INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11702 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950705

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Ai Ministri dell'interno, per i beni culturali e ambientali e di grazia e giustizia. - Per conoscere - premesso che: il disvalore (emblematico delle incapacita' amministrative, dell'insensibilita' culturale, dell'irresponsabilita' gestionale e, forse, anche delle connivenze clientelari in sede di appalto) del comune di Napoli per quanto riguarda l'allucinante vicenda della "Casina dei Fiori", merita di essere riassunta nei suoi particolari piu' significativi a ludibrio dei sindaci e degli assessori comunali che si sono susseguiti a Napoli negli ultimi dodici anni. E' dal 1979 infatti che ha inizio la singolare odissea del manufatto mai realizzato e che ha costituito e costituisce a parere dell'interrogante una vergogna cittadina, uno scempio ambientale, una rendita di posizione per l'impresa Tullio Naso che si e' aggiudicata a trattativa privata la realizzazione del progetto di abbattere e riedificare la struttura, denominata appunto "Casina dei Fiori", sul lungomare di via Caracciolo. Da allora al giugno 1981, la continua interruzione dei lavori vuoi per la mancanza delle risorse necessarie, vuoi per i sequestri del cantiere dovuto a violazioni delle norme ambientali, con le conseguenti revisioni prezzi e varianti in corso di opera, fa ritenere veritiero il calcolo secondo il quale - se e quando sara' terminato - il costo del manufatto superera' i 10 miliardi, a fronte dei 600 milioni inizialmente previsti! E' dunque indispensabile ricostruire nel tempo - giorno dopo giorno - le previsioni di spesa, le responsabilita' delle interruzioni, le date effettive di ripresa dei lavori nelle varie fasi perche' qualcuno dovra' pur pagare per quanto e' avvenuto e questo qualcuno non potra' e non dovra' essere certo la collettivita'; in breve il progetto della riedificazione con modificazioni della "Casina dei Fiori" fu affidato, e non si sa come furono essi ad essere privilegiati, a due architetti: Massimo Pisani e Claudio Claudi de Mihiel. Ma - e' incredibile - pur essendo stato affidato l'appalto il 3 marzo 1982 all'impresa Tullio Naso (non si sa - si ripete - come e perche' privilegiata) il progetto si rivela per quello che gia' il 3 marzo 1981 doveva essere ben noto: inadeguato alle prescrizioni antisismiche come evidenzia il sisma del 23 novembre 1980, sicche' esso va adeguato con altri 1.300 milioni; e via di seguito in una sarabanda di interruzioni, ripresa dei lavori, incremento delle risorse necessarie, richieste e concessioni di finanziamenti: alla "prima pietra" del 1^ giugno 1981 segui' il 31 maggio 1982 la prima sospensione dei lavori, poi la ripresa dei lavori il 1^ settembre 1983 e la seconda sospensione appena qualche mese dopo, l'11 febbraio 1984, con una interruzione durata tre anni: il tutto con responsabilita' evidentissima del comune (acquiescente ed a... buon diritto l'impresa Naso) che aveva appaltato l'opera e non possedendo ne' inizialmente che in seguito la totalita' delle somme necessarie nelle varie fasi e tuttavia non rescindeva per propria colpa il contratto pagando una modesta penale, ma faceva si' che la "Casina dei Fiori" producesse sperperi infiniti ed incassi conseguenziali, senza grandi oneri, da parte dell'impresa Naso: basti pensare che la sola guardiania del cantiere e' costata al comune ben un miliardo; nel 1987, a sei anni dall'inizio dei lavori (e si badi che tutto sommato si tratta di un manufatto non certo di dimensioni ragguardevoli...) Italia Nostra, rimossa la recinzione del cantiere, scopri' che la orrida struttura di cemento aveva assunto un peso assolutamente ingombrante, distruggendo alberi e piante che originariamente circondavano ed insistevano in ogni sua parte del precedente manufatto e che mancava il parere della soprintendenza, parere obbligatorio trattandosi di area vincolata ai sensi di legge la n. 1089 del 1939: insomma uno scempio ad un abuso consentito, regolarizzato dalle omissioni comunali e delle quali per gli oneri che ne sono derivati l'amministrazione comunale dovra' pur rispondere; a seguito della denuncia dell'associazione ambientalista il pretore di Napoli Carmine Antonio Esposito effettuava il sequestro del cantiere il 1^ aprile 1988 mentre la soprintendenza chiedeva i relativi progetti