INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18376 presentata da BARBATO FRANCESCO (ITALIA DEI VALORI) in data 20121031

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-18376 presentata da FRANCESCO BARBATO mercoledi' 31 ottobre 2012, seduta n.712 BARBATO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: l'area dell'agro nolano subisce da tempo danni incalcolabili sul piano ambientale e umano a causa della persistente presenza di cumuli di rifiuti nocivi a cui periodicamente viene dato fuoco; la direttiva 2004/35/CE del 21 aprile 2004, avente ad oggetto la responsabilita' ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, definisce non il concetto di ambiente quanto quello di danno ambientale (articolo 2) identificabile come «a) danno alle specie e agli habitat naturali protetti, vale a dire qualsiasi danno che produca significativi effetti negativi sul raggiungimento o il mantenimento di uno stato di conservazione favorevole di tali specie e habitat. [...]b) danno alle acque, vale a dire qualsiasi danno che incida in modo significativamente negativo sullo stato ecologico, chimico e/o quantitativo e/o sul potenziale ecologico delle acque interessate [...]c) danno al terreno, vale a dire qualsiasi contaminazione del terreno che crei un rischio significativo di effetti negativi sulla salute umana a seguito dell'introduzione diretta o indiretta nel suolo, sul suolo o nel sottosuolo di sostanze, preparati, organismi o microrganismi nel suolo [...]»; a partire dal 2004 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha adottato una serie di innovative sentenze in materia di protezione degli interessi ambientali riconducendo la tutela dell'ambiente ed il diritto a vivere in un ambiente salubre nell'ambito della previsione dell'articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo che sancisce il diritto di ogni persona al rispetto della propria vita familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza; dalla direttiva comunitaria n. 2004/35/CE recante norme sulla responsabilita' ambientale sono evincibili tre linee guida fondamentali che hanno ispirato l'approccio comunitario: a) approccio graduale in ossequio ai principi di sussidiarieta' e proporzionalita' allo scopo di realizzare una soglia minima suscettibile di successivo ampliamento (articolo 3-quinquies, decreto legislativo n. 152 del 2006); b) necessita' di creare un sistema integrato (di carattere pubblicistico) di responsabilita' ambientale al fine di favorire una tutela privilegiata dell'interesse pubblico ambientale; c) volonta' di delimitare in termini certi i costi delle misure di prevenzione e riparazione al fine di rendere possibile lo sviluppo anche in Europa di un mercato assicurativo consapevole dei rischi ambientali da coprire; negli ultimi sei mesi, il gruppo «Rifiutarsi» si e' impegnato in una attivita' di monitoraggio del territorio dell'agro nolano riscontrando, tra le diverse illegalita', quattro punti di notevole criticita' ambientale presenti nei diversi comuni di Nola, di San Vitaliano, di Saviano e di Palma Campania; a Nola, vi sono stati per quasi due anni 4 container di proprieta' dell'E.DI.CA istruzioni Srl che sono stati abbandonati in localita' Boscofangone nei pressi del centro commerciale Vulcano Buono, del CIS, dell'Interporto di Nola e dei cantieri della NTV riempiti con rifiuti di vario tipo misti a terra, circondati da rifiuti urbani e ingombranti che successivamente sono stati bruciati e solo da pochi giorni rimossi; Boscofangone e' un'enorme area a vocazione agricola che, negli ultimi decenni e' stata trasformata in un polo logistico e industriale a livello nazionale ed europeo con il CIS e l'interporto di Nola, il centro commerciale Vulcano Buono e, ultima arrivata, gli stabilimenti di manutenzione della NTV di Gianni Punzo, Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo. Purtroppo pero', Boscofangone e' diventato anche un esteso sversatoio a cielo aperto di rifiuti di tutti i tipi, urbani, speciali, tossici e industriali; dopo una prima sollecitazione sulla responsabilita' dei 4 container, cosi' risposero i responsabili dell'E.DI.CA: «I cassoni che voi avete fotografato sono di nostra proprieta' per la precisione 3, l'altro cassone non e' nostro. Tali cassoni sono stati noleggiati a freddo con regolare contratto alla Societa' Campania Felix Spa di Nola alla via San Massimo n. 579 dal 2010, che sarebbe la Societa' Municipalizzata del Comune di Nola; tale richiesta e' stata posta anche dalla Polizia Provinciale di Nola alla via Mario De Sena il 15 ottobre 2011 a cui ho inviato tutta la documentazione richiesta