collinare (destra) di Coniolo con quella pianeggiante (sinistra) di Morano sul Po. Le strutture descritte non assolvono piu' alcuna funzione utile e pertanto rappresentano un ostacolo che, soprattutto nell'alveo, dovrebbe essere rimosso al piu' presto; d) localita' Traversa del Canale Lanza (Casale Monferrato) - Immediatamente a valle della stessa traversa vi sono parecchi blocchi di calcestruzzo, probabilmente asportati da qualche difesa spondale posta a monte, che sarebbe opportuno rimuovere; e) localita' Ponte dell'Autostrada A26 (Casale Monferrato) - Immediatamente a valle del ponte autostradale emergono ancora i resti dei sostegni della passerella di servizio, realizzata all'epoca della costruzione del ponte, che costituiscono un pericoloso ostacolo (semi-sommerso, affiorante o emergente a seconda del livello del fiume) da eliminare; f) localita' Torre d'Isola (Valmacca), localita' Rivalba (Valmacca) e localita' Gambina (Bozzole) in sponda sinistra fiume Po. - In corrispondenza della lanca situata appena a monte dell'abitato di Torre d'Isola, in prossimita' dell'argine demaniale presso l'abitato di Rivalba e in corrispondenza della lanca situata a valle dell'abitato di Bozzole l'ultima piena di novembre '94 ha accumulato una notevole quantita' di materiale di vario genere (ceppi sradicati e tronchi, manufatti e contenitori plastici, teli di polietilene, elettrodomestici, ferro, vetro eccetera) che si e' a sua volta aggiunto a quello portato dalle esondazioni degli ultimi due anni, in aree nelle quali evidentemente si creano zone di "morta" per la corrente del fiume ed il conseguente deposito di gran parte del materiale trasportato in sospensione. In questi casi e' indispensabile un intervento consistente (e dispendioso) di mezzi meccanici, per cui i comuni non sono in grado di affrontare la situazione da soli. Occorre pero' intervenire se si vuole evitare che la situazione continui progressivamente a peggiorare, ogni volta che il fiume esonda; g) localita' Vecchio Porto (Valenza) - Alla confluenza fra fiume Po e torrente Grana, e poco piu' a monte, l'ultima piena ha accumulato una notevole quantita' di materiale di vario genere (ceppi sradicati e tronchi, manufatti plastici, teli di polietilene, elettrodomestici, ferro, vetro, eccetera) che si e' a sua volta aggiunto a quello portato dalle esondazioni degli ultimi due anni, in un'area nella quale evidentemente si crea una zona di "morta" per la corrente del fiume ed il conseguente deposito di gran parte del materiale trasportato in sospensione. Anche in questo caso e' indispensabile un intervento consistente (e dispendioso) di mezzi meccanici, per cui ne' il comune ne' l'A.M.V. (azienda municipalizzata valenzana) sono in grado di affrontare la situazione da soli. Come gia' ricordato poc'anzi, occorre pero' intervenire se si vuole evitare che la situazione continui progressivamente a peggiorare, ogni volta che il fiume esonda; in particolare in localita' Valenza (Alessandria), all'altezza del Ponte sul Po, in corrispondenza delle prime 6-7 arcate in sponda sinistra vi sono i resti della rampa costruita (con asfalto e calcestruzzo) oltre trent'anni fa per portare dal fiume alla strada il reattore nucleare destinato alla centrale nucleotermoelettrica di Trino. L'evento di piena del novembre '94 scorso ha ulteriormente evidenziato la presenza di questo manufatto, le cui parti in alveo sono costituite da grossi blocchi di calcestruzzo che occorre rimuovere artificialmente. E' necessario inoltre affrontare il problema delle prime 6 arcate (in sponda sinistra) che risultano parzialmente ostruite da terreno consolidato (e coltivato) anche a causa della rampa citata, che rappresenta uno sbarramento nel quale la piena di novembre 1994 ha cominciato ad aprire una breccia; a tutt'oggi le situazioni descritte in particolare quella macroscopica del Ponte sul Po in Valenza non hanno visto mutamenti sostanziali conseguenti a decisioni dei competenti livelli istituzionali -: quali misure intendano adottare per rispondere alle rappresentate necessita', poiche' in caso di piena non si abbiano a determinare conseguentemente alle situazioni denunciate danni a persone e cose derivanti dai mancati interventi, peraltro denunciati anche dai sindaci dei molti comuni insistenti nel tratto vercellese-alessandrino della fascia fluviale del Po. (5-03966)
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