INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11430 presentata da MACERATINI GIULIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19930301

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso: che nel dicembre 1979 il Consiglio dei ministri, nell'ambito del piano di riparto dei finanziamenti previsti dalla legge 984/77, aveva stanziato il finanziamento per la costruzione del serbatoio di ritenuta sul fiume Musone in localita' Castreccioni di Cingoli per un importo di lire 23 miliardi e 125 milioni; che in data 11 aprile 1981 il Comitato di Difesa dell'Alta Valle del Musone insieme ai maggiori gruppi ambientalisti nazionali (WWF, Italia Nostra, GRE, Lega per l'Ambiente Arci) e all'Archeoclub d'Italia, inviarono un esposto alle autorita' istituzionali e politiche nazionali e locali con il quale si respingeva il progetto in quanto: a) mancava una seria valutazione dell'impatto ambientale; b) risultava negativo il rapporto costi-benefici; c) si evidenziavano possibili alterazioni ambientali, climatiche e notevoli danni al patrimonio archeologico della zona; che nel giugno 1981 il Ministero per i beni culturali ed ambientali, a seguito di un sopralluogo nella zona di Castreccioni, inviava una lettera alla Regione Marche, alla Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici, a quella archeologica, al Consorzio di Bonifica della Valle del Musone, con la quale si esprimevano serie perplessita' sull'opera in quanto ritenuta inopportuna ed inutile nonche' dannosa sia dal punto di vista ambientale che archeologico; che lo studio preliminare e' stato redatto nel 1973 (ed aggiornato nel 1975) dall'Istituto Idrotecnico SpA di Pesaro del gruppo ENI e che il preventivo di spesa e' stato redatto nel novembre '78 dalla societa' Aquater di Pesaro del gruppo ENI; che l'appalto dei lavori e' stato affidato ad un'impresa parastatale, la "Condotte" del gruppo IRI; che in localita' Castreccioni di Cingoli e' stato attualmente costituito uno sbarramento di 262 metri di lunghezza e 61 di altezza, con un invaso di oltre 250 ettari della capacita' totale di 42 milioni di metri cubi di acqua, di cui 37,3 milioni utili dovrebbero essere destinati per metri cubi 28,3 milioni ad uso irriguo della Valle del Musone e per metri cubi 9 milioni per usi civili; che a tutt'oggi non e' ancora dato di vedere l'effettivo completamento dei lavori nonche' il pieno funzionamento degli impianti in quanto l'irrigazione sarebbe limitata solo ad un'area di Ha 1.500 su Ha 8.500 e l'utilizzo delle acque per uso civile non e' attivato in quanto risulta che il potabilizzatore non e' stato ancora ultimato; che a causa della mancanza di fondi non e' possibile attivare i lavori riguardanti il secondo stralcio del I^ lotto pari ad un'area di Ha 355 e che il completamento dell'opera di irrigazione sull'intera superficie e' pari a Ha 8.500; che per il primo stralcio del primo lotto si sono gia' spesi 23 miliardi e 700 milioni, per il secondo stralcio del I^ lotto e' prevista una spesa di 7,5 miliardi e che per la copertura dell'intero comprensorio di ha 8.500 e' prevista una ulteriore spesa di decine e decine di miliardi; che i reali costi di tale invaso, tanto caldeggiato da ambienti politici del maceratese legati alla Democrazia Cristiana, ammonterebbero finora ad oltre 120 miliardi a causa del "meccanismo degli appalti" e delle "revisioni prezzi"; che i costi sono aumentati anche a causa di "nuove opere" (strade e viadotti) non previste nel progetto iniziale, per le quali sarebbero stati spesi oltre 10 miliardi; che a valle dell'invaso artificiale e' in costruzione, del costo di svariati miliardi, per depurare le acque del lago nelle quali, da sempre e tuttora, scaricano i liquami di buona parte del Comune di Apiro e di alcune frazioni del Comune di Cingoli; che la costruzione del potabilizzatore, i cui lavori da mesi sono fermi, e' stata sub-appaltata ad alcune ditte minori, una delle quali, calabrese, sembra risultare di dubbia affidabilita'; che la societa' Aquater di Pesaro del gruppo ENI che nel novembre 1978 ha redatto il progetto di massima per l'utilizzazione a scopo irriguo della acque del fiume Musone invasate dalla diga di Castreccioni, risulta affiancata ad aziende gia' inquisite, come la Ecolmare, nell'attivita' di disinquinamento del mare Adriatico per la quale attivita' sarebbero stati sperperati centinaia di miliardi, stanziati dal Ministero Marina Mercantile, senza che siano stati conseguiti risultati di disinquinamento minimamente apprezzabili; che, nonostante le segnalazioni contenute nell'esposto inviato in data 11 aprile 1981 pure alla Soprintendenza Archeologica delle Marche da parte di numerose associazioni ambientaliste, negli ultimi mesi vi sono stati importantissimi ritrovamenti archeologici in zone che, proprio in questi giorni, sono state coperte dalle acque del lago -: se, in relazione ai fatti descritti n premessa, il Governo non ritenga di dover istituire una Commissione di inchiesta che accerti: gli elementi che hanno determinato una siffatta lievitazione dei costi del manufatto e in particolare della costruzione della diga, dei viadotti e del potabilizzatore; la trasparenza dell'operato di quanti implicati negli studi di fattibilita' e nella realizzazione delle opere in argomento, anche in considerazione degli ultimi sviluppi che hanno visto coinvolte in inchieste giudiziarie societa' direttamente collegate ai gruppi dell'Eni e dell'Iri; se vi siano delle responsabilita' da parte della soprintendenza Archeologica delle Marche per non aver posto, a suo tempo e su precise sollecitazioni, vincoli in una zona ad alto interesse archeologico; se per l'appalto delle opere in argomento vi siano state pressioni ed interessi da parte di politici locali e nazionali. (4-11430)