INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12012 presentata da BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110519
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-12012 presentata da MARCO BELTRANDI giovedi' 19 maggio 2011, seduta n.475 BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che: grazie al servizio reso al pubblico da Radio Radicale, si e' appresa la notizia di un caso di amministrazione sicuramente inefficiente che potrebbe anche essere definita vessatoria, poiche' l'edificazione di un cimitero rischia di far chiudere un'impresa, come emerge da un'intervista rilasciata del titolare dell'impresa in oggetto ed una di un sindacalista che concordano nel denunciare un caso di abuso di potere; questi i fatti: nel 1921 viene creata la SERT S.r.l., che si e' sviluppata negli anni fino a raggiungere le dimensioni attuali con stabilimento sito nel comune di Leini' (Torino), ai confini con il comune di Caselle Torinese ed un'area di 45.000 metri quadri di cui 20.000 metri quadri coperti; il business di SERT e' attualmente rappresentato per oltre l'80 per cento dalla costruzione di impianti di trasporto per il settore auto e veicoli industriali, le cosiddette «catene di montaggio». Opera in regime di oligarchia poiche' nella costruzione di catene di montaggio per importi superiori al milione di euro per singolo impianto vi sono solo altre due aziende a questo livello. Costruisce sia per il mercato nazionale che estero. L'azienda ha fatturato nel 2008 oltre 13 milioni di euro con 32 dipendenti ed altrettanti occupati nell'indotto che si e' creato negli anni; cosi' si e' espresso, denunciando un sopruso nei suoi confronti contenuto in una lettera indirizzata al prefetto il proprietario dell'azienda: «La vicenda che descrivero' inizia ai primi di aprile del 2009, quando improvvisamente abbiamo visto effettuare lavori di movimento terra nel prato di fianco alla nostra azienda. Solo in quel momento abbiamo scoperto che il comune di Caselle stava iniziando la costruzione del secondo cimitero. Ne' la SERT ne' la mia famiglia, che risiede all'interno della proprieta' di fianco allo stabilimento, sono mai state preavvisate di tale opera e dei relativi vincoli imposti sulla proprieta' come previsto dalla legge. Il mio stabilimento e la mia abitazione ricadono nel territorio e sotto la giurisdizione del Comune di Leini', confinante con quello di Caselle. La costruzione del cimitero che e' avvenuta all'interno della fascia di rispetto stabilita per legge in 200 metri, per ragioni tecniche, ha introdotto sulla mia proprieta' (SERT) due vincoli prima inesistenti: zonizzazione acustica, il che vuol dire incompatibilita' a livello di rumore tra la mia attivita' produttiva ed il cimitero stesso; inedificabilita', il che vuol dire impossibilita' di costruire o modificare quanto esistente. SERT negli esercizi 2008 e 2009 aveva realizzato utili importanti, dell'ordine di 400 milioni di euro al netto delle imposte, che le stavano consentendo di far fronte a debiti risalenti ad esercizi precedenti ed inoltre aveva in corso un piano di investimenti finalizzati ad un forte recupero di produttivita', investimenti per terminare i quali era in attesa di un finanziamento bancario di oltre 1 milione di euro a fronte del quale l'immobile forniva le necessarie garanzie. L'introduzione dei due vincoli di cui sopra ha fatto si' che le banche, ritenendo l'immobile svalutato, non si siano piu' sentite garantite. Quindi non hanno piu' erogato il finanziamento richiesto e cio' ha innescato una pesante crisi finanziaria. Inoltre l'impossibilita' di modificare se non marginalmente i fabbricati industriali, per un'attivita' dinamica come la nostra, significa oltre all'ingente danno patrimoniale, avere strutture non migliorabili e che nei primissimi anni a venire diventerebbero inutilizzabili in quanto obsolete ai fini produttivi. Abbiamo