INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12920 presentata da SERVODIO GIUSEPPINA (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) in data 19971007

Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: e' in fase di elaborazione uno schema di decreto ministeriale che, in attuazione del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 stabilisce norme sul recupero dei rifiuti; tale decreto comprenderebbe anche le sanse esauste che si ottengono dalla estrazione delle sanse vergini; il decreto, inoltre, stabilirebbe limiti per le emissioni in atmosfera degli stabilimenti di estrazione di olio dalle sanse e degli stabilimenti di estrazione di olio da semi di vinacciolo a livelli molto bassi (trenta volte meno per le polveri) di quelle previsti dal decreto ministeriale 12 luglio 1990, relativo alle linee guida per le emissioni in atmosfera, che prevedeva un periodo di adeguamento in scadenza il 31 dicembre 1997; secondo gli esperti del settore, sulla base delle tecnologie disponibili ed economicamente applicabili, sarebbe impossibile rispettare i suddetti limiti; la direttiva comunitaria n. 91/156 definisce rifiuto qualsiasi sostanza di cui il produttore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi; secondo gli orientamenti prevalenti anche presso i servizi della commissione europea non puo' essere considerato rifiuto un materiale che venga fabbricato intenzionalmente e utilizzato direttamente nell'attivita' produttiva: tale prodotto, peraltro, ha un mercato consolidato, possiede specifiche caratteristiche merceologiche e non determina particolari inconvenienti per l'ambiente; le sanse esauste e le farine di vinacciolo sono materiali tradizionalmente impiegati come combustibile negli stessi impianti dove vengono prodotti (sansifici e stabilimenti di estrazione degli oli di semi) o presso impianti industriali di grandi dimensioni (quali le centrali elettriche) e di piccole dimensioni (quali fornaci, serre, eccetera) o, infine, nelle utenze civili (quali i condomini e i privati). L'impiego di tali materiali per il recupero energetico si e' largamente diffuso in questi anni tanto che gli stessi sono quotati ufficialmente, con precise specifiche merceologiche, presso le camere di commercio delle province dove maggiore ne e' la produzione o l'utilizzo. Le sanse esauste, per i privati consumatori, sono vendute anche nei supermercati; esse costituiscono un oggetto intenzionale dell'attivita' produttiva: infatti, specie nel caso dell'attivita' di estrazione dell'olio delle sanse, scopi dell'attivita' produttiva sono sia l'olio, sia tali sanse esauste, i cui ricavi sono fondamentali ai fini della chiusura dei bilanci annuali; non sono inclusi nel catalogo dei rifiuti che, come precisato nella medesima decisione n. 94/3, ha carattere indicativo, dovendosi desumere la nozione di rifiuto unicamente dalla definizione contenuta nella direttiva n. 91/56; le sanse esauste, essendo costituite dal residuo del nocciolo dell'oliva o del seme oleoso, hanno consistenza simile alla legna da ardere; il loro impiego nella combustione, pertanto, avviene direttamente, senza nessuna ulteriore lavorazione, e non determina particolari inconvenienti per l'ambiente; il mancato introito derivante dalla impossibilita', per effetto degli accennati limiti di emissione, di destinare detto materiale all'uso naturale, rende non piu' economica l'attivita' di estrazione e potrebbe, quindi, portare alla chiusura degli stabilimenti con gravi conseguenze su tutta la filiera olivicola -: se il ministro non ritenga opportuno e necessario rivedere sostanzialmente la classificazione come rifiuto degli accennati materiali e risolvere cosi' un problema che rischia, altrimenti, di provocare pericolose ricadute in termini economici e occupazionali. (4-12920)