INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11114 presentata da MAIRA RAIMONDO LUIGI BRUNO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19930218

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_11114_11 an entity of type: aic

Ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno, della difesa e delle finanze. - Per sapere - premesso che: a) in data 16-17 novembre 1992 e' stata eseguita la cosiddetta "Operazione Leopardo" annunziata per mesi dalle cronache dei maggiori quotidiani e settimanali nazionali che a piu' riprese e metodicamente hanno pubblicato interi brani delle deposizioni del presunto collaboratore di giustizia Leonardo Messina, deposizioni che - del tutto sconosciute a coloro i quali a distanza di mesi dalle pubblicazioni giornalistiche sarebbero risultati indagati, anziche' essere coperti, anche per la delicatezza della vicenda e per i superiori fini di giustizia, dal piu' rigoroso segreto istruttorio - circolavano liberamente per tutte le redazioni dei giornali d'Italia, diffusione naturalmente attuata da qualche infedele servitore dello Stato; b) dette dichiarazioni integrali del presunto collaboratore di giustizia Leonardo Messina sono state in possesso anche di parlamentari che ne hanno fatto oggetto di interrogazioni nei due rami del Parlamento e materia di pubblici dibattiti politici con i rituali processi sommari e sentenze di piazza; c) le richieste di custodia cautelare da parte dell'ufficio del pubblico ministero presso il tribunale di Caltanissetta, cosi' come risulta dagli atti ostendibili, si basano essenzialmente: 1) sulle deposizioni del presunto collaboratore di giustizia Leonardo Messina per la maggior parte raccolte direttamente, o alla presenza del funzionario della polizia di Stato dottor Carmelo Casabona, gia' in forza presso la Questura di Caltanissetta; 2) su schede del CED presso il Ministero dell'interno, vecchie di parrecchi anni e non aggiornate sull'esito delle vicende giudiziarie indicate in dette schede; d) sono di questi giorni le notizie, riportate con grande risalto da tutti i giornali, televisioni e radio della Nazione, che un teste (Giuseppe Li Pira) prima, ed un collaboratore della giustizia del filone storico (Mutolo Gaspare), successivamente, hanno coinvolto in vicende di mafia alcuni esimi magistrati facenti parte degli uffici giudiziari di Palermo i quali, giustamente, hanno subito rivendicato il loro curriculum vitae e professionale per deligittimare le deposizioni testimoniali e del collaboratore di giustizia di cui sopra si e' detto; sul punto vi e' notizia, giornalistica ed appresa negli ambienti giudiziari di Caltanissetta, che per le vicende implicanti le posizioni di detti magistrati palermitani l'ufficio della Procura della Repubblica di Caltanissetta, giustamente e correttamente, prima ancora che detti magistrati assumano la veste di indagati, stia rapidamente procedendo a riscontri, anche testimoniali, per valutarne la posizione; gran parte dei cosiddetti collaboratori di giustizia affidano la loro difesa ad avvocati, e in particolare all'avvocato Enzo Guarnera, che rivestono ruoli elettivi per conto di un determinato movimento politico; l'interrogante si chiede se sia stato opportuno l'aver attribuito ad un esponente del medesimo movimento politico la direzione della Casa circondariale di Caltanissetta, ad alta popolazione carceraria indagata, imputata o condannata per reati di mafia -: 1) se i ministri di grazia e giustizia e dell'interno abbiano attivato loro indagini ispettive per scoprire il pubblico ufficiale che abbia ad arte svolto la non nobile, e giuridicamente condannabile, attivita' di "talpa" mettendo in condizione i giornali, le televisioni e le radio, pubbliche e private, di venire a conoscenza di atti che dovevano essere coperti dal piu' rigoroso segreto istruttorio, non solo a tutela degli interessati, ma, soprattutto, a tutela degli interessi superiori della giustizia; per tale aspetto si chiede se non ritengano i Ministri interrogati che soltanto un dipendente, o dei dipendenti, del Ministero di grazia e giustizia in servizio presso gli uffici giudiziari di Caltanissetta o del Ministero dell'interno possano avere svolto nella vicenda la funzione di "talpa" e se non ritengano che vadano in ogni caso indagati i motivi e le finalita' di dette illecite propalazioni che, per esempio, hanno comportato che