INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01390 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 06/11/2013

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-01390 presentato da BELLANOVA Teresa testo di Mercoledì 6 novembre 2013, seduta n. 112 BELLANOVA . — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che: l'interrogante in data 25 luglio 2012 con atto n.5-07543 ha posto al Governo il problema dei lavoratori della banca MPS che aveva annunciato un processo di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale, con il piano di impresa 2012-2015, facendo emergere non poche preoccupazioni tra i lavoratori operanti presso il gruppo; da più di un anno e mezzo, vale a dire da quando il gruppo MPS ha annunciato l'esternalizzazione del back office della banca, i lavoratori coinvolti in questo piano hanno convissuto con lo spettro della precarizzazione della loro vita e della possibile espulsione dall'azienda; il 15 di ottobre 2013 il gruppo MPS ha ufficializzato la lista degli «esternalizzati»; da quello che emerge a mezzo stampa e dalle note divulgate dai lavoratori sembrerebbe che il territorio salentino sia particolarmente penalizzato da questa operazione. L'operazione inizialmente prevedeva il coinvolgimento potenziale di una platea di 2058 lavoratori, tutti appartenenti alla divisione denominata Daaca, allocati su 7 diversi poli (Siena, Lecce, Milano, Padova, Roma, Firenze e Mantova); l'istituto, come riporto da una nota dei lavoratori, ha successivamente definito il perimetro del soggetti da esternalizzare: 1.085 unità, il 52 percento del totale. Ciò che ha particolarmente colpito è che la percentuale delle persone interessate dalla cessione nel territorio salentino sarebbe quasi del 70 percento. Quindi sono 182 su 267 i lavoratori salentini che fuoriuscirebbero dall'istituto e tanti quelli che, come denunciato dai lavoratori, sarebbero a rischio licenziamento a causa dell'età media, che a differenza degli altri poli coinvolti, risulta essere piuttosto bassa (circa 45 anni) e quindi lontana da prepensionamenti; inoltre, i lavoratori nella nota asseriscono che «la banca ha inizialmente sostenuto che la nuova società sarebbe nata da una partnership con un altro soggetto, e che avrebbe sempre visto il Monte dei Paschi come azionista. L'attuale situazione, invece, vede come unici soggetti interessati a divenire azionisti di questa nuova società due aziende non bancarie, Bassilichi e Accenture. La banca si è di fatto defilata, e se per un anno ha sostenuto con mercato e lavoratori che non avrebbe esternalizzato, ma solo “societarizzato” mille dipendenti con le relative attività, oggi a pochi giorni dalla realizzazione del progetto, scopre le carte e scompare dalla compagine azionaria del nuovo soggetto»; dalle informazioni raccolte dai lavoratori sembrerebbe che le società interessate all'acquisizione delle attività oggetto di esternalizzazione non siano nelle condizioni di offrire garanzie adeguate in una prospettiva di lungo termine. Nello specifico, infatti, Bassilichi sarebbe un gruppo composto, ad oggi, da circa 1.100 dipendenti per i quali pare siano in atto procedure di riduzione dell'orario di lavoro, di cassa integrazione e solidarietà. Accenture sembrerebbe essere una società da anni interessata ad operazioni di outsourcing che pare abbiano portato alla precarizzazione di molti lavoratori (esempio vertenza lavoratori Tess); i lavoratori lamentano nella nota stampa che «non si parla di piano industriale, ma semplicemente di taglio dei costi operato solo sul personale» e si chiedono, inoltre, come sia possibile che «MPS ceda le attività ed i lavoratori che le svolgono, ad una nuova società che promette di fornire a Bmps le stesse attività, con lo stesso personale, dietro il pagamento di un canone ben più basso del costo del personale stesso»; il territorio salentino vive, purtroppo, un periodo durissimo nel quale tante sono le vertenze aperte che hanno visto traumaticamente fuoriuscire lavoratori in età «difficile», vale a dire non più giovani, ma non prossimi al pensionamento e dunque difficilmente ricollocabili. Una ulteriore emorragia occupazionale comporterebbe un costo troppo alto da pagare per il Salento e per le sue forze occupazionali ed economiche–: se i Ministri interrogati, dato quanto sopra riportato, non ritengano opportuno ed urgente istruire un tavolo interministeriale che veda protagonisti tutti i soggetti interessati al fine di individuare ogni possibile strada che abbia come interesse preminente la salvaguardia dei livelli occupazionali. (5-01390)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
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