INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16836 presentata da SCOZZARI GIUSEPPE (MISTO) in data 19980415
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_16836_13 an entity of type: aic
Ai Ministri dell'interno, di grazia e giustizia e delle politiche agricole. - Per sapere - premesso che: a piu' riprese sono stati evidenziati, in numerose interrogazioni e atti parlamentari rimasti senza alcuna risposta i possibili intrecci tra affari, politica ed ambienti illeciti (tra i quali, mafia e massoneria deviata) nei settori degli aiuti comunitari: indebite percezioni di entita' cosi' elevate non sarebbero potute proliferare, con tale evidenza e diffusione, se non nella consapevolezza di un buon margine di impunita'; appare pertanto del tutto doveroso ed opportuno pervenire (dati i rilevanti interessi coinvolti), alla definizione di un quadro per quanto possibile unitario in vicende che paiono mostrare probabili deviazioni istituzionali e diramazioni assai gravi da richiedere doverosi ed immediati accertamenti della magistratura ordinaria e contabile, e non procrastinabili interventi sul piano politico; l'esistenza di sistematiche e gravi lacune e anomalie nell'esecuzione dei controlli da parte di societa' del ministero politiche agricole che risultano all'interrogante politicamente lottizzate trova del resto significativa conferma anche dalla lettura degli atti processuali alle indagini condotte nell'ambito di una inchiesta romana sull'Agecontrol spa (cui e' affidata l'effettuazione dei controlli sulle erogazioni Unione europea all'olio di oliva), avviata dopo la presentazione di un'esposto da parte di numerosi Parlamentari (esposto presso procura di Roma rubricato con i nn. 13123 del 1993 R, 2941 del 1994 Gip), da cui parrebbero emergere fatti sistematici e reiterati con grave danno erariale sia nella gestione finanziaria che nei controlli sui citati finanziamenti dell'Unione europea; dalla richiesta di rinvio a giudizio relativa al procedimento in questione, tra l'altro, si trae notizia di false dichiarazioni, rese dal preposto al servizio addetto all'espletamento dei controlli in merito alle modalita' e ai termini di esecuzione dei controlli da parte della Agecontrol che sarebbero in contrasto sia con le informazioni acquisite dalle persone escusse che con quanto previsto dalla normativa del settore; la non veridicita' di tali dichiarazioni secondo le richieste a rinvio a giudizio troverebbe inequivoco riscontro nelle gravi distonie in ordine all'espletamento dei controlli svolti; e in particolare: non si sarebbe tenuto conto dei fornitori piu' volte denunciati per frode, i cui nominativi ricorrono ripetutamente nelle varie imprese controllate; ci sarebbero carenze nella pianificazione ed esecuzione dell'attivita' di verifica che avrebbero impedito la possibilita' di recuperare gli aiuti indebitamente percepiti; il ritardo nella trasmissione degli atti avrebbe consentito a talune imprese, risultate poi essere da tempo dedite alla truffa ai danni della Cee, di continuare a percepire consistenti contributi comunitari; vi sarebbero carenze nell'esecuzione dell'attivita' di controllo c.d. "supplementare" (controlli incrociati) che, prima di essere conclusa, avrebbe dovuto essere adeguatamente valutata, attesa la sussistenza di precisi e chiari indizi di frode; le omissioni riscontrate avrebbero evidenziato come di fatto in tali circostanze le verifiche spesso si risolvessero in una mera attivita' di certificazione; oltre ai fatti propriamente oggetto di contestazione penale e a quelle che sembrerebbero sistematiche gravi anomalie nei controlli (tutte causanti un esteso danno erariale), dalla lettura della richiesta di rinvio a giudizio e da una attenta analisi di insieme degli atti processuali del provvedimento emergono altri dati che parrebbero invero inquietanti: taluni evidenziano la commissione di molteplici illeciti in relazione ai controlli sugli aiuti dell'Unione europea e addirittura collegamenti e/o contatti con ambienti camorristici; un "grappolo" di societa' assegnatarie di consulenze di vario tipo (selezione del personale, informatica, persino forniture di indumenti ed altro) apparirebbero di tutta evidenza riferibili o piu' o meno direttamente collegabili a dirigenti dell'ente; ingenti interessi passivi a carico dell'erario pubblico su c/c in disponibilita' della Agecontrol non troverebbero alcuna motivata giustificazione in un'ottica di corretta gestione aziendale; si sarebbero avute permanenze all'estero di familiari di dirigenti indebitamente poste a carico dell'ente pubblico