INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02633 presentata da PORCINO GAETANO (ITALIA DEI VALORI) in data 20100310

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-02633 presentata da GAETANO PORCINO mercoledi' 10 marzo 2010, seduta n.297 PORCINO e MESSINA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la clinica Villa Giose di Crotone, fondata nel 1976 e dotata di 90 posti letto e 70 dipendenti, era una presenza fondamentale per il sistema sanitario locale e regionale della Calabria ed era stata accreditata dal Servizio sanitario nazionale per i reparti di medicina, chirurgia, ortopedia, oculistica, ostetricia e ginecologia, day hospital e day surgery; nel 2008 la clinica ha sospeso l'attivita' per interventi di manutenzione straordinaria ed ammodernamento e, da allora, non ha piu' aperto, principalmente a causa della forte esposizione debitoria dei proprietari dell'attivita', che non riescono a garantire gli impegni con i fornitori, comprese le utenze dei servizi; durante il periodo di sospensione, prima, e di inattivita' poi, l'azienda sanitaria provinciale di Crotone ha ridotto alla clinica il budget economico relativo alle prestazioni ed alle convenzioni, facendo divenire non piu' economicamente coerente la presenza dei circa 70 dipendenti in servizio; i dipendenti, che non ricevevano gli stipendi dal 2007, nel 2008 hanno ottenuto i decreti ingiuntivi dal tribunale di Crotone contro il datore di lavoro; la complessita' della crisi aziendale richiede un'azione rapida e decisa da parte delle autorita' competenti in quanto non sono applicabili facili soluzioni come la vendita dell'immobile. La proprieta' di quest'ultimo e' infatti disgiunta dalla gestione e risulterebbe appartenere per un terzo ai gestori della clinica e due terzi ad alcuni congiunti degli stessi. Inoltre l'intero complesso risulta essere data in affitto ai F.lli Ussia (titolari di un 1/3), ai quali e' stato notificato sfratto per morosita'; dal 2009 si e' ottenuta la cassa integrazione in deroga per il personale, per consentire all'azienda di procedere all'avvio dell'attivita' con un piano di rientro di un anno; secondo notizie apparse su Il Sole 24 ore il 13 maggio 2009 era in atto un piano di ristrutturazione aziendale garantito da un nuovo management di grande esperienza commerciale e da importante gruppo finanziario, che aveva gia' stipulato con la proprieta' un accordo notarile per l'ingresso nel capitale sociale, pronto a supportare la crescita per linee esterne, mediante un piano di finanziamenti e di gestione professionale degli assets, nonche' con una ristrutturazione del debito. Nel succitato articolo si dichiarava inoltre sicuri presupposti per un rilancio ed una ristrutturazione aziendale: «II Business Plan redatto a sostegno del progetto d'impresa prevede un recupero di redditivita' articolato e protratto nel tempo che passa attraverso varie fasi temporalmente definite. L'attuale fatturato puo' essere incrementato sino entro 12-18 mesi mediante: interventi di razionalizzazione gestionale, l'impostazione di una diversa gestione finanziaria, il miglior utilizzo delle risorse umane disponibili, la riduzione del costo del personale mediante incentivazioni, l'accompagnamento graduale e il prepensionamento, la creazione di un miglior rapporto e di una migliore comunicazione con i sindacati, l'ottenimento di maggiori sgravi fiscali tenendo presente che l'indirizzo del Governo e' quello di trasformare gli aiuti pubblici al sud attuati con finanziamenti in conto capitale (anche a fondo perduto) in sgravi fiscali, sono gia' state individuate aree medico-sanitarie che costituiranno nuovi servizi (ad alto valore aggiunto) che quindi determineranno nuovo business, tra le quali un centro per la cura radioterapica dei tumori maligni, infertilita' e un altro per la cura dell'obesita', nonche' un centro di prevenzione ad alta tecnologia con macchine TC tra le prime nel mondo e, infine, un centro di chirurgia estetica che si avvarra' delle attrazione anche turistiche della zona, l'attuazione di un piano di comunicazione per attrarre la forte domanda di servizi sanitari. Inoltre, su indicazione di alcuni «addetti ai lavori» si ha motivo di