INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03207 presentata da FRUSONE LUCA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 10/07/2014
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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-03207 presentato da FRUSONE Luca testo di Giovedì 10 luglio 2014, seduta n. 261 FRUSONE . — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che: Frosinone è dotata dum Piano regolatore generale approvato con decreto ministeriale 1400 del 21 marzo 1972 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.111 del 27 aprile 1972; il proprio territorio ricade all'interno dell'ambito territoriale n.11 del piano territoriale paesistico vigente; è vigente, nella regione Lazio, il piano territoriale paesistico regionale, adottato con DGR n.556 del 25 luglio 2007 e DGR 1025 del 21 dicembre 2007 e pubblicato sul BUR Lazio supplemento ordinario n.6 del 14 febbraio 2008; il sottosuolo di Frosinone nasconde testimonianze archeologiche di inestimabile valore, in parte venute alla luce in epoche diverse, ma sacrificate da una politica di aggressione del territorio votata ed assoggettata alle logiche di speculazione edilizia, nonostante tali preesistenze fossero già note, in quanto riportate in tanti documenti – nelle cartografie del PRG, ad esempio, il cui iter di approvazione definitiva abbraccia un arco temporale che va dalla fine degli anni ’60 ai primi degli anni ’70, già vi erano indicate zone di interesse archeologico, sottoposte dallo strumento ad un regime di «inedificabilità assoluta». Su una di queste aree, in spregio a tutto ciò, venne comunque autorizzata la realizzazione di un «palazzone» di oltre 10 piani ed i resti emersi (il cosiddetto Anfiteatro romano) affiorano timidamente tra le proprie fondazioni; nell'anno 2000, nell'ambito dei lavori per la realizzazione di un parcheggio, a cura dell'Immobiliare srl, in via M.T. Cicerone, nei pressi di piazzale De Matthaeis, venivano rinvenuti dei resti archeologici di grande importanza. La descrizione dettagliata e la loro stessa ubicazione, viene riportata nel libro «Lazio e Sabina 6» Edizioni Quasar, scritto dalla dottoressa Sandra Gatti, funzionaria di zona della soprintendenza e dalla dottoressa Diana Raiano. Nel capitolo dedicato «I siti delle antiche terme – Le terme di Frosinone» la dottoressa Gatti scrive: «Se le maggiori novità riguardano la fase volsca, con la scoperta di due necropoli databili al VII-V secolo a.C., alcuni significativi ritrovamenti hanno contribuito alla ricostruzione della vita della Frusino di età repubblicana e imperiale. Fra questi uno dei più rilevanti è la scoperta di un impianto termale, databile tra la fine del III e l'inizio del IV sec. d.C., situato nei pressi di piazza De Matthaeis, prospicente un tracciato viario antico...»; l'area perimetrata in sede PTPR, compresa nel foglio n.58 del catasto terreni del comune di Frosinone e delimitata da via M.T. Cicerone, via G. De Matthaeis, è nota per il suo interesse archeologico già dagli anni ’60 e dal 2000 è stata in parte acquistata dal comune e adibita a parco pubblico; nella stessa pubblicazione succitata della dottoressa S. Gatti e D. Raiano, si afferma che i resti rinvenuti insistono su un terreno privato, riportando anche uno stralcio catastale, però non corrispondente a quello conservato nel catasto terreni del comune di Frosinone; il 15 gennaio 2011 le associazioni di cittadini, vengono a conoscenza dell'iniziativa immobiliare denominata «I Portici». Il terreno è contiguo all'area occupata dell'impianto termale ed è presumibile che contenga ulteriori resti archeologici. Il progetto è finalizzato all'edificazione di un complesso polifunzionale «residenza, commercio, spazi pubblici» per circa 34.854 metri cubi, su un terreno di 12.060 metri quadrati, promossa dalla soc. Nuova Immobiliare srl, che fa capo al Gruppo Zeppieri Costruzioni. Data la presenza del vincolo archeologico, detta società effettuò indagini di tipo diretto e indiretto (scavi e georadar), che portarono alla luce una serie di ritrovamenti; in un documento del 22 febbraio 2012 che ha per oggetto: Frosinone. Tutela archeologica del territorio. Esposto della Consulta delle Associazioni di Frosinone del 09 dicembre 2011, la soprintendente dottoressa Ragni, ripercorreva alcuni avvenimenti salienti della vicenda, sottolineando che: «la Direzione Regionale, con nota n.20592 del 28.10.2011, ha comunicato il proprio nulla osta alla rimozione delle tracce negative, a condizione che siano rispettate le prescrizioni espresse dalla Soprintendenza (conservazione delle strutture a secco, studio e restauro dei reperti rinvenuti nei riempimenti). In data 28.11.2011 la soc. Nuova Immobiliare ha comunicato la propria disponibilità a rispettare le prescrizioni e ha inviato una planimetria progettuale di massima, con gli ingombri degli eventuali futuri fabbricati, adeguata alla necessità di conservazione delle strutture a secco, sulla quale la Soprintendenza non si è ancora espressa in attesa del completamento dello scavo....". Sempre nello stesso documento, la soprintendente dottoressa Marina Sapelli Ragni, sottolineava come sia stata la mancanza di risorse economiche, il motivo principale della mancata prosecuzione della campagna di scavi e che, alla luce delle indagini effettuate, eseguite completamente a carico del privato, si era comunque accertata l'impossibilità di approvare il progetto. «La tutela di tale complesso è assicurata dal fatto che le strutture, venute in luce a seguito di scavo, sono appartenenti allo Stato ai sensi degli artt. 10 e 91 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, di cui al decreto-legge n.42 del 2004 e sono state riconosciute di interesse particolarmente importante.