INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01787 presentata da STRIK LIEVERS LORENZO (FORZA ITALIA) in data 19951106
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic5_01787_12 an entity of type: aic
Al Ministro della pubblica istruzione. - Per conoscere - premesso che: la scuola elementare "Luigi Einaudi" di via Val d'Intelvi a Milano ha in corso da oltre un ventennio una sperimentazione di notevole rilievo e interesse pedagogico (e' stata oggetto di tesi di laurea in diverse universita' italiane, viene ogni anno visitata dai laureandi dell'Institut Universitaire de Formation de maitres de l'Academie de Reims); tale sperimentazione e' stata giudicata positivamente da tutte, nessuna esclusa, le innumerevoli verifiche ispettive succedutesi nel corso degli anni, e da ultimo da quella condotta nel maggio 1994 dall'ispettore tecnico centrale dottoressa Livia Bellomo, la quale, nel suo rapporto ne parla con espressioni di forte elogio, senza esprimere alcuna riserva; tra l'altro, la dottoressa Bellomo sottolinea che la scuola e' caratterizzata da "un indirizzo metodologico organico ed omogeneo e da una adeguata programmazione degli interventi didattici" che i "curricoli educativi che si discostano dalla normativa comune" in essa attuati "meritano particolarmente attenzione per l'esemplarita' del modello, per la ricchezza, per l'ordinata ed organica articolazione dell'impianto metodologico; del modello pedagogico cosi' positivamente proposto dalla scuola fa parte integrante e fondamentale un impegno degli insegnanti secondo una struttura organizzativa diversa da quella del "modulo" definito dalla legge 148/91; la sperimentazione - collegata alla ricerca in didattica delle scienze del gruppo CNR dell'universita' di Milano in coordinamento con quindici universita' italiane e numerose universita' straniere - e' condotta sotto la responsabilita' e con l'attivo, costante intervento di un comitato tecnico-scientifico, composto da docenti universitari e altri autorevoli esperti in campo didattico, e presieduto dal professor Graziano Cavallini che, ordinario di pedagogia alla facolta' di scienze, e' direttore del Centro interdipartimentale per la ricerca didattica dell'universita' di Milano e incaricato rettorale, nello stesso ateneo, per la politica di formazione universitaria degli insegnanti di ogni ordine e grado; ancora in una sua comunicazione del 31 agosto 1995 al provveditore agli studi di Milano, il professor Cavallini, confermando le validita' della sperimentazione in corso ha scritto di aver scelto la scuola "Einaudi" per avere individuato in essa "quella che meglio si prestava a condurre una ricerca didattica sperimentale finalizzata all'istituzione di rapporti stabili di collaborazione tra l'universita' e le scuole pertinenti in vista dell'attuazione della legge n. 431"; in data 20 giugno 1995 l'ispettore tecnico dottor Vito Piazza ha presentato una relazione al Ministro circa questa sperimentazione, che si risolve in un violentissimo attacco alla sperimentazione stessa; la relazione e' tale da destare la piu' viva preoccupazione non sulla realta' della scuola, bensi' sulle intenzioni, sulla serenita' e sulla capacita' di esercitare il proprio ruolo da parte dell'ispettore giacche': l'ispettore afferma di essersi recato alla scuola per tre volte, senza preavviso, non trovando mai il direttore, ma solo suoi collaboratori, "desiderosi di fargli vedere "la banca"". Questa affermazione pare essere destituita di ogni fondamento; nessun insegnante della scuola ha ricevuto visita ispettiva e neppure ha visto nella scuola l'ispettore Piazza nell'anno scolastico 1994-1995, secondo quanto ufficialmente risulta dal verbale del collegio dei docenti del 4 settembre 1995. Se cosi' e', significa che l'asserita ispezione non e' mai esistita, e la "relazione" si fonda su un falso; l'imposizione e il tono della relazione sono improntati a quello che appare non un giudizio bensi' un pre-giudizio astiosamente