INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14178 presentata da BORGHEZIO MARIO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19971126
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_14178_13 an entity of type: aic
Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dei trasporti e della navigazione e del tesoro. - Per sapere - premesso che: i risultati del chiaro impegno assunto dalle ferrovie dello Stato per la concentrazione nell'area del trasporto, appaiono ad oggi del tutto deludenti; da mesi i vertici delle ferrovie dello Stato propinano all'opinione pubblica ed al Parlamento un bollettino quotidiano delle dismissioni, in cui operazioni nella sostanza onerose per i conti dell'azienda (come la liquidazione di Efeso con assorbimento del personale nel gruppo ferrovie dello Stato, o quella delle societa' immobiliari regionali le cui attivita' sono state riportate all'interno di Metropolis) vengono contrabbandate come successi nella guerra contro gli sprechi; nel contesto di tale strategia le ferrovie dello Stato hanno annunciato la propria volonta' di procedere alla cessione della Cit, azienda turistica presente dal 1927 in ambito ferroviario, dove tra le altre attivita', essa svolge con efficienza una rilevante funzione nella commercializzazione di biglietteria sul mercato estero e nazionale; in una azienda come le ferrovie dello Stato, i cui ricavi non ammontano neppure ad un terzo dei costi, la cessione dei rari assetti che, come la Cit, paiono realmente appetibili dal mercato, dovrebbe essere gestita sulla base di criteri volti a rendere proficue almeno quelle poche dismissioni che possono trovare una reale rispondenza sul mercato -: lo stesso vertice ferrovie dello Stato ha provveduto il 15 ottobre 1997 alla pubblicazione sui principali quotidiani di un avviso di gara per la vendita della societa' sulla base minima di quarantacinque miliardi; il 5 novembre 1997 le ferrovie dello Stato hanno trionfalmente annunciato di avere ricevuto ben dodici manifestazioni di interesse per l'acquisto della Cit da parte di primari operatori del settore; sulla base di confermati resoconti di stampa le ferrovie dello Stato condividono la proprieta' della Cit con un azionista di minoranza denominato Tieffe, detentore di un pacchetto di azioni pari allo 0,018 per cento del capitale della societa', ma che lo rendono pero' titolare di un diritto di prelazione per l'acquisto del suo totale controllo; attorno alla Tieffe circola da anni un vorticoso succedersi di articoli giornalistici ed interrogazioni parlamentari che hanno attribuito l'effettiva proprieta' della quota di minoranza della Cit dapprima ad industriali e finanzieri quali Patrucco e Bagnasco, noti anche per le loro vicende giudiziarie, e successivamente legati (?) a non meglio identificate sigle societarie come la fantomatica Sita inopinatamente comparsa tra gli azionisti della Cit nel 1996; in tale contesto reiterate notizie di stampa hanno di recente affermato senza trovare smentita da parte degli interessati che la proprieta' del pacchetto di minoranza della Cit sarebbe attualmente nelle mani della Ecp, societa' turistica del gruppo Tanzi ora operante sotto la nuova ragione sociale di Club Vacanze; Club Vacanze ha in questi giorni reso pubblicamente noto il proprio interesse a rilevare le attivita' della Cit dando notizia della sua formalizzazione presso l'advisor Vitale Borghesi & C. alla data del 3 novembre 1997, che il bando prevede come perentoria per la accettazione dei concorrenti alla gara; sulla sussistenza del diritto di prelazione dell'azionista di minoranza, che la Cit ha contestato in tutti i gradi di giudizio fin dal 1990, pende in questi giorni una pronuncia definitiva della Corte di cassazione, attesa per il 5 dicembre 1997; il bando di gara fissa al 10 dicembre 1997 la data per la presentazione delle offerte preliminari ma vincolanti da parte dei soggetti ammessi alla gara, con l'impegno di proporre in sede di offerta definitiva anche le azioni di Cit spa nella titolarita' del socio di minoranza alle medesime condizioni offerte alle ferrovie dello Stato; a fronte di acquisizioni cosi' ponderate il consiglio di amministrazione delle ferrovie dello Stato (allora come oggi presieduto dal dottor Crisci) delibero' nello stesso luglio del 1996, e senza alcuna istruttoria da parte delle strutture proposte, la immediata sottoscrizione di un aumento di capitale nella Ecp, portando la partecipazione