INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14459 presentata da MALAVENDA ASSUNTA (MISTO) in data 19971213
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Ai Ministri dell'interno e per la solidarieta' sociale. - Per sapere - premesso che: il 3 dicembre 1997 e' esplosa una fabbrica di fuochi d'artificio a Giugliano (Napoli). Nella fabbrica, che risulta di proprieta' di Nicola Fiorillo, ma in realta' e' gestita dal padre Mario Fiorillo, lavoravano in quel momento una trentina di stranieri, quasi tutti algerini, e otto italiani. Si trattava di una fabbrica dove risulta agli interroganti che tutti i lavoratori erano "in nero" e venivano reclutati sulla piazza di Aversa ogni mattina alla maniera del piu' classico caporalato; l'esplosione produce subito una vittima e vari feriti gravi, che vengono portati negli ospedali della zona con il pullmino della ditta e con auto private. Intervengono polizia e carabinieri (che utilizzavano la fabbrica in questione come deposito per i fuochi d'artificio sequestrati) che fotografano e identificano i feriti nei loro letti (o barelle!) d'ospedale e quindi invitano i superstiti in grado di camminare a recarsi al commissariato per collaborare e dove potranno depositare una richiesta di permesso di soggiorno "per motivi di giustizia". I sopravvissuti, algerini con visto concesso dall'ambasciata di Algeri, tentando coraggiosamente di rompere il muro di omerta' e ricatto che sempre circonda gli immigrati irregolari, vogliono infatti dichiararsi parte lesa e intentare causa al padrone; il 10 dicembre 1997 nove immigrati si recano al commissariato dove vengono fotografati, interrogati, schedati e consegnati agli ispettori dell'ufficio stranieri della questura di Napoli che gli notificano un decreto di espulsione immediata. Alla fine dopo varie manovre, gli algerini finiscono in questura, mentre il loro avvocato viene tenuto fuori dalla porta, ma rifiutano di firmare il decreto di espulsione; sembra che gia' nel 1994 un'altra fabbrica del Fiorillo esplose, provocando la morte di tre operaie, ma evidentemente il signor Fiorillo puo' contare su protezioni sicure, ed ha quindi continuato la sua attivita', offrendo i capannoni delle proprie fabbriche "in regola" come deposito alla polizia, che quindi non poteva non sapere della situazione "irregolare" degli immigrati -: come intendano tutelare gli immigrati colpiti non solo dalla disgrazia di un lavoro senza protezioni ne' sicurezze, non solo dalla precarieta' delle condizioni di vita, non solo dai soprusi e violenze di micro e macro criminalita', micro e macro razzismi, ma anche dalla protervia e insensibilita' di alcune questure; se e come ritengano i Ministri interrogati di intervenire immediatamente nelle vicende richiamate, chiarendo il comportamento di questure e commissariati di polizia; se corrispondano a verita' le notizie circa la situazione dei lavoratori della fabbrica in questione e su quali protezioni o connivenze abbiano potuto contare i proprietari. (4-14459)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14459 presentata da MALAVENDA ASSUNTA (MISTO) in data 19971213
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14459 presentata da MALAVENDA ASSUNTA (MISTO) in data 19971213
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
CENTO PIER PAOLO (MISTO)
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2014-05-15T11:23:50Z
4/14459
MALAVENDA ASSUNTA (MISTO)