tramite meccanismi di plausibile truffa; vi sarebbero state trasferite in pratica senza tetti di spesa sempre regolarmente vistate e utilizzo molteplice di carte "Diners" per fini personali dei vertici dell'ente; anche da intercettazioni telefoniche disposte emergono elementi nella stessa direzione quali ad esempio, controlli esclusivamente cartacei o molto superficiali informazioni assunte o da assumere dalla Guardia di finanza nel corso delle indagini delegate (una parziale archiviazione viene poi disposta dal Gip "perche' concordanti" le dichiarazioni rese); da controlli bancari su taluni dei dirigenti (indicati come autori mediati della realizzazione di numerosi possibili illeciti) essi sarebbero risultati quasi nullatenenti; dei fatti in questione risulterebbe inoltre esservi stata una revoca di intercettazione telefonica per riferite difficolta' tecniche proprio su utenze in uso, presso gli uffici della Agecontrol, a persone che dagli atti e per il ruolo ricoperto paiono porsi tra i principali autori mediati delle condotte de quo quali intercettazioni, poi non piu' effettuate, erano state autorizzate dal Gip con la motivazione che essa era necessaria al fine della "identificazione dei responsabili della struttura associativa e della organizzazione criminale"; la Guardia di finanza di Milano ha inoltre, assai di recente (dicembre 1996-gennaio 1997), individuato i meccanismi posti in essere da alcune societa' del gruppo Unilever, talune inoperanti sul mercato delle cessioni "al consumo" del prodotto e sconosciute ai consumatori, e che secondo l'interrogante sembrerebbero tesi a precostituire, ad avviso di chi interroga, meccanismi di captazione indebita degli aiuti dell'Unione europea o quanto meno tesi ad anticipare la percezione dell'aiuto rispetto alla reale immissione sul mercato e verso i consumatori (unica ragione dell'aiuto stesso, come da dizione letterale della norma dell'Unione europea e da inequivoca ratio della norma stessa), con percezione indebita di aiuti dell'Unione Europea per oltre 130 miliardi di lire ininterrottamente dal 1990 al 1996; e sempre l'Agecontrol ad avallare, senza mai sollevare dubbio alcuno, mediante indebite certificazioni di regolarita', attestanti appunto, nonostante l'evidenza dei fatti, la regolarita' delle transazioni avvenute e il relativo diritto all'aiuto; tali controlli risultano operati a rotazione nel corso degli anni da decine di funzionari della Agecontrol tutti ponenti in essere le medesime condotte; sorprende ora che, nel caso Unilever, funzionari semplici esecutori di direttive siano tutti ora chiamati a rispondere in solido (una richiesta di misure cautelari interdittive di sospensione dal servizio per circa 40 funzionari dell'Agecontrol - su un totale di 80 - e' stata rigettata dal Gip presso il tribunale di Roma), mentre tali pretesi controlli e tali avalli paiono di tutta evidenza attuati dietro direttive dei vertici dell'ente (talune delle circolari del ministero paiono inoltre essere espressione - ponendo a pretesto l'apparente complessita' della normativa comunitaria -, di diffusa e vasta compiacenza); ed invero - a parte la normale ed ovvia riferibilita', gia' in astratto, degli atti compiuti ai titolari di tale Agecontrol spa - tali verbali venivano infatti sempre fatti propri dai vertici medesimi; in tutti i casi, o tali verbali non venivano controllati (cosa, se vera, denotante grave culpa in vigilando) oppure, se controllati, la piena corresponsabilita' e' del tutto pacifica, consapevolezza forse anche comprovata dal fatto che - anche in questo caso -, in presenza di fatti identici, ma per imprese diverse, contestazioni di indebita percezione sono state effettuate; sistematiche e gravi lacune e irregolarita' nell'esecuzione dei controlli della spa Agecontrol, unico ente chiamato ad effettuare tali periodici controlli, paiono essere presumibili anche dagli accertamenti di diverse procure della Repubblica (esempio Bari, Brindisi, Napoli, Vasto, Trani, Genova, come da notizie di stampa del 17 luglio 1996) che hanno rivelato, dopo indagini della Guardia di finanza, associazioni per delinquere di vario tipo finalizzate alle ingenti frodi Cee nel settore; in buona sostanza, secondo quanto evincibile dagli atti sopra citati e da note Aima (da ultimo, la nota 24 aprile 1997), l'Agecontrol risulta nella gran parte dei casi avere trasmesso all'Aima elementi a loro volta trasmessi alla stessa Agecontrol da altri organi di controllo al fine della effettuazione di controlli supplementari (come da esclusivo compito di istituto della Agecontrol) in realta' forse