(...) Ulteriore tutela è stata garantita, dal momento del ritrovamento fino ad oggi, dal fatto che l'immobile in cui si conservano le strutture, e le zone adiacenti, costituiscono area tutelata per legge, ai sensi dell'articolo 142, lett. M, del decreto-legge n. 42 del 2004 e pertanto ogni modifica dello stato dei luoghi è subordinata all'autorizzazione paesaggistica ai sensi degli artt. 146 e 159 del medesimo Codice.»; per poter frenare lo scempio e l'ennesima colata di cemento su un'area tutelata dal punto di vista paesaggistico e con prescrizioni per la salvaguardia delle testimonianze archeologiche presenti, i cittadini chiedevano la convocazione del consiglio comunale a norma dell'articolo 54 dello statuto comunale, corredando la richiesta con 916 firme raccolte e autenticate. In data 14 settembre 2011 veniva votata all'unanimità la delibera n.32 che ha per oggetto «La tutela del Parco della Villa Comunale, delle Terme Romane e dell'Area archeologica ricadenti nella zona (...) a Frosinone, indicata PTPR del Lazio come Bene paesaggistico»; nello stesso documento succitato a firma della dottoressa Ragni, inoltre, si sottolineava che «in alcuni casi» il comune di Frosinone non aveva collaborato, in quanto non trasmetteva chiarimenti e atti importanti richiesti. In particolare la dottoressa scriveva: «La proposta di vincolo è stata trasmessa alla Direzione Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici in data 11.10.2011 prot.1319. Detto Comitato ha esaminato la proposta di vincolo delle terme di Frosinone in data 28 ottobre 2011 e, come risulta dal verbale della riunione, ha ritenuto di formulare alcune osservazioni e chiedere alcuni chiarimenti, in merito alla destinazione d'uso degli immobili negli strumenti urbanistici e alla disponibilità del Comune a concorrere alla valorizzazione dell'area, poiché le possibilità di valorizzazione «risultano al momento alquanto aleatorie». La soprintendenza ha richiesto tali informazioni al comune di Frosinone con nota n.17053 del 27 gennaio 2012, a tutt'oggi rimasta senza risposta; in un recente articolo uscito sulla stampa locale del 3 giugno 2014, il sindaco di Frosinone avvocato Nicola Ottaviani, dichiarava che la costruzione del progetto «I Portici» è conciliabile «Per le autorità di tutela è tutto ok, dare il permesso a costruire è un atto obbligatorio per il comune, che si perfezionerà con la convenzioneeilversamentodeglioneri concessori»; recentemente c’è stato un arresto in provincia di una funzionaria della soprintendenza per i beni archeologici del Lazio in seguito a presunte tangenti in cambio dei nullaosta per interventi edilizi in aree con il vincolo archeologico–: se sia a conoscenza degli avvenimenti esposti in premessa; quali iniziative, per quanto di competenza, intenda avviare affinché vi sia la tutela e la salvaguardia dell'intera area archeologica e se sia possibile quantificare i costi necessari affinché un'opera di così grande importanza, possa essere valorizzata e messa a disposizione della collettività, attraverso la creazione di un parco archeologico, proponendo in tal modo un nuovo modello di sviluppo della città, fondato sulla cultura e sul turismo; se non ritenga opportuno, alla luce della frammentata attività d'indagine svoltasi nell'arco di un decennio, di attivare una cabina di regia finalizzata ad una completa definizione e qualificazione di tutta l'area interessata, avviando, quindi, una procedura atta a indagare l'intera area ivi comprese le preesistenze archeologiche già note, prima che venga definitivamente concessa l'edificazione al privato, il cui iter attualmente risulta, preoccupantemente, in stato avanzato, visto che il comune di Frosinone – tramite la propria Commissione edilizia integrata – ha già provveduto a rilasciare il proprio parere «favorevole» ex articolo 146 decreto legislativo 42 del 2004. (5-03207)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03207 presentata da FRUSONE LUCA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 10/07/2014
Camera dei Deputati
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20140710
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03207 presentata da FRUSONE LUCA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 10/07/2014
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
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