INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10334 presentata da GARAVINI LAURA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110112

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10334 presentata da LAURA GARAVINI mercoledi' 12 gennaio 2011, seduta n.416 GARAVINI, BORDO, BOSSA, BURTONE, GENOVESE, MARCHI, ANDREA ORLANDO, PICCOLO e VELTRONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: nonostante i recenti successi nell'attivita' di contrasto alla criminalita' organizzata operante sul territorio calabrese, tradottasi nell'ultimo anno in centinaia di arresti e nella ricostruzione degli assetti e delle attivita' delle piu' potenti cosche della regione, le associazioni tradizionalmente operanti sul territorio continuano a mantenere intatta la loro capacita' militare e di controllo di vasti strati della societa' e della economia, tanto che essi non hanno che superficialmente scalfito il tessuto di omerta' in cui quelle organizzazioni criminali hanno potuto allignare e prosperare; un'analisi del percorso di ciascuna ordinanza cautelare, non limitata al momento della sua esecuzione, ma spinta a distanza di qualche mese lascia rilevare che esponenti tratti in arresto al termine di complesse attivita' investigative, vengono posti agli arresti domiciliari prima del passaggio in giudicato delle sentenze di condanna; tale inquietante fenomeno finisce per svolgere un effetto di amplificazione dei potere di sopraffazione delle cosche in quanto, da un lato, perpetua nei cittadini la sensazione di una situazione di impunita' di coloro che su di essi svolgono quotidiane angherie e sopraffazioni; dall'altro, consente a coloro che beneficiano di questo favorevole trattamento di non interrompere il proprio rapporto con il territorio, evitando in larga parte o del tutto il carcere, dato che il periodo di detenzione svolto presso il proprio domicilio viene interamente computato sulla pena definitiva da espiare; dalle notizie apparse sui quotidiani della Calabria sembra che l'incidenza della applicazione degli arresti domiciliari per soggetti detenuti per reati di mafia sia, in quella regione, significativamente superiore, dal punto di vista statistico, rispetto a quanto avviene in altre realta' territoriali pure caratterizzate da un'elevata presenza di organizzazioni mafiose ed appare, per giunta, inspiegabile in quanto, notoriamente, essa dovrebbe costituire un evento eccezionale, data la previsione legislativa della obbligatorieta' della custodia carceraria, salva la specifica e positivamente provata assenza di esigenze cautelari di qualsiasi tipo, con la sola eccezione della comprovata incompatibilita' delle condizioni di salute dell'arrestato con il regime carcerario ovvero della indispensabilita' della prestazione d'opera del detenuto per reati di mafia al fine di garantire l'assistenza alla prole a causa delle condizioni di salute della, madre; risulta, in particolare, che per alcuni procedimenti penali la diffusione degli stati di morbilita' sia stata tale da condurre alla sostanziale vanificazione dei risultati investigativi conseguiti. Cosi', ad esempio, nel procedimento cosiddetto «Nepetia» risultano essere stati posti agli arresti domiciliari per motivi di salute o connessi alla necessita' di accudire la prole, tre pericolosissimi esponenti della criminalita' organizzata della zona di Amantea, Eugenio Gabriele, Guido Giacomino e Luca Azzinnaro; nell'operazione «New Sunrise», a carico della cosca Lo Bianco, era stato posto agli arresti domiciliari Andrea Mantella, uno degli elementi di vertice del gruppo criminale; nell'operazione «Omnia», Pasquale Forastefano, uno dei capi della omonima cosca operante in Castrovillari, alla quale apparteneva anche Lo Vato Samuele, poi divenuto collaboratore di giustizia, pure in precedenza destinatario di analogo provvedimento di scarcerazione; il fatto che la Corte di cassazione abbia annullato alcune scarcerazioni per motivi di salute lascia fondatamente ritenere che alcuni di tali provvedimenti siano stati del tutto ingiustificati. Alcuni tra i soggetti menzionati, tra l'altro, come Lo Vato Samuele e Pasquale Forastefano, erano sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, per cui sembra doversi ritenere che in tale casi - sebbene l'ordinamento penitenziario ed il codice di procedura penale prevedano espressamente la possibilita' di svolgimento della detenzione carceraria presso strutture sanitarie facenti capo alla stessa amministrazione penitenziaria, ovvero anche pubbliche - noti mafiosi sono stati collocati agli arresti domiciliari, senza alcuna valutazione della eccezionale rilevanza delle esigenze cautelari a base del loro stato di detenzione, che pure avevano determinato quel provvedimento di rigore e che, se ritenute sussistenti, sarebbero risultate ostative alla concessione del beneficio, passando cosi' direttamente dall'isolamento alla detenzione in comode e confortevoli strutture sanitarie private, dove ovviamente nessuna precauzione puo' assumersi al fine di evitare che essi proseguano nello svolgimento delle loro attivita' criminali; non e' dato sapere, allo stato, se tali decisioni siano state precedute da un approfondito accertamento sulla possibilita', per tutte le persone indicate, di essere assistite adeguatamente presso centri clinici dell'amministrazione penitenziaria -: quale sia l'incidenza statistica dei detenuti per appartenenza alla 'ndrangheta o comunque arrestati per reati posti in essere avvalendosi della capacita' di intimidazione di tale organizzazione criminale o per favorirla, rispetto al numero complessivo dei soggetti tratti in arresto; se, nel caso di detenuti per reati di mafia, siano mai stati concessi gli arresti domiciliari per motivi diversi da quelli concernenti l'incompatibilita' delle loro condizioni di salute con il regime detentivo o la necessita' di prestare assistenza alla prole in caso di impedimento dell'altro coniuge; se, nel caso di arresti domiciliari determinati dall'incompatibilita' delle condizioni di salute del detenuto con il regime detentivo, siano sempre stati svolti accertamenti finalizzati a verificare la possibilita' di fronteggiare la situazione in un centro clinico dell'amministrazione penitenziaria e quale ne sia stato l'esito; quali siano state le iniziative assunte o che si intendono assumere con riferimento alla problematica evidenziata ed alle specifiche vicende verificatesi. (4-10334)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
BORDO MICHELE (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOSSA LUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GENOVESE FRANCANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MARCHI MAINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ORLANDO ANDREA (PARTITO DEMOCRATICO) 
PICCOLO SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO) 
VELTRONI WALTER (PARTITO DEMOCRATICO) 
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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GARAVINI LAURA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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