mai effettuati ed invece evidentemente attestati (come desumibile anche solo dalle statistiche ufficiali) come effettuati; quanto esposto integra assai gravi responsabilita' gestionali ed erariali dei dirigenti e responsabili dell'Agecontrol (da dodici anni ai loro posti, anomalia tanto piu' evidente in un organo di controllo, definiti dal settimanale Il Mondo "la casta dell'olio di oliva" per emolumenti), cui sono riferibili, sulla base degli atti e della funzione ricoperta, tali condotte; tutti, in pratica sono rimasti ai loro posti, nonostante un esplicito ordine del giorno (presentato dal Senatore Di Majo nella passata legislatura) sul loro immediato allontanamento - ovvero un atto prescrittivo che crea l'obbligo nei titolari degli organi destinatari di conformarsi al suo contenuto - fosse stato approvato a larga maggioranza dal Senato insieme alla norma sulla soppressione dell'ente; paiono riscontrarsi anche collegamenti plausibilmente non occasionali con ambienti della politica e della massoneria deviate, come secondo l'interrogante parrebbe desumibile dalla nomina a componente del collegio sindacale dell'Agecontrol di persona arrestata in relazione ad intrecci tra mafia e massoneria deviata (caso Mandalari); le stesse organizzazioni sindacali dell'Aima hanno evidenziato con comunicato congiunto del 18 febbraio 1998 gli assai carenti risultati e le decine di miliardi di risorse pubbliche dilapidati nel corso degli anni per tali controlli effettuati tramite assai discutibili regimi di "convenzioni" con la stessa Aima, manifestano l'ormai indifferibile esigenza che venga fatta pulizia e vengano individuati e perseguiti i soggetti che hanno diretto tali societa' e cui sono di tutta evidenza ascrivibili le citate responsabilita'; soprattutto, la costituzione di tale spa Agecontrol (tra i principali promotori, il Ministro Pandolfi) appare tanto piu' incomprensibile poiche' si pone in aperta violazione della normativa dell'Unione europea che impone allo Stato membro la costituzione di organismi antifrode non controllati dalle amministrazioni chiamate alla gestione degli aiuti dell'Unine europea (al contrario della spa Agecontrol, controllata da Mipa e Aima) e con poteri adeguati; appare invero singolare come la stessa Commissione dell'Unione europea mostri di non avvedersi ne' della mole di tali controlli di tutta evidenza meramente cartacei della Agecontrol ne' appaia muovere alcun rilievo nonostante le numerose e sistematiche gravi anomalie rilevate dalla Guardia di finanza, neppure dopo la presentazione da parte di numerosi parlamentari di apposito "reclamo" sull'esistenza di tali evidenti e gravi violazioni della normativa dell'Unione europea (Senatore di Majo ed altri) cui non risulta incomprensibilmente fornita risposta alcuna (e anzi, in precedenza, prassi del tutto anomala, la Commissione invia ai parlamentari lettere e pressioni di segno contrario, per evitare la soppressione di tale spa del ministero); in tali fatti e' legittimo porre seri dubbi sulla condotta dei funzionari italiani del servizio antifrode della Commissione dell'Unione europea; il danno per l'erario statale e comunitario, se sono veri i fatti esposti, appare di gravita' assoluta e soprattutto i comportamenti illeciti appaiono reiterati anche dal 1993 in poi, persino in presenza di indagini della procura di Roma sulla gestione dell'ente, per tacere delle decine di miliardi di finanziamenti erogati nel corso degli anni a tale spa per controlli meramente cartacei -: quali iniziative urgenti intendano adottare a tutela dei princi'pi di buona amministrazione e di legalita' gravemente violati dai fatti esposti e se non ritengano di verificare quali iniziative abbia assunto in merito il nuovo consiglio di amministrazione della Agecontrol dalla nomina in poi; se non ritengano di attivarsi ai fini dell'avvio di ogni opportuna e urgente azione di responsabilita' contabile visto anche il pericolo di prescrizioni, rilevato il numero e la sistematicita' dei fatti assumenti rilievo erariale; se non ritengano soprattutto di attivarsi, nell'esercizio delle proprie competenze, al fine di ogni opportuno coordinamento tra i vari uffici giudiziari e quelli della magistratura contabile nelle eventuali indagini e/o procedimenti relativi ai fatti esposti ai fini del piu' compiuto ed unitario accertamento di eventuali illeciti in danno dell'erario pubblico o comunitario, al fine anche di respingere, dati gli interessi coinvolti, ogni possibile tentativo di copertura o sottovalutazione. (4-16836)
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