INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00082 presentata da MOLTENI NICOLA (LEGA NORD E AUTONOMIE) in data 16/04/2013
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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00082 presentato da MOLTENI Nicola testo di Martedì 16 aprile 2013, seduta n. 9 MOLTENI . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: in questi giorni, alcuni comunicati stampa e articoli di giornale, anche riportando articoli allarmanti degli anni novanta, hanno richiamato l'attenzione dei cittadini lombardi sull'incidente nucleare avvenuto, circa 24 anni fa, alla Luigi Premoli e figli spa, fonderia che produceva il materiale per i telai dell'Alfa 133 a Rovello Porro, in Lombardia; si trattava di una contaminazione radioattiva contenuta in un carico di alluminio probabilmente proveniente dall'Est Europa, sembrerebbe equivalente ad una radioattività stimata tra i 600 e i 6.000 Curie (22 - 222 TBq) di Cesio 137, dovuta ad una «sorgente orfana» inavvertitamente fusa, con il pericolo di immissione nell'ambiente di un'enorme quantità di particelle radioattive altamente nocive; la notizia è stata diffusa nel maggio 1990, a seguito della scoperta, da parte dei tecnici del Presidio multizonale di igiene e prevenzione (PMIP) milanese, di percolato di Cesio 137 nel Lura, nell'Olona e nel Lambro, successivamente sfociato nel Po, proveniente dal bacino di decantazione delle acque reflue della fonderia di Rovello Porro, situata a pochi metri dal torrente Lura; le notizie riportate alludono al timore di occultamento della verità e dei rischi che corrono i cittadini e alla mancanza di rigide misure di controllo e di protezione dei danni sulla salute e sull'ambiente; il caso sollevò grande attenzione anche a livello internazionale, e furono introdotte forme di controllo alle frontiere, e nelle aziende, per combattere la possibilità di altri casi simili: l'articolo 157 del decreto legislativo 230 del 1995 fu scritto alla luce di queste esperienze e con questo intendimento, sebbene fu poi per molto tempo non operativo a causa della cronica assenza della normativa applicativa; per quanto concerne gli avvenimenti della Premoli, immediatamente dopo la scoperta del 1990, fu effettuata una bonifica e messa in sicurezza di emergenza, e furono svolte tutte le valutazioni ambientali e sanitarie a suo tempo ritenute utili, con esito favorevole; l'unica soluzione possibile per la gestione del materiale di risulta della bonifica fu il suo immagazzinamento in un capannone della stessa azienda, sottoposto a sequestro giudiziario dalla magistratura, che aveva seguito puntualmente tutti gli aspetti del caso, determinando anche l'assenza di responsabilità della azienda Premoli; il materiale contaminato da Cesio 137 raccolto nel magazzino, circa 240 metri cubi, in parte è contenuto in fusti metallici, oggi fortemente corrosi, e in parte ancora accumulato alla rinfusa; ASL ed ARPA, attraverso i controlli congiunti effettuati sull'ambiente in varie occasioni, smentiscono, oggi, la presenza di una esposizione di qualsiasi rilievo sanitario per la popolazione. Sembra che negli ultimi anni siano stati svolti numerosi controlli congiunti tra Asl di Como e Arpa e i test hanno dimostrato che non sussiste alcun pericolo radiologico all'esterno del capannone e che non sono stati rilevati dati epidemiologici particolari tra i residenti della zona; tuttavia, il molto tempo passato dall'incidente di Rovello Porro ed il ricordo delle difficoltà di circolazione e la lacunosità delle informazioni per i 15 mesi antecedenti alla scoperta effettuata nel 1990 dal PMIP di Milano, costituiscono elementi di allarme e preoccupazione tra i cittadini, che chiedono chiarezza sugli interventi effettuati a suo tempo e sulle attuali condizioni di sicurezza; non è poi ritenuto giustificabile, a nessun livello, che un deposito creato sotto la spinta di una situazione emergenziale nel 1990, nella sola prospettiva di trovare una rapida soluzione, perduri immutato da oltre 23 anni. Infatti, il deposito non