il 17 ottobre 2011 prot. n. 95 e per conoscenza al Comune di Nola e alla Societa' Campania Felix Spa con protocollo n. 2564. Ad oggi tali noleggi non sono stati pagati alla suddetta Societa' e per tale motivo e' stato emesso, un decreto ingiuntivo nei confronti della Societa' Campania Felix Spa.»; i container risultano essere stati noleggiati regolarmente nel 2010 alla societa' Campania Felix Spa. La stessa societa' che dal 2000 al febbraio 2012 ha gestito la raccolta differenziata dei comuni dell'agro nolano; le varie amministrazioni locali nella societa' Campania Felix Spa sono: il comune di Tufino (azionista principale con il 46 per cento), il comune di Nola con il 34 per cento, i comuni di Mariglianella, di San Vitaliano e di Visciano detengono ciascuno il 6 per cento delle quote, il comune di Saviano il 2 per cento; al comune di Nola, come responsabile amministrativo della zona interessata, e ai diversi comuni soci della societa' Campania Felix, come responsabili legali della societa' in questione, e' stato chiesto diverse volte la rimozione immediata dei rifiuti e la messa in sicurezza dell'area attraverso pure dei rigidi controlli; il gruppo «Rifiutarsi» unitamente ad altri gruppi ed associazioni ambientaliste dell'agro nolano ha sostenuto una raccolta firme per la rimozione dei 4 container della societa' Campania Felix abbandonati da 2 anni; a quanto consta all'interrogante la raccolta delle firme on line, in cui si chiedeva la rimozione dei suddetti container e dei rifiuti, la bonifica dei siti inquinati e l'aumento dei controlli nelle aree interessate dagli sversamenti, ha avuto come conseguenza la sola rimozione dei rifiuti urbani abbandonati in via Boscofangone; da un sito internet: si legge che il dottor Daniele Cutolo - dirigente dell'ufficio ragioneria del comune di Nola -, avvalendosi del cosiddetto controllo analogo, ha comunicato i dati dello stesso alla Corte dei conti e non si esclude che vi possano essere profili per la prospettazione di un danno erariale; sembra, inoltre, che il comune di Nola sia stato condannato al versamento di quasi 2 milioni di euro a Campania Felix, giacche' sono stati riconosciuti in parte i maggiori oneri per lo smaltimento ed adeguamento del canone relativi agli anni 2005-2006-2007-2008. Tra competenze ed onorari da riconoscere al collegio arbitrale sono in ballo oltre 2 milioni e mezzo di euro, per non parlare di altri crediti che la multi utility deve avere da altri comuni; Campania Felix spa e' in liquidazione da alcuni mesi e sembra che il comune di Nola abbia proceduto ad una nuova procedura di scelta del contraente per lo smaltimento dei rifiuti alla Pulitem Srl; la «vittoria» della rimozione dei 4 container e' stata esclusivamente formale giacche' gli stessi a quanto consta all'interrogante non sono mai stati spostati. L'area, infatti, risulta ora sotto sequestro; a Vitaliano il 24 marzo 2012, nel corso di un sopralluogo avvenuto nelle campagne viene scoperta l'esistenza di un enorme sversatoio di rifiuti speciali, pericolosi e tossici in via Ponte delle Tavole. Amianto, big bag industriali, fusti abbandonati, ritagli di tessuto impregnati di rifiuti liquidi, rifiuti ospedalieri, un laghetto blu cobalto ed una distesa inguardabile di rifiuti di ogni sorta; dopo tre settimane, la situazione peggiora ancora e, dopo un secondo sopralluogo, figurano sul posto i resti di roghi tossici e di nuovi sversamenti di rifiuti tessili di lavorazione industriale; e' effettuato dal gruppo «Rifiutarsi» un terzo sopralluogo il 27 maggio 2012 costatando l'inutilita' di denunce e segnalazioni; via Ponte delle Tavole e' completamente abbandonata allo smaltimento illecito e alla criminalita', rifiuti urbani e differenziati continuano regolarmente ad essere abbandonati e dati alle fiamme per liberare spazio a nuovi scarichi. Ad oggi non risulta essere stata intrapresa nessuna rimozione, bonifica o controllo del territorio; a Saviano (Napoli) vi sono continui roghi tossici illeciti avvenuti presso i regi lagni; otto mesi dopo lo «spettacolo» del fiume di immondizia la situazione a Saviano non solo non migliora ma, peggiora ancora. Se una volta l'immondizia scorreva, adesso viene direttamente bruciata; nel tratto dell'alveo Santa Teresella dei regi lagni di Saviano, compreso tra via provinciale Fressuriello e la continuazione di via del Frasso, ci si ritrova di fronte all'ennesima discarica illegale a cielo aperto dell'agro nolano, lunga ben 1 chilometro; nascosti tra la vegetazione emergono cumuli di rifiuti urbani, rifiuti differenziati, rifiuti ospedalieri, rifiuti edili, rifiuti elettrici, scarti delle industrie