INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11040 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110225

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_11040_16 an entity of type: aic

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11040 presentata da TERESA BELLANOVA venerdi' 25 febbraio 2011, seduta n.440 BELLANOVA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: il Comitato nazionale di bioetica nel documento del 30 marzo del 2001, avente per titolo «La terapia del dolore: orientamenti bioetici», afferma che «Il dolore del parto ha caratteristiche del tutto peculiari perche' si verifica in un organismo sano, ha una sua durata, dopo di che ritorna il benessere e sopravviene la gratificazione della nascita [...]Per molte donne comunque il dolore del parto e' un grosso scoglio da superare, un passaggio che assorbe molte energie limitando le possibilita' di una partecipazione piu' concentrata e serena all'evento, partecipazione che costituisce l'optimum da realizzare per le vie piu' varie. L'analgesia (come peraltro ogni preparazione al parto), per realizzare al meglio questo fine, dovrebbe pero' far parte di un programma di assistenza alla gravidanza che si propone una visione globale del nascere e non porsi come un evento isolato, "scarsamente informato" che viene proposto in sala parto. Con questa visione piu' ampia il ricorrere alla sedazione del dolore del parto non si porrebbe come alternativa al parto naturale, ma come mezzo che la medicina offre per compiere una libera scelta e per realizzare con la sedazione del dolore un maggior grado di consapevolezza e di partecipazione all'evento. Il diritto della partoriente di scegliere una anestesia efficace dovrebbe essere incluso tra quelli garantiti a titolo gratuito nei livelli essenziali di assistenza»; in Paesi europei quali la Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna la tecnica della partoanalgesia e' utilizzata dal 70 per cento delle partorienti, negli USA si sale a ben il 90 per cento. In Italia, secondo un'indagine svolta dall'Associazione di anestesisti italiani, solo il 16 per cento delle strutture ospedaliere garantiscono, con forti disomogeneita' tra le diverse regioni, tale tipologia di servizio per partorire. Va sottolineato che questo dato, paradossalmente, e' in contraddizione con il primato italiano per le tecniche di analgesia in sala parto: l'Italia infatti e' il primo Paese europeo ad aver introdotto la nuova tecnica PIEB (programmed intermittent epidural boluses - somministrazione a boli intermittenti programmati) associata alla PCEA (analgesia epidurale controllata dalla partoriente); in Italia gli unici dati disponibili per monitorare il ricorso al parto senza dolore risalgono al 2001. In queste rilevazioni l'Istat indicava che «complessivamente il 63,3 per cento delle partorienti non e' stato sottoposto a nessun tipo di anestesia [...] Soltanto per l'11,2 per cento dei parti spontanei e' stata fatta l'anestesia; il 7,2 per cento locale; il 3,7 per cento epidurale»; in Italia il ricorso al parto cesareo e' in costante aumento: nel 2007 si e' raggiunta la soglia del 38 per cento delle nascite, con un picco del 45,4 in alcune delle regioni meridionali, portando il nostro Paese ai vertici, in negativo, della classifica europea. Cio', nonostante l'OMS (Organizzazione mondiale della sanita') raccomandi dal 1985 di non superare il 15 per cento dei parti totali ed il Ministero della salute italiano abbia raccomandato di non superare la soglia del 20 per cento; tra le regioni meridionali, nella sola Puglia la percentuale di donne che ricorrono al parto cesareo e' del 47,7 per cento. Un dato particolarmente positivo per il ricorso alla partoanalgesia si registra presso il presidio ospedaliero V. Pazzi di Lecce nel quale solo nell'anno 2010 ben il 60 per cento di partorienti ha deciso di usufruire di questo servizio; in data 23 aprile 2008 e' stato firmato un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) che, all'articolo 37, comma 3, asserisce «Il Servizio sanitario nazionale garantisce le procedure analgesiche nel corso del travaglio e del parto vaginale nelle strutture individuate dalle Regioni e all'interno di appositi programmi volti a diffondere l'utilizzo delle procedure stesse»; il 25 giugno del 2008 l'allora Ministro del lavoro,della salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi, nel corso di un'audizione in XII Commissione permanente-Affari sociali della Camera dei depudati ha riferito che i nuovi livelli essenziali di assistenza, voluti dall'ex Ministro della salute, Livia Turco, non esistono poiche' «la Corte dei Conti non li ha registrati»; in data 17 novembre del 2010 si e' svolta l'audizione del Ministro interrogato, presso la XII Commissione affari sociali, il quale asseriva che «In data 3 novembre ultimo scorso e' stata trasmessa dal Ministero della salute alla Conferenza Stato-regioni una proposta/accordo Stato-regioni contenente le linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualita', sicurezza e appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. Il documento sara' esaminato e, mi auguro, approvato nella seduta del 1 o dicembre prossimo dalla Conferenza Stato-regioni. Questo, di fatto, e' un programma nazionale, articolato in 10 linee di azione, per la promozione del miglioramento di qualita', sicurezza e appropriatezza del percorso nascita [...] Il settimo punto prevede procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto, ossia procedure assistenziali farmacologiche e non. Si parla, in altre parole, di parto indolore con relativi protocolli diagnostici terapeutici condivisi per la partoanalgesia e la possibilita' di garantire tali prestazioni con la presenza di anestesisti sulla base dei volumi di attivita' del punto nascita. È chiaro che questo sara' possibile nei punti nascita con oltre 1000 parti all'anno perche' gli altri non potranno avere, evidentemente, due anestesisti 24 ore su 24»; nel corso della seduta di mercoledi' 24 novembre del 2010 presso la XII Commissione affari sociali della Camera dei deputati si e' tenuto il proseguo dell'audizione del Ministro interrogato il quale asserisce che «Il Ministero della salute ha licenziato i nuovi LEA e li ha dati al Ministero dell'economia, che li sta esaminando»; in questi mesi diverse sono state le proteste portate all'attenzione del Governo da parte delle associazioni di anestesisti e medici, le quali hanno sottolineato che esiste un rischio concreto, vale a dire che anche quelle pochissime strutture ospedaliere italiane che utilizzano le tecniche del parto indolore potrebbero cessare l'applicazione di questa metodologia a causa dai tagli imposti dalla manovra finanziaria del 2011. Gli specialisti sottolineano che gia' attualmente vi e' una carenza del numero adeguato di anestesisti rianimatori per effettuare questo servizio e se il blocco delle assunzioni, stabilito dalla manovra sopracitata, dovesse essere confermato la situazione tenderebbe a precipitare causando un vero e proprio paradosso: da una parte nei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA), come specificato dal ministro interrogato, il ricorso all'anestesia epidurale verrebbe «sistematizzato», ma dall'altra parte mancherebbe il numero di anestesisti in grado di garantire tale servizio -: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire con urgenza per adottare iniziative utili a garantire il mantenimento e l'eventuale estensione del parto indolore sull'intero territorio nazionale, attraverso il reperimento delle risorse opportune, cio' per consentire ad ogni donna la possibilita' di scegliere la modalita' piu' adatta a partorire.(4-11040)
xsd:string INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11040 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110225 
xsd:integer
20110225- 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11040 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110225 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
xsd:dateTime 2014-05-15T01:00:14Z 
4/11040 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 

data from the linked data cloud

DATA