INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02466 presentata da MAGORNO ERNESTO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 26/03/2014

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-02466 presentato da MAGORNO Ernesto testo di Mercoledì 26 marzo 2014, seduta n. 198 MAGORNO , BRUNO BOSSIO , COVELLO , BATTAGLIA , CENSORE , OLIVERIO , STUMPO e D'ATTORRE . — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali . — Per sapere – premesso che: i tavoli di monitoraggio osservano che, nonostante la proroga di ulteriori 3 anni del piano di rientro, tuttora permane il gravissimo ritardo con il quale il commissario sta procedendo alla riorganizzazione del servizio sanitario regionale della Calabria. Questo ritardo si protrae nonostante sia stato segnalato dal rappresentante del Governo nazionale nella seduta della Camera dei deputati del 20 settembre 2013; il commissario per l'attuazione del piano di rientro non ha tenuto conto delle numerose osservazioni che i tavoli di monitoraggio hanno formulato nel riscontrare molteplici lacune ed inadempienze allo schema del programma operativo; non è stato ottemperato alla richiesta di modifica ed integrazione del programma operativo 2013-2015 in relazione alle prescrizioni avanzate dal tavolo di monitoraggio e dal comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza. In particolare permangono le criticità relative al mancato rispetto dei livelli essenziali di assistenza ed alla difformità per come vengono erogati sul territorio; in Calabria permane una condizione di drammatica emergenza sanitaria dovuta allo smantellamento o alla sperequazione dell'offerta sanitaria sul territorio regionale; come risulta dai verbali di tavoli e comitato delle riunioni di verifica del Piano di rientro continua a permanere un rilevante disavanzo finanziario sia per quanto cumulato negli esercizi pregressi che per quanto si registra nell'esercizio dei bilanci correnti; ai cittadini calabresi non sono garantiti gli standard che sanciscono la parità del diritto alla salute sul territorio nazionale nonostante sia loro imposto il prelievo fiscale più alto d'Italia in relazione alle aliquote IRAP ed IRPEF; rimane alto il rischio della sicurezza nella cura del paziente in seguito al mancato adeguamento ai requisiti strutturali e alla grave carenza degli organici, in violazione a quanto previsto dalla normativa vigente, di molte strutture sanitarie ed ospedaliere; nell'anno 2013 i tavoli di monitoraggio, per come affermato dal rappresentante del Governo alla Camera dei deputati, hanno più volte richiesto chiarimenti alla regione, senza ricevere elementi significativi di risposta, in relazione a diverse tematiche, in particolare riguardanti le condizioni di emergenza di alcune strutture ospedaliere e il flusso per il monitoraggio degli errori in sanità; dalle osservazioni dei Ministeri affiancanti l'attuazione del Piano di rientro emerge che, invece di tagliare gli sprechi, razionalizzare ed ottimizzare la spesa sanitaria e, nel contempo, riqualificare i servizi, si sono prodotte nuove ed ulteriori distorsioni. Clamoroso è il dato riguardante le prestazioni specialistiche ambulatoriali che evidenzia un quadro di disparità di trattamento tra i territori delle diverse province calabresi; secondo dati forniti dalla stessa regione Calabria sulle prestazioni ambulatoriali specialistiche pubbliche/private negli anni 2011, 2012 e 2013 sono state erogate 9,7 prestazioni pro capite nella provincia di Cosenza, 12,5 nella provincia di Crotone, 11,85 in provincia di Catanzaro, 7,83 in provincia di Vibo Valentia e 14 nella provincia di Reggio Calabria; non c’è nessuna ragionevole e motivata giustificazione per la differenza di spesa dal momento che il costo della quota pro capite nella provincia di Cosenza è pari ad euro 98,77, di Crotone euro 109,26, di Catanzaro euro 144,85, di Vibo Valentia di euro 95,51, di Reggio Calabria di euro 136,22. La spesa regionale per l'acquisto delle prestazioni specialistico-ambulatoriali in relazione al totale di quelle erogate dal privato nei tre anni di riferimento, per circa il 50 per cento è concentrata nella sola provincia di Reggio Calabria; il fallimento dell'attuazione del piano di rientro gestito dal commissario Giuseppe Scopelliti ha sostanzialmente messo in discussione il diritto costituzionale alla salute, come