tessili illegali del vesuviano e rifiuti tossici, nello specifico amianto; indiscrezioni riferiscono che gli eco-criminali che gestiscono il traffico illegale dello smaltimento dei rifiuti hanno attaccato un grande sacco industriale direttamente al muro per facilitarsi lo sversamento; un tratto lungo 300 metri e' stato completamente bruciato con tutti i rifiuti interni, generando un enorme rogo tossico. È andato a fuoco praticamente tutto quello che c'era e vi sono pericolosissimi resti di roghi tossici ovunque; a Tufino, si nota la presenza di amianto bruciato, cio' costituendo un grave rischio per la salute delle persone residenti; l'area e' stata messa sotto sicurezza con del semplice nastro rosso e la presenza di grandi teloni neri chiusi «ermeticamente» con delle pietre con la presenza di telecamere installate proprio a ridosso dei resti di roghi tossici; a Palma Campania (Napoli) il 7 agosto 2012 e' avvenuto in via Novesche l'incendio di una discarica «car flat» sotto sequestro a ridosso dei comuni di San Giuseppe Vesuviano e San Gennaro Vesuviano; il carflat, plastica tritata delle autovetture, inizia a bruciare il 7 agosto 2012 delle ore 23 circa. I vigili del fuoco arrivano in tempo per evitare che l'incendio si propagasse ma non riescono ad intervenire prontamente perche' devono attendere l'autorizzazione del magistrato. Non riuscendo a domare l'incendio con l'acqua, sono obbligati a soffocare le fiamme con la terra; sull'incendio si genera un'enorme nube tossica che soffiata dal vento si propaga verso nord, arrivando fino a 15 chilometri di distanza, e «appestando» l'area dei comuni di San Gennaro Vesuviano, Palma Campania, Ottaviano, Saviano, Nola, Casamarciano, Cimitile, Camposano e Cicciano; dopo piu' di 72 ore i vigili del fuoco riescono a spegnere l'incendio. La situazione restera' comunque d'emergenza perche' il fumo grigio e nero continua ad uscire dalla discarica per giorni e giorni, si diffonde verso il cielo e si spande nei dintorni per chilometri. Si tratta di una vera e propria nube tossica che contiene diossina che il vento deposita sui terreni e trasporta nelle case vicine; l'articolo 32 della Carta costituzionale predica e consacra il diritto alla salute; la dottrina giuridica maggioritaria (tra gli altri: Mortati, Baldassare e Grossi) inquadra per vero il diritto alla salute di cui articolo 32 della Carta costituzionale nella categoria dei diritti inviolabili annoverati dall'articolo 2 della medesima Grundnörm; al dettato costituzionale fanno eco, a rafforzamento della fondatezza dogmatica, le fonti sovranazionali; l'articolo 12 del patto ONU sui diritti economici, sociali e culturali, che sancisce il diritto di ogni individuo a godere delle migliori condizioni di salute fisica e mentale conseguibili, evidentemente e non tanto implicitamente ponendo tra gli obiettivi dell'azione amministrativa pubblica l'integrazione dell'organismo umano nell'ambiente sano e scevro da corruzioni biosistematiche di sorta; il comma 3 dell'articolo 192 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 infatti scrive: «impone a chiunque violi i commi 1 e 2 di "procedere alla rimozione, all'avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull'area ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa"». Cio' in base agli «accertamenti effettuati in contraddittorio con i soggetti interessati dai soggetti preposti al controllo», statuendo, al contempo, che «il Sindaco del Comune in cui l'illecito viene commesso, dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate»; sarebbe altresi' opportuno un impegno concertativo dei Ministeri richiamati per favorire la pianificazione di un'azione di difesa delle aree colpite garantendo il ripristino delle piu' ottimali condizioni di salubrita' e vivibilita' in funzione della ricostituzione di un elevato livello di appeal residenziale e commerciale-turistico -: di quali notizie dispongano i Ministri interrogati in merito ai fatti esposti se non intendano acquisire ulteriori informazioni anche di monitoraggio dell'aria e della terra nelle zone menzionate, assumere iniziative per l'inasprimento delle pene in materia ambientale e, qualora sia richiesto, dichiarando lo stato di calamita' relativa ai roghi tossici che continuamente e ad opera di ignoti avvelenano i territori descritti; se non intendano, ciascuno per la propria competenza i Ministri, predisporre ed effettuare, al piu' presto mirati controlli nelle zone teste' individuate, e assumere iniziative per potenziare l'organico giudiziario preposto alle indagini in materia. (4-18376)
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