INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20092 presentata da SCALTRITTI GIANLUIGI (FORZA ITALIA) in data 19981007

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Ai Ministri dell'interno con incarico di coordinamento per la protezione civile e dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che: il ripetersi di alluvioni dopo un nubifragio in Versilia e nella Liguria ed in altre regioni italiane, gia' colpite dallo stesso fenomeno nel recente passato, ha creato allarme fra la popolazione di Porto d'Ascoli e Centobuchi, localita' rispettivamente dei comuni di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e Monteprandone (Ascoli Piceno), colpiti dall'alluvione del 10 aprile 1992, per l'esondazione del fiume Tronto; in quella tragica circostanza i danni materiali subi'ti da aziende, abitazioni e mezzi privati e strutture pubbliche furono di circa 1.000 miliardi e non vi furono vittime solo perche' l'evento si verifico' in ore diurne, consentendo la fuga delle persone in pericolo e facilitando l'opera dei soccorritori; accertamenti tecnici hanno stabilito che la causa dell'alluvione non fu dovuta all'eccezionalita' del flusso delle acque, ma ad opere eseguite negli anni dal 1978 al 1985 che portarono ad una sensibile riduzione dell'alveo del fiume con la costruzione di argini e la conseguente riduzione della portata e del contenimento del fiume Tronto; tali opere non sono state seguite da altre che sarebbero state indispensabili, per aumentare la capienza dei ponti sulla strada statale n. 16 e sulla ferrovia Milano-Bari, posti a poche centinaia di metri a monte della foce. I terrapieni sia della strada statale n. 16 che della ferrovia senza altri sbocchi al mare sono sbarramenti insormontabili per le acque tracimate dagli argini e costituiscono una "trappola" per gli abitanti, gli operai e le industrie ubicate ad ovest delle predette strutture; l'allarme dei cittadini e degli industriali della zona trova fondamento nella mancata esecuzione di opere adeguate a modificare lo stato del fiume rispetto al tragico evento verificatosi il 10 aprile 1992; tenuto conto delle tabelle pluviometriche della zona con tempi di ritorno ventennali che prevedono masse di acqua che variano dai 1.200 ai 2.000 metri cubi al secondo, come nelle esondazioni del 1929 e 1959 a fronte degli 800 metri cubi al secondo di quella del 1992, l'autorita' di bacino interregionale del fiume Tronto ritiene inadeguate le opere eseguite ed auspica immediati interventi di correzione -: quali provvedimenti abbia assunto o intenda assumere il Governo dopo oltre sei anni dell'ultimo evento, per eliminare il grave stato di pericolo e ridare sicurezza e tranquillita' alla popolazione e fiducia alle industrie della zona, affinche' possano reinvestire nelle loro attivita' e non seguire l'esempio di decine di piccole e medie imprese che hanno definitivamente chiuso creando nuove difficolta' alla gia' precaria situazione occupazionale. (4-20092)
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SCALTRITTI GIANLUIGI (FORZA ITALIA) 

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