INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00053 presentata da SANNA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19920617

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: il prossimo Consiglio CEE del 24 giugno a Lussemburgo deliberera' in ordine alla direttiva europea sull'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento, adottata dal Consiglio dei Ministri degli Affari Sociali il 19 dicembre 1991 e successivamente emendata dal Parlamento Europeo in seduta plenaria il 13 maggio 1992 a Strasburgo; in particolare sono stati approvati emendamenti del Parlamento Europeo concernenti: il congedo di maternita' di 16 settimane (in luogo dalle 14 previste dal Consiglio dei Ministri); un reddito pari all'ultima retribuzione percepita dalla lavoratrice prima della maternita', comunque non inferiore all'80 per cento; il divieto di licenziamento durante la gravidanza e il congedo di maternita'; la tutela della gravidanza a rischio; le pause per l'allattamento, con il mantenimento dei diritti connessi all'attivita' lavorativa -; l'inversione dell'onere della prova, a carico del datore di lavoro; il complesso degli emendamenti delinea un quadro di riferimento nettamente insufficiente rispetto alla legislazione italiana che afferma i diritti delle lavoratrici madri, anche se gli emendamenti del Parlamento europeo sono nettamente migliorativi della posizione espressa dal Consiglio dei Ministri; anche in riferimento a fatti e processi che vanno avanti in diversi paesi europei (ad esempio le lavoratrici del Magdeburgo costrette a farsi sterilizzare per trovare lavoro, le lavoratrici delle Marche che si devono impegnare a non avere figli per mantenere il posto di lavoro), appare evidente che sulla direttiva maternita' si giocano insieme il tasso di socialita' del processo di integrazione europea e il diritto di cittadinanza delle donne nella comunita', due fondamentali criteri guida per la costruzione dell'Europa unita, anche alla luce dei risultati del referendum in Danimarca che evidenzia i rischi e le difficolta' della costruzione di un processo unitario dell'Europa che non tenga nel dovuto conto l'affermazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici; il 17 dicembre 1991 in risposta all'interrogazione Ghezzi ed altri 5-033-91 il Sottosegretario al lavoro e previdenza sociale Ugo Grippo, riferendosi all'articolo 118/A dell'Atto Unico, aveva riconosciuto che le direttive europee in materia di lavoro, sicurezza e salute dei lavoratori rappresentano delle condizioni minime che non ostano all'adozione o alla conservazione in ciascuno Stato membro di norme che stabiliscano misure maggiormente protettive delle condizioni di lavoro; la protezione assicurata alle lavoratrici in sede CEE sarebbe comunque di livello nettamente inferiore rispetto alla legislazione italiana e a quella di altri Paesi (Spagna, Germania, Lussemburgo, Danimarca e altri); ne risulterebbero alcuni punti gravemente peggiorativi dell'attuale normativa quali ad esempio la non esenzione delle lavoratrici di tutti i settori dal lavoro notturno durante la gravidanza e dopo il parto e la decisione di attribuire un grande potere discrezionale al medico circa la valutazione che esso dovrebbe esprimere caso per caso sulla nocivita' del lavoro notturno per la lavoratrice e per il nascituro, nonche' una meno protettiva disciplina in caso di licenziamenti -: se e con quali strumenti e comportamenti politici il Governo italiano intenda confermare e perseguire l'atteggiamento positivo preannunciato dal Sottosegretario Grippo; conseguentemente, quale orientamento il Governo intenda seguire nella sede del Consiglio dei Ministri della CEE fissata per il 24 giugno prossimo venturo nei confronti del testo della direttiva del Consiglio dei Ministri e degli emendamenti approvati dal Parlamento Europeo; se non ritenga di dover compiere una scelta molto netta in sede di votazione della direttiva e degli emendamenti, avanzando la richiesta di una incisiva revisione della direttiva per riuscire ad attestarne i contenuti almeno al livello della legislazione italiana sulla materia o quanto meno operando affinche' vengano accettate tutte le modifiche proposte dal Parlamento Europeo. (5-00053)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00053 presentata da SANNA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19920617 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
INGRAO CHIARA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
MASINI NADIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
MANCINA CLAUDIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
BEEBE TARANTELLI CAROLE JANE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
DI PRISCO ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
SERRA GIANNA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
TURCO LIVIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
SANGIORGIO MARIA LUISA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
MONTECCHI ELENA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
RINALDI ALFONSINA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
SERAFINI ANNA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
CAMOIRANO ANDRIOLLO MAURA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
PIZZINATO ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
TRUPIA ABATE OSVALDA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
LORENZETTI MARIA RITA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
BIRICOTTI GUERRIERI ANNA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
FINOCCHIARO FIDELBO ANNA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
GHEZZI GIORGIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
DALLA CHIESA CURTI MARIA SIMONA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
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5/00053 
SANNA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 

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