delle ferrovie dello Stato da otto a centoventi miliardi, corrispondenti al valore attribuito ai cespiti della Itc&P al netto dell'indebitamento anch'esso confluito nella Ecp; quale sia il parere del Governo: sulla precipitosa scelta di escludere per la Cit qualsiasi possibile ruolo strategico nello sviluppo del trasporto passeggeri, che l'attuale vertice ferrovie dello Stato deve aver con ogni evidenza operato a poche ore dal suo insediamento alla guida del gruppo avvenuta ad ottobre del 1996; sulla sottovalutazione della circostanza, forse allora ignota al suddetto vertice, che tutte le ferrovie dei Paesi europei nostri partner, e quelle di molti altri paesi industrializzati ben piu' avanzate ed efficienti delle nostre, dispongono di proprie reti per commercializzare i loro prodotti sui mercati stranieri e che giudicano tali attivita' altamente strategiche per il successo delle loro operazioni; sulla congruenza della decisione di vendere la Cit, che attraverso le sue controllate estere garantisce circa il 5 per cento dei flussi turistici stranieri verso il nostro Paese, col mantenimento invece in ambito ferroviario di strutture costose quali la Sap e le operazioni di tour operating che fanno capo ad altre strutture ferroviarie, il cui contributo allo sviluppo del turismo in Italia e' da anni pressoche' nullo; se risponda al vero che il direttore generale delle ferrovie dello Stato dottor Fulvio Conti abbia espresso, di fronte al sottosegretario per i trasporti onorevole Giuseppe Soriero, la determinazione di esercitare a priori una evidente disparita' di trattamento nei confronti del personale Cit, che in caso di cessione della Societa' non sarebbe riassorbito all'interno del gruppo ferrovie dello Stato; se risponda al vero che: a) il Ministro dei trasporti e della navigazione, gia' ampiamente interpellato sulla vicenda da parlamentari delle piu' diverse parti politiche nell'esercizio della loro potesta' ispettiva, abbia invitato i nuovi vertici delle ferrovie dello Stato a procedere rapidamente alla vendita della Cit; b) dopo la sostituzione del vertice ferroviario coinvolto nelle indagini della procura di Perugia, le ferrovie dello Stato il 31 gennaio 1997, hanno ceduto alla Itc&P la loro partecipazione in Ecp, asserendo di avere realizzato un valore pari a quello di acquisto maggiorato degli interessi legali; c) il pagamento della quota Ecp ceduta dalle ferrovie dello Stato non e' ancora ad oggi avvenuto per intero; d) in violazione degli accordi relativi alla cessione a delle 60 agenzie di Cit Viaggi alla Ecp (oggi Club Vacanze), tale societa' a partire da luglio 1996 ha emesso biglietteria ferroviaria utilizzando la licenza Cit ed accumulando nei confronti dell'azienda un debito di quindici miliardi; e) pur trovando tale credito piena evidenza nei bilanci di Cit Viaggi, gli amministratori dell'azienda non abbiano assunto finora misure di sorta per il suo recupero, in mancanza del quale essi con il beneplacito dei loro azionisti stanno paradossalmente finanziando non solo un diretto concorrente sul mercato, ma anche un potenziale acquirente dell'azienda a discapito degli altri undici interessati; f) il gruppo Tanzi, come riportato dalla stampa, abbia acquistato una societa' denominata Ausiliare che detiene tra i suoi assetti la societa' Cemat proprietaria di circa 150 carri merci in vista di utilizzarli quale forma di pagamento verso le ferrovie dello Stato in contropartita della proprieta' della Cit nell'ottica di poter avviare su di essa una trattativa privata; se il Governo non ritenga: che i fatti rendano urgente il suo impegno per verificare che la gara bandita per la vendita della Cit non rappresenti in realta' un meccanismo alternativo per rendere possibile la cessione della societa' alla Club Vacanze, che gia' sotto la precedente gestione era con ogni evidenza stata individuata come l'acquirente predestinato ad appropriarsi della societa' attraverso una trattativa privata dalla metodologia a dir poco di dubbia trasparenza; se il Governo e in particolare il Ministro controllante ed il Ministro del Tesoro giudichino rispondente ai necessari requisiti di trasparenza la mancata menzione nel bando pubblicato il 15 ottobre 1997 dell'esistenza di un diritto di prelazione e del sussistere della relativa pendenza giudiziaria; se, in proposito, essi siano altresi' al corrente delle seguenti circostanze che: fin dal 1994 sotto la guida dell'avvocato Necci le ferrovie dello Stato