l'interrogante, pur non avendo ricevuto precedentemente alcun avviso di garanzia e non risultandogli alcuna procedura di autorizzazione a procedere, gia' dal 17 novembre si e' visto dare per scontate, ed anticipate, tali evenienze; 2) se risulta al Ministro di grazia e giustizia, al Ministro dell'interno ed al Ministro della difesa che il presunto collaboratore di giustizia Leonardo Messina, noto non solo come spacciatore di droga e killer (pur non accusandosi, a quanto allo stato risulti, di alcun omicidio), ma anche quale assuntore di droga e percettore di rendita INAIL per trauma cranico conseguente ad infortunio sul lavoro, gia' nel mese di maggio 1992, cioe' un mese prima del suo "plateale e moralistico" ufficiale pentimento, scriveva ad una ragazza nissena, con la quale e' sentimentalmente legato, annunziando non solo il suo prossimo pentimento, ma facendo anche intravedere che a detto pentimento veniva allettato e che detto pentimento gli veniva suggerito conservando esso presunto collaboratore di giustizia la precisa volonta' di depistaggio, cosi' scrivendo testualmente: "Amore mio tutti dicono e ti consigliano di vedere in me un'altro uomo, ma questi amore sono veramente pazzi io sono solo un ragazzo che l'oro hanno fatto diventare per forza un personaggio importante e qui i punti sono 2, o io sono come loro dicono e tu sai amore che non e' cosi', oppure la verita' e un'altra che l'oro sono scemi perche' si fanno depistare da chiunque e non capiscono la verita' dalla fantasia e farebbero bene i loro conti perche' non tornano ha nessuno, debbono andare di nuovo a scuola e ripetere da capo e cioe' da ZERO". (stile ed ortografia che mal si conciliano con il modo di riferire e con le elaborazioni concettuali, anche di problematiche politiche, che emergono dalle verbalizzazioni delle deposizioni del pentito e di cui, virgolettato, si e' letto in questi mesi sui giornali); a tal proposito si chiede se i Ministri interrogati abbiano accertato con opportune indagini ispettive, o se non ritengano di farlo oggi, se funzionari della polizia di Stato, direttamente o indirettamente, non abbiano contattato Leonardo Messina nel periodo antecedente il suo pentimento ufficiale e se congiunti od affini del Messina nel periodo antecedente il di lui ufficiale pentimento lo abbiano incontrato presso la Casa circondariale di Caltanissetta al di fuori di ogni ufficialita' ed in orari non consentiti; 3) se risulta al Ministro dell'interno, al Ministro delle finanze, al Ministro della difesa ed a quello di grazia e giustizia che il funzionario della polizia di Stato, dottor Carmelo Casabona, sia implicato in una gravissima vicenda giudiziaria - che non potrebbe allo stesso consentire lo svolgimento dell'attivita' di funzionario di polizia - tuttora pendente presso gli uffici giudiziari di Caltanissetta e che hanno visto un coimputato accettare l'addebito con il rito del patteggiamento; 4) se risulta al Ministro dell'interno ed al Ministro di grazia e giustizia che il predetto dottor Carmelo Casabona ha, per delega, partecipato, o presenziato, alla assunzione delle deposizioni rese dal presunto collaboratore di giustizia Leonardo Messina nonostante la sopra riferita sua posizione personale, che lo implica con persona (Giorgio Luigi) in atto indagata nell'ambito della cosiddetta "operazione Leopardo" e colpito da ordine di carcerazione preventiva, presenziando, addirittura, alla verbalizzazione delle deposizioni di Leonardo Messina che riguardano proprio Giorgio Luigi; 5) se risulta al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa ed al Ministro delle finanze, o se non ritengano di accertarlo adesso, che il predetto funzionario Carmelo Casabona ha notoriamente, almeno per gli ambienti investigativi di Caltanissetta, fatto di tutto per creare contrasti con l'interrogante, al tempo sindaco di Caltanissetta, ponendo in essere abusi apprezzabili sul piano penale e che sono stati assorbiti, ad oggi puo' dirsi soltanto apparentemente, grazie al prudente ed opportuno intervento del Questore di Caltanissetta dell'epoca e di altro importante funzionario della polizia di Stato, che hanno convinto l'interrogante a non procedere a denunzia nei confronti del Casabona; 6) se risulta al Ministro dell'interno ed al Ministro di grazia e giustizia che, nonostante quanto sopra riferito e riguardante l'interrogante, il dottor Carmelo