INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14556 presentata da CORRENTI GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930525
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Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso: 1) che all'interrogante e' stato rimesso il libro dal titolo "Contro la giustizia" scritto dal pretore di Borgomanero dottor Erasmo Renzo Lombardi; 2) che i fatti gravi, documentatamente esposti nel libro, sono attribuiti ad alti magistrati dirigenti del Ministero di Grazia e Giustizia ed hanno indotto il Consiglio Superiore della Magistratura ad adottare apposita deliberazione nella quale e' particolarmente sottolineata la necessita' ed urgenza di decise indagini; 3) che giunge notizia secondo cui e' stata aperta indagine penale dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ed indagine amministrativa all'interno del Ministero di Grazia e Giustizia -: se corrisponda al vero, come l'interrogante ha fondate ragioni di ritenere: Aa) che la Procura della Repubblica non ha registrato alcun nome di persone indagate, pur essendo manifesto che i fatti inquietanti riportati nel libro risultano documentalmente ascrivibili quantomeno alla dottoressa Livia Pomodoro, alla dottoressa Liliana Ferraro ed al dottor Fabio Mondello, tutti magistrati in servizio presso il Dicastero; b) che il Procuratore della Repubblica dottor Vittorio Mele non ha ritenuto di astenersi ed ha compiuto atti di indagine pur essendo noto il suo rapporto di familiarita' ed amicizia con le dottoresse Pomodoro e Ferraro, alla quale ultima e' stata recentemente affidata dal dottor Vittorio Mele la presentazione del suo libro "Il mestiere di giudice" in affollate conferenze di cui ha dato notizia anche la stampa; c) che il Procuratore dottor Vittorio Mele non ha iscritto nel registro delle notizie di reato precedenti atti, pure a lui pervenuti, che contenevano le allarmanti notizie di sperperi ed abusi oggi meglio elencate nel libro del dottor Lombardi, cestinandole con provvedimento del 6 ottobre 1992; d) che il Procuratore Vittorio Mele si e' piu' volte recato sia immediatamente prima della citata "archiviazione" del 6 ottobre 1992 che nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione del libro del dottor Lombardi nell'ufficio del Capo di Gabinetto dottoressa Livia Pomodoro, per riunioni non annunciate da atti protocollati tra i due uffici, prive di verbalizzazione, e pertanto facilmente riferibili non a rapporti istituzionali tra i rispettivi uffici ma a contatti personali quantomeno inopportuni nel momento in cui netta dovrebbe essere la separatezza tra indagatore e probabile indagata; e) che il Procuratore della Repubblica dottor Vittorio Mele si accingerebbe ad associare alle indagini sui fatti di cui al libro del dottor Lombardi il sostituto procuratore dottor Pietro Paolo Saviotti che non figura tra i sostituti normalmente destinati ad indagini su reati contro la Pubblica Amministrazione e che in passato e' stato annoverato tra i collaboratori della dottoressa Liliana Ferraro, peraltro al di fuori di qualsiasi incarico del Ministro di Grazia e Giustizia; f) che, contrariamente alla prassi costantemente seguita in passato, l'indagine amministrativa interna al Ministero non e' stata affidata all'Ispettorato generale del Ministero; g) che l'ispezione e' invece diretta dal dottor Vincenzo Rovello, recentemente collocato alla Direzione Generale degli Affari Civili ed a sua volta legato, secondo quanto risulta all'interrogante da vincoli di familiarita' e di amicizia alla dottoressa Livia Pomodoro ed alla dottoressa Liliana Ferraro che ne avrebbero auspicato e favorito la nomina; h) che uno dei componenti della Commissione di indagine amministrativa e' addirittura il dottor Fabio Mondello, Direttore di uno degli uffici ispezionati, ripetutamente criticato nel libro del dottor Lombardi; i) che l'altro componente e' la dottoressa Floretta Rolleri, recentemente chiamata al Ministero, proprio per l'auspicio e le pressioni di quello che nel libro del dottor Lombardi e' individuato come gruppo di potere interno al Ministero stesso; l) se non ritenga il Ministro di Grazia e Giustizia che l'accertamento sui fatti, sia in sede penale che in quella amministrativa, corra il rischio di pericolose commistioni idonee a generare gravi dubbi sulla genuinita' ed imparzialita' dei risultati, ed a gettare discredito sulla funzione della magistratura nonche' sulla trasparenza del Ministero di Grazia e Giustizia; m) se le condotte sopra enunciate non costituiscano quantomeno illecito disciplinare, del quale il Ministro di Grazia e Giustizia ha titolarita' di impulso, e non comportino una conferma della tesi esposta nel libro del pretore di Borgomanero dottor Lombardi, secondo cui nel Ministero imperversa un gruppo di potere che pare dunque estendere le sue propaggini anche negli uffici giudiziari; n) quali garanzie di imparzialita' di vero approfondimento e di scrupolo nelle indagini il Ministro ritenga di poter assicurare al Parlamento ed ai cittadini; o) se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga di dover intervenire su questione di tanto rilievo per la trasparenza dell'importantissima amministrazione pubblica della giustizia. (4-14556)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14556 presentata da CORRENTI GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930525
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19930525-19940311
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14556 presentata da CORRENTI GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930525
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
CESETTI FABRIZIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
DE SIMONE ANDREA CARMINE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
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2014-05-14T21:05:32Z
4/14556
CORRENTI GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA)
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MINISTRO MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
19940223