INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01281 presentata da ZAMBON BRUNO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19930608
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic5_01281_11 an entity of type: aic
Ai Ministri dell'agricoltura e foreste, della sanita' e del commercio con l'estero. - Per sapere - premesso che: la Commissione delle Comunita' Europee ha fissato il contingente massimo di importazione di giovani bovini maschi destinati all'ingrasso dai Paesi dell'Est europeo per il periodo 1^ gennaio 31 dicembre 1993 da importare nel mercato comunitario in 425.000 capi di cui oltre l'80 per cento destinato all'Italia. Tale assegnazione viene fissata trimestralmente a mezzo certificati di importazione; a seguito regolamento C.E.E. 3806/92 la Commissione ha fissato per il periodo 1^ gennaio 31 marzo 1993 il quantitativo massimo di giovani bovini maschi destinati all'ingrasso in 52.335 di cui all'Italia 42.120. Certificati di importazione regolarmente rilasciati dai competenti Ministeri commercio estero e finanze con scadenza 1^ maggio 1993; anche per il secondo contingente, relativo il trimestre 1^ aprile 30 giugno 1993, fissato globalmente in 48.555 capi di cui destinati all'Italia 42.120, i certificati sono stati regolarmente rilasciati dai competenti Ministeri commercio estero e finanze con scadenza 28 luglio 1993. Considerato che: all'insorgere dell'epidemia di afta epizootica manifestatasi in alcune province meridionali ed estesasi successivamente anche in provincia di Verona, a seguito di importazioni di bestiame proveniente dalla Croazia o da altre Repubbliche della ex Yugoslavia o da aree Medio orientali, il Ministero della sanita' ha "opportunamente" bloccato tutte le importazione di animali afto-sensibili su tutto il territorio nazionale a far data dal 2 marzo 1993. Tutto cio' al fine di evitare una maggiore diffusione dell'epidemia al patrimonio zootecnico nazionale aftoso-sensibile; il fenomeno epidemico, pur celermente e lodevolmente circoscritto dalle competenti autorita' sanitarie centrali e regionali, ha bloccato di fatto lo svolgimento di ogni attivita' commerciale inerente a tali animali; tale provvedimento e' stato applicato solo alle importazioni nel territorio nazionale e non nell'area comunitaria bloccando anche le esportazioni di prodotti zootecnici dall'Italia verso i Paesi comunitari. I paesi comunitari hanno potuto svolgere le loro attivita' commerciali, in campo zootecnico, creando disparita' di trattamento con gli allevatori italiani; il Comitato Veterinario permanente della C.E.E., con parere favorevole del 7 aprile 1993, ha vietato le importazioni da tutti i paesi terzi dell'est Europa nell'area comunitaria dall'8 aprile al 19 maggio 1993 di animali afto-sensibili annullando la disparita' di trattamento venutasi a creare in Italia; il Comitato Veterinario permanente della C.E.E. nella riunione del 28 aprile 1993 ha approvato misure per le importazioni di animali, carni e prodotti dall'Est Europa solo per i seguenti Paesi: Slovenia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Romania, Estonia escludendo quindi la Polonia; tale decisione danneggia in maniera determinante l'operativita' degli allevatori italiani in quanto, e' noto ormai da anni, che la Polonia rappresenta per il flusso di importazioni di animali bovini da ingrasso l'80-90 per cento del contingente comunitario. Ricordando, inoltre, che le Repubbliche Ceca e Slovacca e l'Ungheria sono bacini di esportazione di animali in misura non significativa per l'Italia; anche per i Paesi sopra indicati le modalita' sanitarie applicative per l'importazione si sono risolte praticamente il 3 giugno 1993; le misure sanitarie prescritte a livello comunitario comportano agli allevatori italiani un notevole aumento dei costi di approvvigionamento; il fabbisogno di carne bovina italiana e' supportato da importazioni per oltre il 50 per cento gravando di fatto i costi aziendali e la bilancia dei pagamenti; i certificati di importazione relativi al 1^ trimestre prorogati al 30 giugno 1993 sono inutilizzabili quasi totalmente per quanto si riferisce al mercato polacco nostro maggior fornitore; anche i titoli del secondo trimestre con scadenza 28 luglio 1993 perdurando tale situazione diverranno inutilizzabili -: pur nel rispetto delle massime garanzie per tutti gli allevatori italiani e per il patrimonio zootecnico aftoso-sensibile, se i competenti responsabili dei dicasteri cui l'interrogazione viene rivolta intendano cercare di attenuare o modificare tutte le misure sanitarie applicative adottate in sede comunitaria affinche' possa riprendere il normale flusso delle importazioni anche dalla Polonia sia per quanto riguarda i torelli da ristallo che i vitelli da latte. Il protrarsi di tale situazione non fara' altro che accrescere il gravissimo danno alla zootecnia da carne italiana ed ai consumatori in quanto il valore aggiunto nell'accrescimento degli animali negli allevamenti italiani non potra' essere recuperato sulle importazione di carni o bovini da macello. Gli interroganti ritengono che la situazione sia grave e necessiti un intervento pena l'acuirsi, irrimediabilmente, della crisi che da lungo tempo travaglia la zootecnia da carne, considerando che la stessa nel suo complesso costituisce circa il 40 per cento della produzione lorda vendibile dell'agricoltura nazionale. (5-01281)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01281 presentata da ZAMBON BRUNO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19930608
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
ARMELLIN LINO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
BERNI STEFANO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
CANCIAN ANTONIO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
CARLI LUCA (DEMOCRATICO CRISTIANO)
CASTELLOTTI GUIDO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
FERRARI FRANCESCO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
FRASSON MARIO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
GIOVANARDI CARLO AMEDEO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
TORCHIO GIUSEPPE (DEMOCRATICO CRISTIANO)
ZAMPIERI AMEDEO (DEMOCRATICO CRISTIANO)
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5/01281
ZAMBON BRUNO (DEMOCRATICO CRISTIANO)