INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00234 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080717

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-00234 presentata da RITA BERNARDINI giovedi' 17 luglio 2008 nella seduta n.037 BERNARDINI e MECACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il 17 luglio 2008, cade il decimo anniversario dell'adozione dello Statuto della Corte Penale Internazionale su genocidio, aggressione, crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e che e' conosciuto come «Statuto di Roma»; l'Italia si candido' gia' nel 1994 ad ospitare la Conferenza diplomatica dei plenipotenziari ONU convocati per definire lo Statuto della Corte, che e' poi stato adottato appunto a Roma il 17 luglio 1998 con 120 voti a favore e solo 7 contrari; il nostro paese ha svolto un ruolo politico di altissimo profilo, sia dal punto di vista politico-diplomatico che da quello giuridico, contribuendo alla definizione dello Statuto attraverso l'esperienza di eminenti giuristi nonche' alla definizione degli Elementi dei Crimini, che hanno la funzione di specificare l'ambito di interpretazione e applicazione dello Statuto; lo Statuto di Roma e' uno dei testi piu' avanzati nell'ambito della giustizia penale internazionale, poiche' incorpora tutte le garanzie del giusto processo, dei diritti fondamentali delle vittime e degli accusati, di umanizzazione delle pene, escludendo peraltro l'applicabilita' della pena di morte; lo Statuto istitutivo della Corte Penale Internazionale e' entrato in vigore il 1° luglio 2002, dopo avere raggiunto le 60 ratifiche necessarie: ad oggi sono 106 i paesi che lo hanno ratificato e la Corte ha gia' dato inizio a incriminazioni e processi relativi ai casi della Repubblica Democratica del Congo, del nord dell'Uganda, nel Darfur in Sudan e nella Repubblica Centro Africana; l'Italia e' stato il 4° paese a firmare lo Statuto della Corte il 18 luglio 1998 e un anno dopo il Parlamento ha approvato la legge di autorizzazione alla ratifica, contenente anche l'ordine di esecuzione, attraverso una legge delega al Governo per adottare prontamente le norme di attuazione; nel corso degli ultimi 9 anni, ben quattro Commissioni ministeriali sono state istituite con lo scopo di adeguare la legislazione interna allo Statuto di Roma: Commissione Pranzetti (1998, Ministero degli Affari Esteri, che ha completato il lavoro nel 2001), Commissione La Greca-Lattanzi (1999, Ministero della giustizia, che ha completato il lavoro elaborando un disegno di legge-delega a fine 2001), Commissione Conforti (2002, Ministero della giustizia, che ha concluso i propri lavori nel 2003 con due progetti di legge mai resi pubblici), Commissione Scandurra (2002, Ministero della difesa, che ha concluso i propri lavori con un altro progetto di legge-delega, approvato dal Senato il 18 novembre 2004 (Atto Senato n. 2493 della XIV Legislatura) e che attualmente e' depositato, ma non ancora esamitato, alla Camera (Atto Camera n. 5433); oltre alle quattro Commissioni ministeriali, sono state prese diverse iniziative parlamentari per l'adeguamento della legislazione interna allo Statuto di Roma (Atto Camera n. 2724, onorevole Kessler e altri, XIV legislatura; Atto Senato n. 1638, Sen. Iovene e altri; Atto Senato n. 893, Sen. Pianetta, XV Legislatura; Atto Senato n. 1089, Sen. Martone e altri; Atto Camera n. 1439, onorevole Melchiorre, XVI Legislatura); tuttavia, a nove anni dalla ratifica, l'Italia non ha ancora adottato la legge di attuazione dello Statuto della Corte, necessaria affinche' i Tribunali nazionali e le autorita' italiane possano cooperare con la Corte nelle sue indagini e azioni giudiziarie; se l'Italia non procedera' all'adeguamento legislativo interno, cio' significherebbe che se sul nostro territorio si trovasse una persona indagata per crimini gravissimi come quelli di competenza della Corte e la Corte ne chiedesse l'arresto, il giudice italiano non avrebbe alcuno strumento normativo per riconoscere ed eseguire il mandato d'arresto. L'Italia potrebbe quindi, tra l'altro, divenire meta privilegiata di sospetti «criminali di guerra»; il 31 marzo del 2005, il Consiglio di Sicurezza ha approvato la risoluzione 1593 che ha deferito il caso del Darfur alla Corte Penale Internazionale dandole il mandato di avviare le indagini per i crimini commessi in quella regione e che obbliga il Governo sudanese a cooperare a pieno con la Corte; lo scorso 14 luglio il Procuratore della Corte Penale Internazionale ha richiesto alla Corte l'arresto del Presidente del Sudan Omar Al Bashir, che e' stato incriminato per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanita' commessi in Darfur; l'Italia fa attualmente parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha il potere di eventualmente sospendere le indagini in corso della Corte Penale Internazionale sul Darfur; se la Corte Penale Internazionale confermasse il mandato di arresto nei confronti del Presidente del Sudan A-Bashir, l'Italia sarebbe obbligata ad arrestarlo sul territorio italiano, ma non potrebbe consegnarlo alla Corte Penale Internazionale, per l'assenza di norme di adeguamento interno; questi recenti eventi potrebbero mettere a serio rischio la credibilita' dell'Italia a livello internazionale in quanto l'Italia si troverebbe a non poter sostenere le attivita' della Corte Penale Internazionale, istituita a Roma grazie in particolare alle iniziative intraprese dai Governi Italiani nel corso degli anni '90 -: se il Governo intenda predisporre con la massima urgenza un disegno di legge di adeguamento interno delle norme dello Statuto di Roma al fine di giungere al piu' presto all'adattamento dell'ordinamento giuridico italiano. (5-00234)
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