negativo: nella sua ansia di screditare il progetto, l'ispettore si abbandona a giudizi tali da denotare o pretestuosa volonta' di non capire, o effettiva incapacita' di capire. Ad esempio, ampia parte della relazione e' dedicata a contestare la denominazione del progetto ("ottimizzazione delle risorse strutturali per il piu' elevato grado possibile di produttivita'") con argomenti come i seguenti: "l'ottimizzazione dovrebbe essere un dato acquisito e strutturale della scuola", e percio' "perche' si ha bisogno di un progetto sperimentale?"; oppure: ""del piu' elevato grado possibile..." Errore metodologico: quale il punto e i parametri di riferimento? "Possibile" rispetto a che cosa? La curva a campana a Gauss? Errore di contenuto: "produttivita'" di che genere? Una produttivita' in nome dell'efficientismo astratto e aziendale?", e cosi' via. Per non dire dell'incredulita' che desta il constatare che un progetto impostato e gestito da studiosi di incontestata autorita' e prestigio viene definito con arroganza, senza alcun elemento di prova, in questi termini: "L'impianto sperimentale e' grossolano, le basi teoriche inesistenti, il linguaggio del progetto e' astratto e pieno di astruserie pedagogiche. Fumo, Nient'altro che fumo"; mentre, sempre senz'ombra di argomentazione o almeno spiegazione, la pedagogia praticata nella scuola e' liquidata come "una pedagogia perdente e che riposa su piatte credenze". Ma e' addirittura lecito il dubbio se l'ispettore abbia letto fino in fondo il progetto, visto che arriva a scrivere; "Il fumo del pedagogese non fa vedere di quanti operatori la scuola si serve, di cosa si faccia, di come vengano utilizzate le risorse "aggiuntive""; mentre, come e' ovvio, tutti questi elementi - a partire dal numero e dall'impiego degli operatori - sono esposti nel progetto con la piu' minuta analiticita'. Ulteriore preoccupazione piuttosto desta il trovare in un documento dell'amministrazione della pubblica istruzione un'espressione come: "se esiste l'"habeat corpus" di questa sperimentazione", tale certo da non giovare al prestigio culturale del suo estensore, titolare di una funzione cosi' delicata; con particolare asprezza l'ispettore Piazza contesta il fatto che la sperimentazione comporti una parziale differenziazione dagli ordinamenti normali, come se questo fosse un porsi "contro gli ordinamenti e le strutture stabilite dalle leggi dello Stato" e non, appunto, il proprio di una sperimentazione, come riconosciuto dall'ispettrice centrale Bellomo che davvero l'ispezione l'aveva compiuta; il 13 settembre il professor Fausto Vono, direttore didattico della scuola, venuto casualmente a conoscenza dell'esistenza di questa relazione su un'ispezione che a lui risulta mai avvenuta, ha presentato a sua volta una memoria sulla sconcertante vicenda al Direttore generale dell'Istruzione elementare contestando il falso, oltre che i giudizi contenuti nella relazione; in tale memoria, il professor Vono dichiarava che l'ispettore Piazza poteva avere (e, anzi, piu' volte aveva ricordato di avere) motivi di rancore personale nei suoi confronti, giacche' nel 1971, essendo maestro in una scuola diretta dal professor Vono, era stato allontanato dalla scuola stessa e fatto ricoverare coattivamente in ospedale per atti e comportamenti denotanti squilibrio che egli avrebbe tenuto e che il professor Vono ricorda nella memoria, citando testimoni in grado di confermare la sua ricostruzione; il "Corriere della Sera" ha pubblicato l'11 ottobre un articolo sulle specificita' della scuola "Einaudi", articolo che in particolare sottolineava la non attuazione del "modulo" nella scuola stessa; successivamente, il provveditore agli studi di Milano ha comunicato al professor Vono che la scuola sarebbe stata oggetto di un'ispezione, affidata proprio - e nonostante tutto - al medesimo ispettore Vito Piazza; dopo la pubblicazione dell'articolo del "Corriere della Sera" l'esperienza della scuola "Einaudi" e' stata