immediatamente conferito mandato ai nostri legali, ma nonostante la presentazione di reiterate e documentate istanze alla pubblica amministrazione, tutte le richieste per accedere ai documenti indispensabili per far valere le nostre ragioni in sede giudiziaria sono rimaste regolarmente inevase senza motivazione alcuna. Nello stesso tempo abbiamo tentato di far intervenire il Comune di Leini', nella persona del sindaco Ivano Coral. Nonostante fosse a conoscenza dei vincoli di natura acustica e urbanistica posti illegittimamente dal Comune di Caselle su un'area appartenente ad un altro Comune, non ha ritenuto opportuno intervenire. Abbiamo quindi richiesto ed ottenuto un incontro in Regione. L'assessore all'urbanistica della Giunta Bresso, Sergio Conti, pur avendo fissato l'incontro per fine luglio 2009, non mi ha incontrato di persona ma mi ha fatto parlare con un funzionario, il dottor Trifiro': anche da questo incontro non sono sortite soluzioni o interventi di sorta. In data 3 luglio 2009 abbiamo ottenuto dal Tar un primo decreto di blocco dei lavori. In data 18 luglio 2009 una successiva ordinanza dello stesso Tribunale ha disposto invece la ripresa dei lavori stessi, in quanto, secondo il parere espresso dal Collegio giudicante, titolato ad intervenire era il solo Comune di Leini', non io come persona fisica e neppure l'azienda come persona giuridica. In data 21 ottobre 2010 il Consiglio di stato ha confermato il giudizio di primo grado del Tar, sostenendo inoltre come non risultasse fumus persecutionis o danno apparente nei confronti della societa'. Giudizi negativi sui quali ha certamente influito il fatto di non essere riusciti ad ottenere dai Comuni i documenti a dimostrazione delle nostre tesi relativamente a mancanza dell'autorizzazione regionale alla riduzione della fascia di rispetto, esistenza del vincolo di inedificabilita' ed errata zonizzazione acustica. A novembre del 2009 abbiamo ottenuto dal Comune di Leini' il documento che certifica l'esistenza del predetto vincolo di inedificabilita' assoluta gravante sulla nostra proprieta' ed introdotto dalla costruzione del cimitero, ma anche allora il sindaco non e' intervenuto per bloccare i lavori, salvo poi dichiarare, a fine dicembre 2009, di non avere piu' la facolta' di farlo, in quanto trascorso il termine di 60 giorni dall'inizio lavori. Il sindaco pero', in qualita' di ufficiale sanitario e responsabile della protezione civile, ha titolo per effettuare in qualsiasi momento interventi a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini ed e' stato dimostrato da relazioni prodotte da tecnici di parte che sussistono seri e comprovati rischi idrogeologici per i quali era sconsigliabile la costruzione del cimitero nell'area prescelta. Inoltre vi e' un difetto di giurisdizione di Caselle, in quanto un'opera pubblica edificata sul territorio di un Comune non puo' porre per nessuna ragione vincoli sul territorio di un altro Comune. Nei giorni successivi, sono stato convocato dal sindaco Coral e dal responsabile dell'ufficio Tecnico del Comune, il geometra Franco Titonel e mi e' stato richiesto di rinunciare ad ogni iniziativa legale. Continuava a mancare pero' il tassello principale alla nostra difesa, la prova dell'esistenza o meno della indispensabile autorizzazione regionale per l'approvazione della variante di piano regolatore generale che introducesse la riduzione della fascia di rispetto da 200 a 100 metri, senza la quale la predetta approvazione, ottenuta solo a mezzo delibera di consiglio comunale, non avrebbe avuto alcun valore. A dicembre 2009 ci siamo rivolti alla prefettura tramite la nostra associazione di categoria l'Api, associazione delle piccole e medie industrie del Piemonte, per vedere di sollecitare la regione a produrre la dichiarazione di assenso regionale alla variazione della fascia di rispetto, ma senza ottenere alcun