INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01996 presentata da RALLO MICHELE (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960111

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic5_01996_12 an entity of type: aic

Ai Ministri dell'ambiente, dei lavori pubblici e della sanita'. - Per sapere - premesso che: dal lontano 1985 si dipana la pietosa storia del depuratore consortile di Trapani-Erice-Paceco, a tutt'oggi incompiuto, nonostante la disponibilita' di cifre enormi (15 miliardi spesi, 24 miliardi finanziati e non spesi, 20 miliardi in istruttoria), mentre non e' stato posto rimedio alcuno all'insostenibile inquinamento delle acque che configura un gravissimo pericolo per la salute pubblica nella citta' di Trapani; nel 1985 l'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana pubblicava il piano regionale di risanamento delle acque (PIRRA) con cui localizzava i bacini delle acque reflue e disponeva, tra l'altro, la costruzione del depuratore consortile di Trapani-Erice-Paceco; tale localizzazione era confermata dal piano di attuazione della rete fognante (PARF) del comune di Trapani e la relativa variante allo strumento urbanistico veniva ratificata dal comitato regionale urbanistico (CRU) dell'assessorato regionale territorio e ambiente nel 1989; frattanto, nel 1987, il medesimo assessorato territorio e ambiente della regione siciliana proponeva la riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco, ed il comune di Trapani avanzava opposizione limitatamente alle aree (ricadenti nella riserva) dell'autoparco comunale e del depuratore consortile; nel 1989 l'assessorato territorio e ambiente della regione siciliana apponeva un vincolo biennale sulla cosiddetta zona "A" della istituenda riserva, nulla disponendo per la zona "B" (preriserva) ove doveva sorgere il depuratore; nel 1991 l'assessorato territorio e ambiente emanava un decreto di istituzione del piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, comprendendovi ovviamente la riserva delle saline di Trapani e Paceco ed accogliendo l'opposizione avanzata dal comune di Trapani per l'area dell'autoparco comunale ma contemporaneamente del tutto ignorando l'opposizione avanzata per l'area del Depuratore consortile, opposizione quest'ultima che non appare peraltro citata nei verbali dell'apposita commissione che aveva vagliato le opposizioni nei mesi precedenti; nel febbraio 1992, perdurando i lavori per la costruzione del depuratore consortile nella zona "B" (pre-riserva) zona per la quale la legge regionale 14/1988 non prescriveva preventive autorizzazioni, la Lega ambiente indirizzava all'assessorato regionale territorio e ambiente una nota con la quale richiedeva la sospensione dei lavori, asserendo erroneamente che questi si svolgevano nella zona "A" senza le prescritte autorizzazioni, ed allegando una planimetria che evidenziava il percorso di una condotta che attraversava la zona "A"; in effetti, benche' il tracciato della condotta del depuratore (e solamente quello) attraversasse la zona "A", il tracciato evidenziato dalla Lega ambiente era quello a servizio del costruendo dissalatore, e la ditta costruttrice si affrettava a chiedere all'assessorato territorio e ambiente il prescritto nulla-osta, che veniva concesso in data 11 dicembre 1992; nel marzo 1992 l'assessorato territorio e ambiente invitava il comune di Trapani a rispettare le norme di salvaguardia, e cio' nonostante che i lavori si svolgessero nella zona "B" per la quale tali norme non erano previste, e nonostante che si fosse in possesso di tutte le autorizzazioni di legge, compreso il nulla-osta della sovrintendenza ai beni culturali e ambientali; il comune di Trapani sospendeva i lavori e nel giugno 1992 chiedeva direttive ai sensi della legge regionale 9 agosto 1988 n. 14 articolo 23 comma 7 per i lavori da effettuare in zona "B" (facendo presente che eventuali ritardi avrebbero determinato la lievitazione dei prezzi) e, in alternativa, chiedeva una riperimetrazione sulla base della opposizione a suo tempo avanzata e mai presa in considerazione dall'assessorato regionale territorio e ambiente; chiedeva altresi' il previsto nulla-osta per la condotta, trattandosi di opera da eseguire in zona "A"; alla citata richiesta di direttive, avanzata in data 9 giugno 1992, ai sensi del decreto dell'assessorato regionale territorio e ambiente del 14 luglio 1992, la regione Sicilia avrebbe dovuto dare risposta entro 120 giorni, oltre 90 giorni per ottenere il parere del Comitato regionale per la protezione del patrimonio naturale (CRPPN) ed oltre una eventuale proroga di ulteriori 90 giorni prevista per questioni di particolare complessita'; in totale, dunque, un massimo di 300 giorni, mentre, come si vedra', tale esito verra' fornito dopo circa tre anni; da notare che, mentre il comune di Trapani attendeva tutto questo tempo per ottenere le autorizzazioni ad operare in zona "B" (che, come successivamente vedremo, non erano necessarie), l'impresa incaricata della costruzione del dissalatore, cui si e' fatto cenno precedentemente, otteneva tutte le autorizzazioni (comprese quelle per l'attraversamento della zona "A") in