ebbero ad acquistare, per un valore di otto miliardi, il 40 per cento del capitale della Ecp (compartecipata per la stessa quota da interessi della famiglia Tanzi riuniti sotto la sigla Itc&P ed attuale concorrente con la nuova ragione sociale Club Vacanze alla gara per l'acquisto della Cit teste' bandita dalle ferrovie dello Stato sotto la guida dell'ingegner Cimoli), aprendo con essa un rapporto di collaborazione imprenditoriale; secondo notizie di stampa allora e successivamente mai smentite dalle ferrovie dello Stato e dagli altri interessati, e secondo interrogazioni di autorevoli Parlamentari rimaste senza soddisfacente risposta, l'ingresso delle ferrovie dello Stato nella Ecp sarebbe stato accompagnato dalla stipula di una serie di accordi parasociali volti a stabilire: a) una opzione a favore della Itc&P da potersi esercitare entro sette anni dalla data dell'accordo per l'acquisto del capitale della Cit ad un prezzo non stabilito preventivamente, ma pari al valore che l'azienda avrebbe avuto al momento dell'esercizio di tale diritto; b) l'impegno delle ferrovie dello Stato alla copertura delle eventuali perdite che la Cit avesse dovuto registrare sotto la gestione della Ecp; lo scopo sociale della Ecp affidata alla guida della parte privata venne allora identificato con la gestione comune delle attivita' turistiche della Itc&P e delle stesse ferrovie, in sostanza cioe' della Cit, da attuarsi attraverso la stipula di contratti di gestione con la Ecp che prevedevano l'unificazione delle tesorerie della Cit e della Itc&P, notoriamente (confronta all. 6/a e all. 6/b) gravata da un indebitamento incompatibile con i livelli del suo giro d'affari e con i margini propri dell'attivita' turistica; a luglio del 1996 dopo ripetuti rinvii della stipula di tali inusitati accordi da parte del CdA della Cit, la Ecp rilevo' dalla stessa Itc&P una serie di cespiti costituiti da attivita' di tour operator, provvedendo contestualmente ad acquistare sessanta agenzie da Cit Viaggi, controllate dal Gruppo Cit, per un controvalore di trenta miliardi; il valore attribuito alle attivita' cedute dalla Itc&P e' stato di 330 miliardi, di cui 180 per il solo avviamento commerciale a fronte di un fatturato di 450 miliardi e debiti per oltre 200; sempre stando alle informazioni giornalistiche di quel periodo l'ammontare dell'avviamento della Itc&P sarebbe stato calcolato moltiplicando per otto il margine operativo lordo delle attivita' dichiarato dalla azienda stessa, metodologia che ebbe a suscitare i piu' ilari commenti di esperti e dei piu' autorevoli organi di stampa; i valori di cui sopra pagati dalla Ecp presieduta dal professor Benedetto De Cesaris (allora presidente delle ferrovie dello Stato) vennero stabiliti dai periti sulla base di criteri estimativi comunicati dalle stesse parti contraenti; se intendano in particolare accertare se: la inusuale prassi di esplicitare un valore minimo (fissato per la Cit in 45 miliardi) come base d'asta, non possa di fatto rappresentare un limite alla competizione per l'acquisto della societa'; la medesima scadenza prevista dal bando di gara non venga di per se stessa a costituire un ostacolo all'effettiva motivazione dei partecipanti, conferendo al detentore del diritto di prelazione il vantaggio di poter utilizzare il giudizio in pendenza fino al 5 dicembre 1997 come fattore che rende obiettivamente incerte le basi su cui gli altri 11 interessati potranno formulare le loro valutazioni fino a rendere problematica la loro decisione di trasformare le manifestazioni di interesse, che le ferrovie dello Stato tanto decantano a riprova della trasparenza della gara, nella effettiva presentazione delle loro offerte preliminari che, come da capitolato reso noto il 15 ottobre, deve avvenire solo cinque giorni dopo la pronuncia della Corte di cassazione; i tempi fissati dalle ferrovie dello Stato nel bando di gara non possa rappresentare comunque un vantaggio per il titolare del diritto di prelazione che potrebbe formulare la propria offerta tarandone la consistenza in funzione dell'esito del giudizio; ed infine per acclarare se tali ipotesi, siano esse dipendenti da negligenza o dolo dei soggetti coinvolti, non giustifichino l'immediata indicazione alle ferrovie dello Stato di procedere alla sospensione della procedura di vendita della Cit, e la segnalazione dei fatti alla competente autorita' giudiziaria. (4-14178)
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