INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20990 presentata da PAISSAN MAURO (MISTO) in data 19981130
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Ai Ministri dell'ambiente, del commercio con l'estero, degli affari esteri, di grazia e giustizia e della sanita'. - Per sapere - premesso che: smaltire correttamente rifiuti solidi urbani oggi in Italia costa tra le 150 e le 400 lire al chilogrammo; smaltire rifiuti pericolosi, a seconda della categoria, puo' andare dalle lire 1.000 alle lire 10.000. Pertanto, diversi Paesi industriali, tra cui l'Italia, da anni scelgono aree sottosviluppate o flagellate da guerre civili, dove e' facile ottenere la disponibilita' di pezzi di territorio per interrare rifiuti pericolosi, in cambio di forniture d'armi e di congrui finanziamenti ai contendenti in lotta tra loro; questi traffici sono al tempo stesso aberranti sotto il profilo morale e illegali sotto quello giuridico. Nel 1989 e' entrata in vigore la convenzione di Basilea che vieta l'esportazione di qualsiasi tipo di rifiuti dai Paesi ricchi a quelli poveri: l'Italia l'ha ratificata nel 1994, scegliendo pero' la strada meno rigorosa; nel nostro Paese, a meno che ci si trovi di fronte a profili penalmente piu' gravi, perseguire i trafficanti di rifiuti e' molto difficile, anche se sono colti sul fatto. Inoltre, il traffico di rifiuti e' un reato che attualmente cade in prescrizione in un periodo che va da tre a quattro anni e mezzo; sul finire degli anni ottanta, quando il regime di Siad Barre entra in crisi, l'attenzione dei trafficanti si sofferma sulla Somalia, nazione che diventa una ghiotta preda allo scoppiare della guerra civile; priva di un Governo centrale, la Somalia e' diventata un crocevia internazionale di attivita' illecite, diversi gruppi sono preda facile per le potenze straniere, per i mercanti d'armi e per chi offre laute somme per fare un bel deposito di scorie radioattive; prima, con il Governo di Siad Barre, i rapporti erano a tre: Governo italiano, Governo somalo e industriali del Nord Italia. Gli accordi miravano allo smaltimento di scorie radioattive, rifiuti tossico-nocivi e materiali chimici altamente inquinanti; secondo quanto riportato da una recente inchiesta del settimanale Famiglia Cristiana a circa dieci chilometri a Nord della citta' di Obbia (Somalia) c'e' un deposito, operativo da circa un anno, di rifiuti altamente tossici, probabilmente radioattivi. Il deposito e' raggiungibile solo via mare ed e' perennemente sorvegliato; detto sito potrebbe essere uno dei tanti previsti dal cosiddetto progetto "Isola del sale" (cosi' viene comunemente chiamata la penisola di Haifun, nella regione di Bosaso, che ospita enormi saline), progettati come "cimiteri" di materiale nucleare; il progetto "Isola del sale" e' solo la punta dell'iceberg, il risvolto piu' inquietante di un problema planetario come quello dello smaltimento di scorie nucleari, rifiuti tossici, residui di lavorazioni industriali inquinanti; gia' nell'agosto del 1992 Mustafa' Tobla, segretario dell'Unep, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di protezione ambientale, denuncia che ditte italiane scaricano in Somalia tonnellate di rifiuti tossici; l'Unep, in seguito al moltiplicarsi delle segnalazioni, affida un'indagine sul campo a Mahdi Gedi Oayad, docente di chimica all'Universita' di Mogadiscio. L'indagine comincia il 10 maggio e termina l'8 giugno 1997; le Nazioni Unite, in seguito a due misteriose esplosioni del 5 e del 7 dicembre 1995 nelle regioni di Sanaag, Berbera e Sol nella Somalia settentrionale avviarono un'indagine ma, nonostante la morte di diversi bambini, nessuno e' a conoscenza dei risultati dell'indagine stessa; gli effetti di una cosi' prolungata opera di inquinamento non tardano a manifestarsi: strane malattie colpiscono uomini e animali. Si sono registrati, oltre a numerosi tumori alla lingua, alla tiroide, al retto, molteplici casi di malformazioni neonatali; dall'inizio di quest'anno diverse epidemie stanno mietendo migliaia di vittime. Questo avviene mentre la criminalita' organizzata, insieme alla massoneria occulta e a elementi deviati dei servizi segreti, lucrano immensi tesori su questo business. Il traffico illecito dei rifiuti frutta, solo in Italia, circa 6 mila miliardi di lire, assicura una buona redditivita' e comporta pochi rischi, dal momento che le violazioni, in Italia, sono perseguite con scarso rigore; sul coinvolgimento di alcune aziende italiane nello smaltimento abusivo di rifiuti tossici e di scorie radioattive le Procure di Asti e di Torre Annunziata stanno concludendo le indagini -: se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le loro valutazioni; se non ritengano, alla luce di quanto riportato in premessa, intraprendere azioni positive atte ad aiutare la popolazione somala colpita dalle recenti epidemie; quali interventi, anche legislativi, intendano adottare per combattere le ecomafie e il traffico internazionale di rifiuti pericolosi o radioattivi; se non ritengano di attivarsi affinche' si faccia luce sui tanti e purtroppo tristi misteri che ci legano alla Somalia; se non ritengano di intervenire presso gli organismi internazionali affinche' predispongano prima una mappatura dei siti inquinati e poi la loro bonifica. (4-20990)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20990 presentata da PAISSAN MAURO (MISTO) in data 19981130
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2014-05-15T11:57:38Z
4/20990
PAISSAN MAURO (MISTO)