Casabona, imperterrito, ha raccolto (quanto meno, presenziando ad esse) le presunte dichiarazioni rese da Leonardo Messina nei confronti dell'interrogante; 7) se risulta al Ministro dell'interno ed al Ministro della difesa ed al Ministro delle finanze, o se non ritengano di accertarlo adesso, che negli ambienti di Caltanissetta, anche quelli investigativi diversi dalla polizia di Stato, insistentemente si "mormora" di una "gestione" del collaboratore di giustizia Leonardo Messina soprattutto allorquando quest'ultimo si addentra in campi diversi da quelli strettamente legati al suo mondo di killer e spacciatori di droga; 8) se non ritengano il Ministro dell'interno od il Ministro di grazia e giustizia di sospendere, tranne per gli aspetti relativi alla protezione personale del presunto collaboratore di giustizia Leonardo Messina e dei suoi famigliari, il costoso programma conseguente al presunto "pentimento" del Messina sino al concreto accertamento della sua credibilita' complessiva ed all'accertamento del di lui equilibrio psicologico e se, in ogni caso, alla luce di quanto forma oggetto della presente interrogazione, non ritengano che ragioni di opportunita' impongano di affidare la protezione personale di Leonardo Messina a settori diversi da quelli della Polizia di Stato; 9) se non ritenga il Ministro dell'interno di procedere ad indagine ispettiva per accertare i motivi e le finalita' per le quali la Polizia di Stato, nelle attivita' preparatorie alla cosiddetta "operazione Leopardo", abbia utilizzato schede del CED del Ministero dell'interno vecchie di anni, superate e non aggiornate neanche sotto l'aspetto dell'esito positivo di procedimenti giudiziari celebratisi presso gli uffici giudiziari di Caltanissetta e noti a quisque de populo; 10) se non ritenga il Ministro di grazia e giustizia di accertare con apposita ispezione - e di investire poi, se del caso, il Consiglio superiore della magistratura degli esiti della ispezione - i motivi per i quali la Procura della Repubblica di Caltanissetta abbia celermente - circostanza su cui l'interrogante, anche come avvocato, esprime consenso e plauso - proceduto a svolgere atti istruttori, quali assunzioni testimoniali, relativamente alle posizioni di quei magistrati degli uffici giudiziari di Palermo non ancora nelle vesti di indagati e chiamati in causa da testimoni e collaboratori di giustizia, attivita' che pero' non e', purtroppo, servita ad evitare la tragedia che ha coinvolto un galantuomo come il giudice Signorino, mentre non ha inteso sentire oltre cento testimoni, o persone in grado di riferire sulle circostanze per cui si indaga nell'ambito delle dichiarazioni rese da Leonardo Messina e che riguardano l'interrogante, espressamente da quest'ultimo indicati, con riserva di indicarne altri, sin dall'8 ottobre 1992, cosi' dando l'impressione di una programmata volonta' di richiedere in qualsivoglia caso, una autorizzazione a procedere; se i Ministri interrogati non ritengano che da quanto sopra emerga la chiara dimostrazione di una palese disparita' di trattamento fra cittadini, a prescindere da ogni valutazione in ordine al fatto che possa considerarsi piu' meritevole di tutela chi eserciti una funzione giurisdizionale o chi sia investito di una funzione legislativa, essendo, in vero, o dovendo essere, tutti i cittadini eguali di fronte alla legge, atteso che il tendere comunque alla richiesta di una autorizzazione a procedere sulla base esclusiva di labiali e risibili dichiarazioni di un presunto pentito, in assenza di riscontri della polizia di Stato e di un'adeguata valutazione di idonei elementi di prova non puo' non indurre, ad avviso dell'interrogante, alle conclusioni ipotizzate; 11) se risulti al Ministro dell'interno, anche attraverso i suoi organi periferici quali il Questore di Caltanissetta, al Ministro della difesa ed al Ministro delle finanze, o se non ritengano oggi, in ogni caso, di accertare, le notizie risultanti all'interrogante secondo cui esponenti del noto clan mafioso Argenti di Gela abbiano o meno svolto propaganda elettorale a favore di candidati del PDS e, in passato, del PCI; 12) se non ritengano di accertare se esistono rapporti tra alcuni esponenti politici ed alcuni funzionari della polizia di Stato non conformi alle norme deontologiche che debbono guidare la polizia di Stato. (4-11114)
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