INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14832 presentata da MASSIDDA PIERGIORGIO (FORZA ITALIA) in data 19980114

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: nel corso del dibattito seguito alla relazione del procuratore generale dottor Francesco Pintus, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Sardegna, svoltasi a Cagliari lunedi' 12 gennaio 1998, e' intervenuto il dottor avvocato Luigi Federico Garau, legale della famiglia di Silvia Melis, la giovane madre di Tortoli', sequestrata a febbraio del 1997 e liberata dopo nove mesi di prigionia in seguito, pare, al pagamento del riscatto; il dottor Garau, nel suo intervento avrebbe affermato (secondo quanto riportato da numerosi organi di informazione sardi e nazionali), che gli apparati dello Stato impegnati nelle indagini sul sequestro citato, avrebbero speso, nei nove mesi del rapimento, quattro miliardi di lire per le comunicazioni fra inquirenti, sostenute con i telefoni cellulari; le indagini svolte non hanno prodotto gli effetti sperati che sarebbero dovuti essere quelli dell'individuazione e della liberazione dell'ostaggio e la conseguente assicurazione alla giustizia dei colpevoli; l'interrogante, nel corso del sequestro di Silvia Melis, ha ripetutamente denunciato in aula e con diverse interrogazioni l'inefficacia delle azioni di intelligence operate dagli inquirenti preposti alle indagini; lo stesso procuratore generale della Sardegna dottor Pintus, nella sua relazione citata in premessa avrebbe denunciato l'inefficacia della stessa azione inquirente sostenendo la costituzione di una reale task force specializzata in indagini sui rapimenti e valida solo se composta da "profondi conoscitori" di abitudini, lingua e mentalita' dei criminali sardi, vale a dire "inquirenti capaci di interpretare anche lo stornire delle fronde di lecci e le occhiate dei nostri pastori", inquirenti, in pratica capaci di comprendere la differenza fra "paura e omerta'" della gente; il procuratore generale avrebbe dichiarato: "la legge istitutiva della Direzione antimafia sottrae ogni ingerenza sullo sviluppo delle indagini", e ancora "e' criticabile l'eccesso di spettacolarizzazione delle fasi che hanno accompagnato e seguito la liberazione di Silvia Melis", inoltre "e' scorretto e inopportuno che l'accertamento dei fatti di rilievo penale avvenga sotto il vigile occhio delle telecamere, come mi e' sembrato dannoso consentire che queste ultime diventassero strumento per agevolare la creazione di cortine di fumo capaci di dare un sostanzioso aiuto a chi aveva interesse a nascondere la verita'" (L'Unione Sarda del 13 gennaio 1998, pagina 3); stante tali autorevoli affermazioni, sembrerebbe eccessiva la spesa sostenuta per l'utilizzo dei telefoni cellulari parziale rispetto alle altre somme stanziate nel corso delle indagini che, come detto, non ha prodotto gli effetti sperati; il sostituto procuratore distrettuale dottor Mauro Mura avrebbe risposto al dottor Garau, sempre secondo quanto riportato dagli organi di informazione citati, che "potrebbero essere stati spesi anche cento miliardi, certo non spetta a me tenere la contabilita': Le autorizzazioni sono concesse sulla base delle richieste presentate dagli investigatori, per le spese che si rendono necessarie per motivi investigativi" -: se quanto scritto corrisponda al vero; quale sia il numero delle persone autorizzate all'utilizzo dei telefoni cellulari, il cui costo sarebbe stato sostenuto dallo Stato; quali siano le autorita' dello Stato che avevano il compito di controllare e verificare il reale utilizzo delle somme bilanciate per questa azione di indagine e con quali modalita' siano avvenuti i controlli e le concessioni di tali autorizzazioni di spesa. (4-14832)