offre nessuna garanzia di resistenza a fenomeni naturali ormai praticamente normali anche in Lombardia, come trombe d'aria, forti colpi di vento, e relativamente a incendi e terremoti, con un conseguente forte rischio di dispersione incontrollata incidentale di contaminazione nell'ambiente; il punto della situazione sulla questione delle scorie radioattive depositate dal 1990 a Rovello Porro, è stato effettuato da ARPA Lombardia, ed uno specifico studio, effettuato dal suo direttore tecnico-scientifico, indica forme concrete per la messa in sicurezza del sito, anche contro il rischio di calamità naturali ed incidenti; il progetto potrebbe essere realizzato entro la fine dell'anno; le notizie, però, prospettano che sino all'identificazione di un sito nazionale idoneo al ritiro definitivo dei rifiuti radioattivo, i rifiuti resteranno comunque in loco e la situazione non potrà dirsi risolta; risulta inoltre che la situazione riscontrata nella Premoli di Rovello Porro è presente anche in altre realtà, e non è impossibile che in futuro possano verificarsi altre situazioni simili; risulta per altro che il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n.52 «Attuazione della direttiva 003/122/CE Euratom sul controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane» preveda che lo Stato italiano, attraverso l’«Operatore Nazionale e gestore del servizio integrato» debba «garantire la messa in sicurezza di lungo periodo delle sorgenti radioattive dismesse ai fini del loro futuro smaltimento, assicurando un immagazzinamento in sicurezza per un periodo di almeno cinquanta anni»; ciononostante lo Stato non ha garantito il livello di sicurezza previsto da questa norma alla situazione della Premoli, certamente causata dalle conseguenze della fusione di una sorgente orfana; d'altro lato, solo il 27 marzo 2013 il Governo ha approvato il disegno di «Legge di delegazione europea 2013» con l'obiettivo della adozione, tra gli altri di un Decreto Legislativo di recepimento della direttiva comunitaria 2011/70/Euratom del Consiglio, del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi (termine di recepimento 23 agosto 2013); il recepimento di tale Direttiva Comunitaria potrebbe risolvere il problema delle giacenze di rifiuti radioattivi nelle aziende colpite da incidenti del tipo qui trattato, a iniziare dalla Luigi Premoli SPA–: quali provvedimenti immediati i Ministri intendano adottare, secondo la propria competenza, per rassicurare i cittadini, se ve ne è la possibilità, circa l'assenza di rischi per la propria salute e sulla regolarità e idoneità dei controlli svolti da parte dei soggetti competenti; quali provvedimenti immediati i Ministri intendano adottare, secondo la propria competenza, affinché l’«Operatore nazionale e gestore del servizio integrato» svolga, coerentemente con il mandato istituzionale, il proprio compito per la messa in sicurezza della situazione di giacenza di rifiuti derivanti dalla fusione di una «sorgente radioattiva orfana» presente presso la Luigi Premoli SPA; come il Governo, nell'esercizio della delega relativa al recepimento della direttiva comunitaria 2011/70/CE, intenda considerare adeguatamente il tema della gestione dei rifiuti radioattivi della stessa tipologia contenuta nello Stabilimento Premoli di Rovello Porro ed in altre situazioni analoghe, individuando soluzioni sufficientemente rapide per impedire l'incongruo e pericoloso permanere di materiale radioattivo in situazioni assolutamente inidonee alla conservazione di rifiuti radioattivi per un tempo prolungato, come invece oggi avviene. (5-00082)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00082 presentata da MOLTENI NICOLA (LEGA NORD E AUTONOMIE) in data 16/04/2013
Camera dei Deputati
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20130703
20130416
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00082 presentata da MOLTENI NICOLA (LEGA NORD E AUTONOMIE) in data 16/04/2013
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
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