INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11797 presentata da VENDOLA NICHI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 25/11/2004

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11797 presentata da NICHI VENDOLA giovedì 25 novembre 2004 nella seduta n. 552 VENDOLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che: nella piana di Venafro, in provincia di Isernia, a breve distanza dal confine con la provincia di Caserta, opera la società COLACEM, società tra le più grandi del Sud specializzata nella produzione di cemento; l'opificio succitato ha una torre alta più di sessanta metri che continuamente espande a dismisura le polveri sottili, frutto della lavorazione della pietra per la produzione del cemento, causando gravi danni all'ambiente ed ai fertili terreni circostanti e quindi agli agricoltori del luogo. La ricaduta al suolo delle polveri sottili si verifica durante le piogge producendo effetti devastanti alle colture agro-alimentari e al successivo ciclo alimentare; l'opificio sarebbe stato realizzato senza essere sottoposto dalla Regione Molise al V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) con giustificazioni abbastanza capziose, pur esistendo un documento del Ministero dell'Ambiente che sollecitava le Autorità periferiche a procedere in tal senso; le Autorità regionali molisane e campane tollererebbero che la N.I.M. s.r.l., società capofila a cui appartiene anche la COLACEM, si rifornisca di inerti (si parla di una ventina di Tir che ogni giorno trasportano materiale inerte) provenienti da una zona già massacrata sotto il profilo geologico; la società Visocchi di Napoli da anni sta devastando l'alveo del fiume Volturno all'altezza della Valle di Torcino (ex tenuta di caccia dei Borboni) su un'area di 40 ettari, zona già sottoposta a vincolo dalla Soprintendenza competente a fronte della presenza di una possente cinta muraria Sannitica, prelevando abusivamente materiale inerte (fino ad una profondità di 35 metri) che va a foraggiare la produzione di cemento del succitato opificio; il prelievo costante di inerte non escluderebbe il pericolo per la popolazione a valle di essere travolti da una possibile inondazione dovuta dalla piena del fiume Volturno; sempre la società Visocchi ha venduto alla N.I.M. s.r.l. la concessione per lo sfruttamento di una parte della cava; parrebbe che l'autorità prefettizia di Isernia, intervenuta ad una conferenza di servizi indetta nel 2001 e rappresentata dal dottor Antonio Incollingo, oggi consigliere regionale del Molise eletto nelle liste di Forza Italia, non avrebbe posto in essere alcun concreto atto per contrastare lo scempio in atto; l'unica Autorità effettivamente intervenuta per cercare di arginare il disastro è stata la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua a Vetere che ha chiesto ed ottenuto dal G.I.P. il sequestro preventivo per ben due volte dell'immensa cava; la zona in questione è ricca di falde acquifere; resta alto l'allarme della popolazione del comprensorio anche per la presenza nel polo industriale di Venafro-Pozzilli di altre aziende che hanno in dotazione altiforni quali ad esempio la Energonut, impianto debito alla produzione di energia elettrica tramite la combustione di biomasse; nel comprensorio di Sesto Campano e nelle vicinanze del cementificio tempo fa è stato fermato ed arrestato, con un carico di sostanze tossiche e radioattive, un pericoloso trafficante di rifiuti, tale Antonio Caturano di Maddaloni (Caserta). L'associazione a delinquere venne stroncata dalla D.D.A. di Napoli con l'operazione denominata «Re Mida» che svelò gli intrecci criminali tra gli imprenditori e il pericoloso clan dei Casalesi di Casal di Principe (Caserta), che da anni lucra sul traffico di rifiuti; ad oggi resta da accertare quali siano le attività dell'imprenditore Caturano nella provincia di Isernia e nel basso frosinate; nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 30 dicembre 2002, l'allora questione di Isernia, dottor Francesco Ciuffi, lanciava un allarme sul rischio di penetrazione della camorra nella zona industriale di Isernia-Venafro; il questore sottolineava che «diversi personaggi, in genere provenienti dalla Campania, si aggirano in zona puntando aziende prossime al fallimento. Per acquistarle a prezzi di liquidazione e quindi per riciclare, in tal modo, il denaro proveniente da attività illecite»; dal quadro su descritto sembra abbastanza chiaro che nella Valle del Volturno è in atto un preoccupante ed illecito traffico di rifiuti pericolosi -: se il Governo intenda, per quanto di sua competenza, avviare una indagine epidemiologica per valutare nell'insieme se sussistano danni sotto il profilo della salute dei cittadini molisani; di quali informazioni disponga in ordine alla possibile infiltrazione della camorra nella gestione dei rifiuti; se il Ministro dell'interno intenda sollecitare un intervento del Prefetto di Isernia in merito alla delicata materia affinché si attivi il Comitato di Sicurezza pubblica per i provvedimenti del caso; se il Ministro della giustizia intenda procedere ad una ispezione ministeriale per comprendere i motivi dell'inattività della Procura di Isernia verso tale grave fenomeno malavitoso, quale il traffico di sostanze tossico-nocive; se il Ministro dell'ambiente intenda avviare accertamenti per appurare il motivo che ha indotto le Autorità competenti in materia a non procedere alla VIA (valutazione di impatto ambientale) richiesta dal medesimo ministro date le notevoli dimensioni del sito industriale della COLACEM; se non si intenda intervenire, inserendo l'area in questione nel programma degli interventi di interesse nazionale relativo ai siti inquinati da bonificare; se il Ministro per i beni culturali non intenda intervenire a tutela della cinta muraria Sannitica, già sottoposta a vincolo dalla locale soprintendenza ed oggi a rischio di serio degrado conseguente alle violenze che subisce il territorio in cui giace. (4-11797)
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