ritenere che, a breve, il governo varera' un programma che prevede l'utilizzo di nuovi strumenti finanziari e la razionalizzazione dei trasferimenti dallo stato alle regioni con l'intento di riportare entro la soglia indicata dalla Comunita' Europea i tempi di pagamento delle competenze alle strutture convenzionate; non ultimo giova ricordare che il mercato della Sanita' privata accreditata in Italia e' un mercato chiuso e non e' soggetto a oscillazioni, pertanto per la sua stabilita' consente di programmare efficacemente gli interventi finanziari. La villa Giose poi risulta accreditata per attivita' di degenze ed ambulatoriali e si trova in una zona ad alta emigrazione sanitaria, privilegiata dal lato sanitario, non avendo praticamente concorrenza»; ad oggi del piano di ristrutturazione in atto non si hanno notizie ed i cittadini sono ancora senza un servizio sanitario essenziale per l'intera provincia di Crotone. Inoltre i dipendenti di Villa Giose, gia' da alcuni mesi senza stipendio, sono in attesa della proroga della Cassa integrazione guadagni da parte della Regione scaduta il 31 dicembre 2009; il 19 febbraio scorso, il prof. Umberto Conforto, amministratore unico della societa' Villa Giose Srl, ha diffuso un ennesimo lungo documento nel quale, tra le altre cose, allude ad una «rinascita» dell'impresa. Conforto scrive inoltre che la clinica Villa Giose ha un legittimo proprietario che, disponendo delle sue quote, ha trovato risorse finanziarie per far fronte agli impegni nascenti dalle varie istanze di fallimento presentate dagli stessi lavoratori e che la proprieta', nello sforzo di salvare la clinica, ha promesso di cedere le quote parzialmente in ragione del 20 per cento investendo il ricavato nella societa' e pagando, cosi', anche i lavoratori dipendenti che avevano presentato istanza di fallimento. L'amministrazione di Villa Giose non riconosce ai lavoratori dipendenti alcuna mensilita' di debito, se non quella eventualmente determinata da una istanza di conciliazione avanzata innanzi all'ispettorato del lavoro a seguito della notifica di ulteriori accertamenti ispettivi. «Anche in sede pre fallimentare - sostiene l'amministratore unico di Villa Giose - il Tribunale, come chiaramente indicato nella sentenza di rigetto dell'istanze di fallimento ha verificato la costante rinascita dell'impresa che nello sforzo economico e finanziario e' riuscita non solo a pagare le istanze di fallimento, ma ad assumere nuovo personale carente nell'organico della clinica»; il 21 dicembre 2010, a tale stato di cose, si sono aggiunte notizie stampa allarmanti pubblicate sul quotidiano della Calabria, secondo le quali, la Digos calabrese, su delega della procura della Repubblica di Crotone, sta svolgendo accertamenti su una presunta truffa ai danni dello Stato per falsi rimborsi riferiti a interventi chirurgici effettuati dai fratelli Giovanni, Alfonso e Anastasia Ussia, chirurghi e, proprietari della casa di cura di «Villa Giose, che, secondo l'accusa, oltre a farsi pagare indebitamente dai pazienti gli interventi, avrebbero anche ottenuto il rimborso da parte dell'azienda sanitaria producendo false attestazioni nelle quali si facevano passare per operazioni rimborsabili interventi che non lo erano. I tre sono accusati di associazione per delinquere, truffa e concussione -: se il Ministro voglia riferire e fare chiarezza in merito al procedere del piano di ristrutturazione aziendale e se intenda aprire un tavolo di contrattazione che acceleri le procedure di deroga della cassa integrazione e assicuri un pieno coinvolgimento di tutte le parti nel piano di ristrutturazione aziendale, cio' al fine di garantire non solo il posto di lavoro ai lavoratori di Villa Giose ed un concreto sostegno alle loro numerose famiglie che vivono in un'area gia' fortemente provata dalla crisi, ma anche un futuro ad un'azienda che, con la sua attivita', potrebbe tornare a fornire un servizio sanitario di alto livello strettamente necessario per un territorio ad alto tasso di migrazione sanitaria qual e' quello calabrese. (5-02633)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO E POLITICHE SOCIALI 
20100317 

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