INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10507 presentata da BRUNETTI MARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930204

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Ai Ministri dei lavori pubblici, per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, per gli affari regionali e delle finanze. - Per sapere - premesso che: una grave situazione si va determinando nel comune di Taverna, in provincia di Catanzaro, che allarma l'opinione pubblica e che, pertanto, merita una particolare attenzione per riportare la situazione nei limiti della legalita'; un punto di preoccupazione, che denota l'istaurazione di un metodo che sconfina dai limiti della correttezza amministrativa, e' costituito dal fatto che il comune di Taverna, con contratto n. 24 del 1986, di rep. del 5 agosto 1986, ha appaltato i lavori di costruzione di n. 12 alloggi in localita' Ariella all'Impresa Colosimo Domenico per l'importo di lire 579.396.200 al netto del ribasso d'asta del 15,35 per cento; il finanziamento per la costruzione di n. 12 alloggi e' stato concesso al comune di Taverna, per una parte in regime convenzionale al 4 per cento di cui alla legge n. 457 dal 5 agosto 1978, con la ripartizione regionale nel progetto biennale 1986/87 di edilizia residenziale pubblica e per la restante parte con mutuo contratto con la CARIPLO al 16 per cento; i lavori di costruzione hanno avuto regolare inizio secondo le clausole contrattuali, ma nel corso della esecuzione degli scavi di sbancamento per la realizzazione del piano di posa degli alloggi, si e' verificato un movimento franoso che ha interessato l'area sovrastante determinando la sospensione dei lavori; il movimento franoso sembra si sia verificato perche' la Ditta, invece di procedere a tratti con gli scavi di fondazione per la costruzione del muro di sostegno della scarpata, ha proceduto al taglio del piede del pendio e quindi allo scavo di fondazione per tutto il fronte interessato ai due corpi di fabbrica e per una lunghezza di circa ml. 60, facendo venire meno il sostegno della scarpata e provocando cosi' lo smottamento e lo scivolamento di una porzione di terreno; il professor Antonio Ietto, geologo e docente dell'Universita' di Napoli che in fase di progettazione aveva esaminato il terreno e lo aveva considerato idoneo dal punto di vista geologico, come si evince da relazione allegata al progetto esecutivo, intervenuto subito dopo l'evento franoso ha espresso un duro giudizio nei confronti della Ditta appaltatrice che aveva proceduto in modo avventato nei lavori di sbancamento e scavo delle fondazioni; lo stesso ing. Pietragalla, progettista e Direttore dei lavori, accortosi che la Ditta aveva proceduto in modo tumultuoso al taglio della scarpata ed avvertendo un serio pericolo per la stabilita' del terreno soprastante, aveva notificato un ordine di servizio telegrafico intimando alla Ditta di provvedere tempestivamente ai getti di calcestruzzo alle fondazioni aperte per tutta la lunghezza ed alla creazione del muro di sostegno; a nulla sono valse quelle intimazioni perche' la situazione era talmente compromessa che l'evento franoso ormai era inevitabile; l'amministrazione di allora aveva dato incarico all'Universita' della Calabria, Dipartimento difesa del suolo, per accertare l'idoneita' del terreno su cui far sorgere i 12 alloggi e i tecnici della medesima Universita', con relazione, davano parere positivo circa la idoneita' del suolo su cui costruire gli alloggi; la nuova Giunta municipale, succedutasi alla precedente per sopravvenute elezioni, con atto n. 359 del 29 dicembre 1988, rinunciava alla costruzione dei 12 alloggi ed autorizzava il Sindaco ad esperire la trattativa per la rescissione consensuale del contratto previo pagamento dei lavori gia' eseguiti e rimborso delle spese sostenute purche' regolarmente documentate; con nota del 18 ottobre 1988, prot. n. 4367, indirizzata all'ing. Donato Pietragalla, progettista e direttore dei lavori, il sindaco chiedeva il conto e le spese sostenute dalla Ditta per i lavori gia' eseguiti ed il parere circa l'opportunita' di continuare i lavori. Il predetto professionista con nota del 15 dicembre 1988, assunta al protocollo del comune il 23 dicembre 1988 al n. 5559 al punto n. 2 cosi' si esprimeva: "opportunita' ed economicita' attuali dell'opera ... OMISSIS ... Pertanto, l'opportunita' dell'opera non risulta variata e l'economicita' al piu' puo' aver subito non rilevanti modificazioni". Nel punto 3 della stessa nota l'ing. Pietragalla quantificava in lire 31.547.404 il credito della ditta Colosimo Domenico per lavori eseguiti e spese sostenute; non risulta che il sindaco, a questo punto abbia invitato o intimato alla Ditta Colosimo di riprendere i lavori; con la delibera n. 91 del 22 marzo 1989, la GM autorizza la risoluzione consensuale del contratto ed il pagamento alla Ditta di quanto da questa richiesto e senza tener conto delle motivazioni piu' volte esposte con ricorso al CORECO dalla minoranza, con la delibera n. 91 del 22 marzo 1989 la GM altera la propria precedente delibera n. 359 del 29 dicembre 1988 e la relazione dell'ing. Pietragalla che non suggerisce la risoluzione del contratto (anzi, ne consiglia l'attuazione) e invece di liquidare la somma di lire 31.547.404 ne liquida lire 47.840.000, configurando, con cio', precise ipotesi di reato; parimenti inquietanti appaiono le delibere n. 78 del 1990 del Consiglio e quelle successive n. 51 del 1990, n. 56 del 1990 della GM e la n. 128 del 1990 del Consiglio con cui pur riferendosi alla questione dei 12 alloggi che con esse non hanno nulla a che fare si opera una girandola di atti di appalto, perizie di variante, assegnazione di lavori, incarichi a progettisti in una confusione di questioni e di problemi entro cui c'e' chi sospetta addirittura il pagamento per due volte a tecnici dello stesso progetto -: se i ministri in indirizzo siano a conoscenza di questa nebulosa situazione che rappresenta solo un tassello del piu' generale metodo di gestione di quella amministrazione comunale che raggiunge limiti di spregiudicatezza nell'uso del territorio e nella rocambolesca vicenda del Piano regolatore generale, che necessita di chiarezza; se non ritengano di dover prendere tutte le iniziative, ognuno per la propria competenza, per fare luce sull'iter di questa pratica ed accertare, particolarmente, se nella vicenda non siano riscontrabili comportamenti, complicita', rapporti di appartenenza e di scambio che abbiano forzato la legge; se, infine, non ritengano di operare perche' le strutture preposte al controllo della regolarita' amministrativa si attivino per chiarire la situazione. Una necessita' questa particolarmente opportuna e urgente per tranquillizzare l'opinione pubblica giustamente traumatizzata dal terremoto tangentizio che si disvela quotidianamente con il vero volto di un sistema di potere politico-affaristico costruito sulla illegalita' e che sta mettendo a durissima prova la democrazia. (4-10507)
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