drammaticamente dimostra l'analisi condotta dall'università svedese di Göteborg che ha collocato la Calabria all'ultimo posto tra le 172 regioni d'Europa; il CNEL nel rapporto annuale sulla qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni ha confermato che il sistema sanitario calabrese è il peggiore in Europa; l'azienda sanitaria provinciale di Cosenza, il cui bilancio annuale si aggira intorno ad 1 miliardo di euro, è stata oggetto di valutazione dell'attività di una «Commissione di Accesso» su disposizione del prefetto, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo n.267 del 2000 e dell'articolo 2, comma 30, della legge n.94 del 2009; da molteplici e quotidiane indiscrezioni giornalistiche si evince che la relazione conclusiva di codesta commissione ha certificato gravissime irregolarità ed illegittimità nella gestione amministrativa; dall'esito dell'attività della Commissione sono scaturite diverse indagini giudiziarie; nell'ambito di tali indagini la magistratura ha disposto la interdizione dalla funzione di dirigente generale dell'Asp del dottor Gianfranco Scarpelli; sulla stampa locale e nazionale è trapelato che il pubblico ministero ed il giudice per le indagini preliminari che stanno conducendo una delle indagini giudiziarie, quella in riferimento ad incarichi e consulenze legali, hanno annotato che: «un allarmante indice di quanta soggezione incutano Scarpelli e, verosimilmente, i suoi referenti politici» è dimostrato da «una ritrosia che desta sconcerto» riscontrata in sede di attività investigativa per l'atteggiamento omertoso tenuto da un membro della stessa commissione di accesso allorquando si è rifiutato di collaborare con gli inquirenti; da notizie di stampa nazionale si apprende che la relazione conclusiva della commissione di accesso è oggetto di attenzione da parte della direzione distrettuale antimafia; pare sia stato accertato dalla commissione di accesso un allarmante quadro di gravi irregolarità per quanto riguarda la fornitura di beni e servizi ed il conferimento di consulenze ed incarichi a professionisti esterni da parte dell'azienda; sui bilanci preventivi e di esercizio dell'azienda la Corte dei conti ed il collegio dei revisori hanno reiteratamente rilevato un sostanziale caos che ha generato gravi danni all'erario ed ha impedito una corretta gestione contabile; nonostante le misure disposte in attuazione al «Piano di rientro» pare emerga dalla relazione della commissione di accesso che il disavanzo sanitario dell'azienda permanga ad un livello assai grave; dalle notizie pubblicate pare sia stato accertato che sulla gestione dell'organizzazione del personale dell'Asp abbiano pesato condizionamenti di tipo mafioso–: quali iniziative si intendano adottare al fine di ricondurre il servizio sanitario regionale calabrese ad una gestione, anche quella in atto di tipo commissariale, improntata al carattere della sana, trasparente ed efficiente amministrazione; quali misure, anche di tipo straordinario e sostitutive, si intendano adottare dal momento che il commissario delegato dal Governo nazionale alla gestione del piano di rientro, nonché presidente della giunta regionale dottor Giuseppe Scopelliti, si attarda in omissioni ed inadempienze per non aver compiuto ed attuato alcuna scelta, di fronte alla grave ed ineludibile condizione in cui versa l'Asp di Cosenza, a tutela dell'interesse della pubblica amministrazione, posto che è incomprensibile, infatti, come alla data odierna, nonostante la interdizione dalla funzione disposta dalla magistratura, non sia stato ancora rimosso il dottor Gianfranco Scarpelli dall'incarico di dirigente generale consentendo così che la gestione dell'Asp di Cosenza rimanga ancora affidata alla responsabilità del dirigente amministrativo e del dirigente sanitario delegati dallo stesso Scarpelli. (5-02466)
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OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BATTAGLIA DEMETRIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRUNO BOSSIO VINCENZA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CENSORE BRUNO (PARTITO DEMOCRATICO) 
COVELLO STEFANIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
D'ATTORRE ALFREDO (PARTITO DEMOCRATICO) 
STUMPO NICOLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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