risultato. In data 21 dicembre 2009 il comune di Leini' ha inviato i vigili urbani ad effettuare un sopralluogo per verificare il secondo capannone della nostra azienda, un fabbricato ritenuto abusivo che e' stato costruito nel 2003 con tutte le regolari autorizzazioni di cui possiamo produrre copia, compreso il numero di licenza edilizia ed e' stato regolarmente registrato al Catasto nel 2007. Nel verbale redatto in quella sede ho comunque evidenziato l'esistenza di un contenzioso sugli oneri di urbanizzazione che secondo noi erano gia' stati corrisposti con le opere di urbanizzazione effettuate nel 1997 a nostro carico e non dovute per complessivi 120 mila euro. Disegni e permessi erano stati regolarmente richiesti, autorizzati e depositati ed era stata concessa la licenza edilizia. Ma anziche' verificare la palese fondatezza delle nostre affermazioni con un semplice controllo negli archivi del Comune stesso, ci sono state notificate prima un'ordinanza di sospensione dei lavori (peraltro gia' ultimati nel 2003) poi la demolizione del capannone, oltre a una denuncia per abuso edilizio nei miei confronti. Ad oggi e' l'unico procedimento ancora in corso, anche se al momento non sono ancora stato sentito dal magistrato, mentre il nostro esposto per omissione di atti d'ufficio, non risulta ad oggi aver sortito effetto alcuno nonostante gli incontri avuti con il pubblico ministero Dottor Ferrando, miei e dei miei collaboratori. A marzo 2010 la crisi di liquidita' e' degenerata, al punto che non siamo piu' stati in grado di rispettare gli accordi di rateazione stipulati con Equitalia e fino ad allora regolarmente onorati. Lo stesso ministro Giulio Tremonti, messo a conoscenza della vicenda, ci ha messo sotto la diretta tutela del Dottor Pristipino responsabile per il Piemonte dell'Agenzia delle Entrate. Stante la situazione di crisi persistente, a fine maggio 2010 siamo stati costretti ad aprire la procedura di mobilita' per il personale dipendente. Nel frattempo ho avuto alcuni incontri personali con il nuovo assessore Ugo Cavallera, subentrato a Conti dopo il cambio di amministrazione a seguito delle elezioni amministrative regionali, ma anche cio' non ha portato a risultati. Abbiamo presentato un esposto direttamente al Procuratore aggiunto Dottor Guariniello ed abbiamo avuto un primo contatto con una sua collaboratrice, che ad un esame sommario ha riscontrato dubbi e rischi igienico-sanitari oltre che il non rispetto delle normative europee, ma in seguito il fascicolo e' stato avocato dal Dottor Ferrando. Al momento anche questo risulta ancora aperto, ma l'inchiesta non ha fatto passi avanti. Siamo finalmente riusciti ad ottenere il documento fondamentale che riconosce la non esistenza della gia' citata autorizzazione regionale alla variante di Piano regolatore varata ad hoc con la sola delibera del Consiglio comunale di Caselle. Mi risulta che in data 15 luglio 2010 ci sia stato un incontro tra l'assessore Cavallera e i due sindaci. Anche questo non ha prodotto nulla. In data 30 luglio 2010 abbiamo avuto un ulteriore incontro con la Regione, rappresentata dal Dottor Beppe Cortese, responsabile della segreteria del Presidente Roberto Cota. Al termine dell'incontro abbiamo ottenuto un impegno a sostenerci in un percorso di supporto finanziario in attesa del giudizio del tribunale. Di fatto, nonostante le dichiarazioni, non si e' ottenuto nulla. La situazione e' poi degenerata dopo il ricorso al giudice civile. Anche se ha respinto il nostro ricorso ex articolo 700, in quanto ormai dall'avvio dei lavori era trascorso un anno e mezzo, il Tribunale di Cirie' ha riconosciuto l'illegittimita' per mancanza di giurisdizione del vincolo urbanistico posto da Caselle sulla proprieta' SERT, perche' posto in altro Comune. Questa sentenza ha riconosciuto il danno causato da Caselle e dalla Regione alla SERT e contestualmente il presunto