INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13993 presentata da PICIERNO PINA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20111123
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13993 presentata da PINA PICIERNO mercoledi' 23 novembre 2011, seduta n.553 PICIERNO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: come si apprende da numerosi articoli di quotidiani apparsi a partire dal 15 novembre 2011, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Napoli nei confronti di nove persone, tra cui Nicola Schiavone e Gaetano Riina, contiene elementi che fanno emergere l'esistenza di un patto tra Cosa Nostra e il clan dei Casalesi per la spartizione del controllo dei grandi mercati ortofrutticoli italiani ed e' legata alla prosecuzione dell'operazione «Sud Pontino»; il quadro che emerge troverebbe riscontro, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dal procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Napoli Federico Cafiero De Raho, nelle dichiarazioni dei pentiti Gianluca Costa, Francesco Cantone e Salvatore Laiso e nelle 224 pagine dell'ordinanza, in cui hanno un ruolo centrale numerose intercettazioni telefoniche e ambientali; il pentito Francesco Cantone avrebbe dichiarato che il boss dei Casalesi Michele Zagaria intendeva estendere la propria influenza sul mercato ortofrutticolo di Fondi (Latina), ma avrebbe trovato l'opposizione di Nicola Schiavone, figlio di Francesco «Sandokan» Schiavone, che avevano gia' imposto il monopolio del trasporto su gomma alla ditta «La Paganese» di San Marcellino (Caserta). Questa ditta, formalmente intestata all'imprenditore Costantino Pagano, vedeva un diretto coinvolgimento della famiglia Schiavone, che era riuscita a scalzare dal settore del trasporto nei primi anni 2000 le ditte legate ai clan Maliardo di Giugliano e Licciardi di Secondigliano; in particolare, un capitolo dell'inchiesta riguarderebbe il rapporto tra gli Schiavone e i Riina: alcune intercettazioni ambientali avrebbero appurato la presenza della figlia di Riina negli uffici della ditta «La Paganese» e il pentito Gianluca Costa avrebbe confermato che l'intesa con Cosa Nostra era essenziale per permettere agli Schiavone il controllo delle rotte da e per la Sicilia dei prodotti ortofrutticoli; La Paganese, infatti, avrebbe soddisfatto gli ordini in parte con propri mezzi e in parte affidando ad altre imprese, diventando cosi' il punto di riferimento di una rete di aziende campane, calabresi e siciliane che lavoravano sulla stessa tratta, dietro il pagamento di una provvigione al clan dei Casalesi; il medesimo Gianluca Costa, avrebbe riferito di un incontro tra Pagano, Sfraga - referente imprenditoriale per i Riina -, Messina Denaro, e Gaetano Riina, avvenuto in Sicilia, in cui si sarebbe stabilito il dominio degli Schiavone sulla tratta siciliana, mentre in cambio i Casalesi avrebbero aiutato Cosa Nostra a imporre la propria posizione nei mercati ortofrutticoli campani e laziali; un altro delicato capitolo dell'inchiesta riguarderebbe il traffico di armi gestito proprio grazie alle numerose tratte battute dai tir dell'ortofrutta: l'arsenale da guerra sequestrato nel luglio 2006 nel casertano avrebbe provenienza bosniaca e sarebbe avvenuto con la complicita' di militari impegnati nella missione di pace; l'infiltrazione della criminalita' organizzata nel trasporto ortofrutticolo e nella gestione dei grandi mercati, tra cui spicca quello di Fondi, e' un tema emerso in numerose inchieste che sembra compromettere del tutto la normale concorrenza tra imprese, penalizzare gravemente i consumatori e rafforzare una rete di illegalita' a tutto vantaggio dei clan -: di quali elementi disponga rispetto a quanto rappresentato in premessa e quali iniziative urgenti intenda adottare per rafforzare la lotta alla criminalita' organizzata nel settore ortofrutticolo, per alleviare la pressione criminale sui grandi mercati in un settore vitale per l'economia italiana, specialmente al Sud. (4-13993)
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PICIERNO PINA (PARTITO DEMOCRATICO)