oggetto di violenti attacchi da parte di alcune organizzazioni sindacali e politico-culturali che, mostrando di ignorare - come peraltro l'ispettore Piazza - che il proprio di una sperimentazione e' quello di presentare qualche elemento di diversita' rispetto ai curricola e agli ordinamenti normali, hanno chiesto la chiusura di quella esperienza accusandola di illegalita', di rappresentare una violazione della legge che prevede l'obbligo del "modulo", o magari una provocazione contro la legge stessa di essa e contro il principio democratico di uguaglianza; di fatto, queste polemiche e la relazione Piazza palesano una volonta' illiberale e intollerante di far vietare come illegittimo perfino lo studio di soluzioni altre da quella infelice e contestata del "modulo", di farlo vietare perfino nella forma della sperimentazione autorizzata dal Ministero, mirando alla chiusura di ogni spazio di liberta' pedagogica e di ricerca, per far trionfare - magari rivendicandola come democratica - la logica totalitaria della pedagogia di stato uguale obbligatoriamente per tutti; assume un particolare significato che questo tentativo venga perseguito cercando di screditare un esperimento che dimostra non solo possibile, ma anzi fecondo impiegare gli organici previsti dalla legge n. 148 del 1991 con una struttura diversa da quella del "modulo" quale definito dalla legge stessa, proprio nel momento in cui e' in corso un'iniziativa referendaria volta ad assicurare una tale possibilita' di opzione -: se il Ministro non ritenga di svolgere un'indagine sugli inquietanti profili di questa supposta ispezione, appurando le responsabilita' di ciascuno; ove venga confermato che la relazione dell'ispettore Piazza si basa su un falso, e che con cio' egli si sia reso responsabile non solo di una grave violazione dei suoi doveri d'ufficio ma anche di reati penali, quali conseguenti misure il Ministro intenda assumere a suo carico, e comunque per verificare - a tutela della scuola - la sua idoneita' all'ufficio; come si spieghi, in ogni modo, una cosi' radicale difformita' nel tono e nelle conclusione tra la relazione dell'ispettore Piazza e quelle di tutti gli altri ispettori, locali e centrali, che lungo gli anni hanno visitato la scuola; se, in particolare, essa non sia dovuta all'animosita' personale dell'ispettore, o peggio ancora a un'ostilita' persecutoria di ordine politico-culturale; per quali ragioni, sentendosi la necessita' di un'ispezione alla scuola "Einaudi", nel mese di ottobre, dopo che la memoria del professor Vono aveva quanto meno sollevato il piu' che ragionevole dubbio che esistessero ragioni obiettive di incompatibilita', sia stato dato incarico dell'ispezione proprio al dottor Piazza; se il Ministro intenda disporre l'immediata revoca di tale incarico al dottor Piazza, per assegnarlo a qualunque altro ispettore; se il Ministro non ritenga di esaminare con attenzione i risultati positivi dell'esperienza della scuola "Einaudi", unanimamente attestati per un cosi' ampio arco di anni, ai fini dell'elaborazione delle proposte da lui annunciate come prossime in vista di un adeguamento della riforma della scuola elementare; anche in considerazione del fatto che si leva con forza nel paese, particolarmente nella forma di richiesta referendaria, la proposta di abolire la rigidita' obbligatoria del "modulo", e l'esperimento di questa scuola pare appunto indicare una via per farlo senza mettere in discussione gli organici ma migliorando la qualita' del servizio scolastico. (5-01787)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01787 presentata da STRIK LIEVERS LORENZO (FORZA ITALIA) in data 19951106
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
CALDERISI GIUSEPPE (FORZA ITALIA)
MALAN LUCIO (FED.LIB.DEM)
TARADASH MARCO (FORZA ITALIA)
VIGEVANO PAOLO (FORZA ITALIA)
VITO ELIO (FORZA ITALIA)
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2014-05-14T20:41:42Z
5/01787
STRIK LIEVERS LORENZO (FORZA ITALIA)