abuso edilizio si e' ridimensionato a contenzioso sugli oneri di urbanizzazione. Dopo una manifestazione davanti al palazzo della Regione, siamo stati ricevuti nuovamente dall'assessore all'urbanistica Cavallera e dal neo assessore al Lavoro Claudia Porchietto. Gli assessori si sono impegnati a fornirci i documenti mancanti, che ci sono regolarmente pervenuti in data 26 gennaio 2011. Nel corso dell'incontro l'assessore Cavallera affermo' che, in caso di rinuncia all'avvio di procedimento per danni, ci sarebbero stati erogati subito i finanziamenti necessari per far sopravvivere l'azienda. I finanziamenti pero' non arrivarono. Da Intesa San Paolo furono avanzate le richieste di approvazione in tempi strettissimi del bilancio di esercizio; richiesta di un'ulteriore fideiussione, peraltro procurata in data 28 dicembre; applicazione della procedura ex articolo 67 L.F. Alla fine del 2010 si tenne un incontro in Regione con l'assessore Porchietto, con le banche, Eurofidi, un rappresentante della Prefettura ed i sindacati. Si presentarono un piano economico triennale ed un piano finanziario che dimostravano come SERT fosse in grado di produrre utili e flussi di cassa tali da consentire di far fronte alla restituzione di un prestito valutato nella sua globalita' in 3 milioni di euro e di far fronte anche ai debiti pregressi. Il risultato fu che la banca Popolare di Novara, Biverbanca e Carige dimostrarono di non gradire l'ipotesi dell'ex articolo 67 suggerita da Intesa San Paolo. Ancora una volta non si sbloccarono i finanziamenti. Nel frattempo la situazione economica peggiorava per ovvi motivi e perche' la mancanza di liquidita' impediva l'acquisizione di quelle commesse di alto valore e marginalita' che costituiscono il cuore dell'attivita' di SERT. Si e' quindi iniziato un rapporto diretto con Finpiemonte, finanziaria della Regione, la quale ha convocato le banche cercando di forzare la situazione. Sono avvenuti alcuni incontri, ma anche tale strada non ha portato risultati. Ad oggi la Banca Popolare di Novara che si era dimostrata la piu' disponibile ad intervenire ha posto queste condizioni per l'intervento: garanzia a prima richiesta; 300.000,00 euro di liquidita' immessi in azienda dall'imprenditore; disponibilita' di una seconda banca ad intervenire. Tutte condizioni alle quali non sono in grado di far fronte perche' il denaro di cui disponevo l'ho gia' immesso in azienda per poter arrivare fino ad oggi; la garanzia a prima richiesta non mi viene rilasciata da nessun consorzio di garanzia; la seconda banca che e' Intesa San Paolo non e' disponibile ad intervenire. La scorsa settimana ho acquisito da Fiat un ordine di poco meno di 2,4 milioni di euro ed ho al momento un portafoglio ordini di oltre 4 milioni di euro con consegna richiesta entro luglio 2011. Fiat mi chiede garanzie di solidita' finanziaria per poter procedere all'assegnazione di commesse per diverse decine di milioni di euro, lavori economicamente molto vantaggiosi e che, con gli investimenti fatti nel 2009, posso tranquillamente eseguire a fronte di assunzione di circa 5 addetti. Abbiamo le commesse di lavoro, ma non la liquidita' necessaria per affrontare l'acquisto dei materiali ed il pagamento dei fornitori che con il degenerarsi della situazione non ci concedono piu' dilazioni di pagamento. O troviamo il modo di ottenere i finanziamenti necessari in tempi brevi, brevissimi o saremo costretti a cessare l'attivita' con le immaginabili ricadute negative sui dipendenti che non percepiscono lo stipendio da alcuni mesi, sui fornitori alcuni dei quali saranno a loro volta costretti alla chiusura, sulla collettivita' locale»; in precedenza l'imprenditore aveva cercato l'incontro con le istituzioni territoriali. Si riporta il testo del comunicato stampa rilasciato dall'amministrazione, successivo all'incontro: «Torino, 30 luglio 2010 - INCONTRO IN REGIONE SULLA