per trasmetterli al Ministero dei beni culturali ed ambientali con il suo parere ed averne in riscontro quello ministeriale; nel luglio 1989 - dopo oltre un anno - la questione risultava ancora in sospeso e cio' dava l'occasione all'ingegnere Naso di stigmatizzare che la somma ricevuta (2.755 milioni) avrebbe coperto solo il 35 per cento del suo (presunto) credito, mentre essendo contestata la possibilita' di tenere spettacoli all'aperto stante l'assordante rumore del traffico di via Caracciolo da un lato e di viale Dohrn dall'altro, l'assessore Rusciano proponeva nuove spese: l'installazione di barriere antirumore in legno; sempre nel 1988 interveniva nella questione anche il WWF che chiedeva al ministro dei beni culturali, al comune, alla sovraintendenza ed alla pretura la demolizione della parte piu' massiccia della "casamatta" realizzata ed il rifacimento del complesso in dimensioni piu' ridotte, con un costo sicuramente inferiore al completamento delle opere sospese: lo stesso assessore Rusciano dichiarava che la zona non era tra quelle vincolate a norma della legge 1089 e per dimostrarlo affermava che nella zona era stato costruito anche il circolo del tennis e che nella Casina sarebbe stata ospitata la collezione De Mura, il museo della collezione napoletana ed un non meglio identificato "Palazzo della lingua": tutto cio' nel quadro di una destinazione che si ignora se sia stata mai deliberata, pur essendo certo che i lavori comprendevano addirittura uno spazio da 600 posti per rappresentazioni teatrali all'aperto, un'ampia sala conferenze, una sala adibita a biblioteca, ed una galleria: triplicando cosi' le dimensioni della cubatura pregressa; nel febbraio 1989 si appura che il parere della soprintendenza era stato negativo e che essa aveva richiesto infatti varie modifiche che ridimensionassero il progetto in funzione dell'enorme valenza paesaggistica dei luoghi e che si attendeva la definitiva decisione del Ministero per i beni culturali ed ambientali; passa un altro anno e si scopre che tale decisione ministeriale e' conforme a quella della sopraintendenza che ha richiesto un miglioramento del progetto, tra cui una diversa sistemazione esterna, rifiniture, la sostituzione dei parapetti in cemento con fioriere (barriere in legno antirumore, dunque); si e' giunti cosi' al dicembre 1990 e l'impresa Naso puo' festeggiare il 1991... dato che il comune resiste sulle proprie posizioni, il suo "nuovo" progetto e' bloccato. Il MSI denuncia che e' in discussione anche la legittimita' formale e sostanziale della concessione edilizia relativa - si badi - a ben due piani piu' un seminterrato, oltre il cortile esterno... -: quale sia ad avviso dei ministri di cui al presente atto, assunti anche gli opportuni opportuni elementi in sede periferica, la situazione in atto e le prospettive di soluzione, nella legge ed in tempi brevi e certi, per definire la vicenda ed in particolare - tra l'altro - quali irregolarita' e responsabilita' si possano individuare nell'affidamento dei lavori, nella concessione edilizia priva del parere obbligatorio della sovraintendenza, nelle interruzioni dei lavori, nei tempi previsti per l'ultimazione dell'opera ed in quelli effettivamente lavorati, nel maturare di revisioni prezzi e varianti, nella mancata rescissione del contratto ai fini del risparmio di alcuni miliardi in attesa di una definitiva approvazione del progetto da modificarsi, nella correlazione deliberata (o meno) tra definitiva destinazione dell'opera ed idoneita' del manufatto, anche in ordine alla possibilita' di utilizzazione effettiva, come per gli spettacoli all'aperto, in zona di altissimo e rumorosissimo traffico automobilistico, dei ritardi, di una analisi dei costi occorsi ed ancora da sostenere, nel mancato adeguamento - e tempestivo adeguamento - del progetto alle prescrizioni della soprintendenza con enorme danno per il comune ed enorme utile per l'impresa Naso. Quanto precede anche in relazione agli atti ispettivi di uguale contenuto n. 4-30355 del 7 gennaio 1992 e n. 4-01405 del 25 maggio 1992 ed inoltre alla circostanza che la Casina dei Fiori, con le opere gia' realizzate e' stata... demolita, senza che si perseguisse alcuna delle responsabilita' pregresse, anche per gli sprechi miliardari; se consti quale sia al riguardo l'avviso della Corte dei Conti. (4-11702)
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