sei mesi; dopo numerosissimi solleciti del comune di Trapani, peraltro confortati da pareri legali che sostenevano la liceita' della continuazione dei lavori in zona "B", non essendo questi soggetti alle preventive autorizzazioni previste invece dalla legge per i lavori da effettuarsi in zona "A", finalmente nel febbraio l994, confortato anche da pareri dell'Avvocatura dello Stato e del CRPPN, l'assessorato regionale territorio e ambiente impartiva le prime direttive, secondo le quali i lavori per la costruzione del depuratore non avrebbero potuto riprendere prima di una riperimetrazione della riserva che escludesse l'area interessata dalla zona "B", riperimetrazione che avrebbe dovuto essere contestuale all'emanazione del decreto di istituzione della riserva (decreto che verra' poi emanato quasi un anno dopo); per i lavori che dovevano essere eseguiti in zona "A" (lavori che si limitavano alla sola condotta di scarico, non essendo esatto quanto sostenuto dall'assessorato in merito ad una laguna di accumulo che si pretendeva ricadente in zona "A"), le medesime direttive imponevano di cambiare il tracciato e di prevedere una condotta piu' lunga che aggirasse la zona della riserva (peraltro, con notevole aggravio di spesa); nell'ottobre 1995 la Regione siciliana emanava la legge regionale 71 che forniva un'interpretazione autentica della ricordata legge regionale 14 del 1988, prevedendo che tutte le opere pubbliche in corso di esecuzione nelle aree di preriserva (zona "B") non fossero soggette a preventiva sospensione per il riesame ed il relativo nulla-osta da parte del CRPPN; nella sostanza si erano persi quasi tre anni e mezzo di tempo per riconoscere la fondatezza della tesi (in verita', certo non ardita) sostenuta dal comune di Trapani, e cioe' che, in assenza di un preciso vincolo, i lavori in zona "B" non fossero soggetti alle particolari normative previste per la zona "A"; il 31 ottobre 1995, infine, veniva emanato il decreto di istituzione della riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco, con relativa riperimetrazione, e nel novembre successivo venivano ripresi i lavori; in conclusione, qualora l'assessorato regionale territorio e ambiente non avesse fatto perdere tre anni e mezzo di tempo per i lavori in zona "B" (sospesi in data 16 maggio 1992 e ripresi in data 7 novembre 1995) e non avesse imposto la modifica del tracciato della condotta, i lavori per la costruzione del depuratore sarebbero oggi ultimati e si sarebbe gia' nella fase almeno di progettazione della condotta di scarico, avviandosi cosi' verso la definitiva messa in opera dell'infrastruttura; si e' invece perduto moltissimo tempo, il comune e' stato costretto ad approvare una variante al PARF per modificare il tracciato, la variante e' ancora ferma nei cassetti dell'assessorato regionale territorio e ambiente dal giugno 1995, dopo l'approvazione della variante si dovranno effettuare le prescritte indagini marine, le indagini andranno compiute sia nella stagione invernale che in quella estiva (la qualcosa comportera' un ritardo ulteriore di circa un anno), una volta ottenute la variante e le indagini si dovra' redigere il progetto, ottenere i finanziamenti, costruire la condotta, e finalmente mettere in opera il depuratore: il tutto, ottimisticamente, non prima dell'anno 2000, se non sorgeranno ulteriori ostacoli; tutto il tormentato iter della costruzione del depuratore consortile di Trapani-Erice-Paceco, si riferisce ad un'opera la cui entrata in funzione e' vitale per la salute pubblica degli abitanti del territorio, considerato che l'attuale conformazione degli scarichi a mare dei condotti fognari determina: a) un inquinamento complessivo che fa del porto di Trapani il porto piu' inquinato d'Italia; b) un inquinamento localizzato nei pressi dei bacini di carenaggio che e' di dimensioni tali da configurare un pericolo costante e gravissimo (si ripete: costante e gravissimo) per la salute dei cittadini ed in particolare dei numerosi lavoratori che operano in tale zona; c) l'interramento dell'area portuale adiacente i bacini, interramento che impone il ricorso a lavori periodici di escavazione dei fondali con costi altissimi e ricorrenti -: se i Ministri interrogati non intendano verificare, anche attraverso i competenti organismi regionali, la linearita' dei comportamenti della pubblica amministrazione nell'intera vicenda, ricercare eventuali responsabilita' e porre in essere tutti gli interventi necessari ad accelerare l'entrata in funzione del depuratore consortile; se non ritengano altresi', anche d'intesa con il dipartimento della protezione civile, disporre una profonda opera di disinquinamento complessivo del porto di Trapani, la intensificazione delle periodiche escavazioni nell'area portuale adiacente i bacini di carenaggio, e di intervenire presso il comune di Trapani affinche' venga approntato, con la urgenza richiesta dalla gravita' della situazione, un progetto per la costruzione di un collettore che intercetti tutti gli scarichi fognari esistenti nel porto e li convogli al piu' vicino presidio depurativo. (5-01996)
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