SERT DI LEINÌ - Si e' tenuto questa mattina presso la sala Giunta del Palazzo della Regione un incontro per esaminare la situazione dell'Azienda Sert s.r.l. di Leini' (Torino). Al tavolo sono intervenuti, oltre alla proprieta', il capo segreteria del Presidente della Regione dottor Giuseppe Cortese, rappresentanti degli assessorati regionali allo Sviluppo Economico e al Lavoro, il sindaco del Comune di Leini' Ivano Coral, Roberto Arfinengo dell'Api e le tre sigle sindacali metalmeccaniche Uilm, Fim e Fiom. "Abbiamo dichiarato la nostra disponibilita' a costruire un percorso di sostegno finanziario col coinvolgimento di Finpiemonte - ha detto il capo segreteria Cortese - che permetta di riavviare l'attivita' dopo un lungo periodo di contenzioso urbanistico-territoriale tra Comuni che ha rischiato di mettere in crisi un'azienda che possiede molti ordinativi e di lasciare a casa tanti lavoratori. Il tavolo odierno, convocato per risolvere definitivamente la questione ha visto la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, tranne che dei rappresentanti del principale attore della vicenda, il Comune di Caselle, che non ha fatto peraltro giungere alcun tipo di comunicazione. Di questo atteggiamento ciascuno si assumera' le proprie responsabilita'". "L'imprenditore della SERT - ha chiosato Cortese - ha dato atto della buona volonta' di tutti i convenuti ed in primis della Regione, dichiarandosi pronto a ripartire a pieno regime con la propria attivita' qualora l'autorita' giudiziaria sblocchi la situazione".»; gli stessi lavoratori sostengono la bonta' delle ragioni esposte dalla proprieta' e per questo motivo i rappresentanti di Uil-Uilm, Fim-Cisl, Fiom-Cgil territoriali, hanno segnalato la gravita' della situazione presso i piu' alti vertici istituzionali; riassumendo: il cimitero e' stato edificato senza l'autorizzazione regionale alla riduzione della fascia di rispetto, la riduzione fatta mediante consiglio comunale, in quanto impone i vincoli su un'altro comune e' illecita ed illegittima; sono stati posti dei vincoli di zonizzazione acustica ed inedificabilita' assoluta su di un'attivita' presente dal 1969 e quindi totalmente incompatibili con la situazione di fatto preesistente, e che mai sono stati notificati; tali vincoli hanno azzerato il valore patrimoniale della societa' (45.000 metri quadri di cui coperti 20.000) generando una perdita secca di oltre 15 milioni di euro, tale da far revocare nel 2009 i finanziamenti bancari gia' deliberati per 2,5 milioni di euro; il cimitero e' localizzato su di un area ad elevatissimo rischio idrogeologico, soggetto alle alluvioni del 1994, 2000, 2008 eretto cioe' su un sito morfologicamente inidoneo, pertanto anche se non esistesse la SERT, il cimitero non andava comunque collocato nel luogo prescelto -: se i fatti narrati in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualita' positiva quali iniziative urgentissime intendano porre in essere per evitare che un'impresa che si e' sempre fatta lustro della propria produzione ad alto contenuto tecnologico sia trascinata fuori dal mercato non per incapacita' gestionali, ma per errori o abusi della Pubblica Amministrazione, che rischiano di trascinare in rovina gli addetti e le proprie famiglie, fatto ancor piu' grave vista la difficile situazione economico finanziaria che attraversa il Paese tutto. (4-12012)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12012 presentata da BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110519
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20110519-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12012 presentata da BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110519
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)
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2014-05-15T01:06:56Z
4/12012
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)