INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09843 presentata da MASCIA GRAZIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 26/04/2004

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-09843 presentata da GRAZIELLA MASCIA lunedì 26 aprile 2004 nella seduta n. 456 MASCIA, DEIANA, TITTI DE SIMONE e VALPIANA. - Al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che: il ministero delle pari opportunità ha pubblicato due dei tre volumi dell'opera Italiane , un dizionario biografico che raccoglie oltre duecento biografie di figure femminili dall'Unità ad oggi; l'opera curata da Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, include, tra le altre, le biografie di Claretta Petacci, Rachele Guidi, Piera Matteschi, Luisa Ferida. Il Coordinamento femminile dell'associazione Nazionale Partigiani d'Italia scrive una lettera aperta indirizzata al ministro delle pari opportunità: «Siamo curiose di sapere a quali titoli rientrino nell'ambito delineato figure come quella di Claretta Petacci. Con tutta la pietas per l'esito tragico della sua vita, non ci pare si possa sostenere che da lei sia derivato un contributo all'evoluzione delle donne. La sfortunata amante del duce apparteneva a una famiglia di noti profittatori - tutti gli storici sono concordi nell'affermarlo - che misero a buon frutto la relazione della loro congiunta. L'unico titolo che le si può riconoscere è quello della fedeltà al suo uomo. Ma questa è una qualità che si ritrova, purtroppo, anche in figure tutt'altro che commendevoli, come alcune donne della mafia. Fatichiamo anche a comprendere l'inserimento di Rachele Guidi, moglie di Mussolini». Le due curatrici, Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, ci parlano di lei in questi termini: «... Rachele Mussolini, moglie appartata che costituisce il modello della popolana italiana capace di affrontare con coraggio e dignità la buona e la cattiva sorte...». Per la verità «donna Rachele», come veniva chiamata, non fu molto appartata, incline com'era a costruire attorno a sé una specie di corte di fedelissimi e tutt'altro che aliena dal partecipare a intrighi politici e a stringere stretti rapporti con i nazisti, come è confermato anche da documenti emersi di recente, tra cui la denuncia ai tedeschi di quel prete romagnolo, reo di avere fatto una predica non in linea con le esigenze del regime, il quale, arrestato il 6 dicembre 1943, gustò le delizie di una «villeggiatura» a Dachau. Ma non ritiene, Onorevole Ministro, che il tipo della popolana italiana evocato sia rappresentato molto più adeguatamente da altre figure, tra cui la contadina Genoveffa Cocconi, madre dei sette Fratelli Cervi? Ma Genoveffa, chissà perché, non è stata ritenuta degna di menzione tra le oltre duecento donne di Italiane . A proposito di «intelligenza», evidentemente sono state considerate doti anche l'intelligenza con il nemico e il collaborazionismo, tanto da accreditare la biografia di Piera Matteschi, presentata trionfalmente dal Secolo d'Italia come «... la mitica comandante del primo Corpo militare femminile istituito in Italia: il Saf, le Ausiliarie della Rsi». Ma il culmine, la raccolta patrocinata da Lei e dalla Presidenza del Consiglio, a spese dei contribuenti italiani, l'ha raggiunto con Luisa Ferida. A quanto si apprende dalle dichiarazioni di Anna Foa, che ha curato la relativa voce, di questa donna si sottolineano nell'opera tutte le responsabilità, che non sono poche perché la Ferida, con il marito Osvaldo Valenti, era sicuramente collegata alla famigerata banda Koch, formata dai peggiori criminali e torturatori della repubblica di Salò. Le prove di questo collegamento sono inoppugnabili. Non capiamo quindi perché dovremmo ringraziarla. Né possiamo ringraziarla per altre circostanze, dato che gli stessi storici propensi a tesi assolutorie, scrivono che i due, Valenti e la Ferida, finirono nel «buco nero» della banda Koch forse più per ragioni di comune consumo di morfina, eroina, cocaina e simili che per motivazioni politiche. Commendevole anche questo?»; nella stessa lettera il Coordinamento femminile dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia stigmatizza l'affermazione contenuta nella presentazione dei volumi di Italiane in quanto il Ministro «ha ritenuto opportuno non soltanto ringraziare tutte le figure femminili ricomprese nei tre tomi dell'opera, ma sostenere che a queste figure, nessuna esclusa, "Tutta l'Italia deve un grazie"»; nella presentazione firmata dal ministro delle Pari opportunità si legge: «Non abbiamo voluto realizzare un'opera specialistica, un dizionario per addetti ai lavori, bensì un libro che, pur mantenendo ferme le coordinate del rigore scientifico, avesse un taglio divulgativo, si leggesse con piacere... In queste 200 donne, ricche e povere, del nord e del sud, raffinate e incolte, belle e meno belle, umili e proterve, sensuali e angelicate, in tutte risiede la forza e l'intelligenza. Ed il merito di avere contribuito, clamorosamente o impercettibilmente, alla crescita collettiva delle donne, alla loro evoluzione, alla loro coscienza d'essere protagoniste»; se sfugge il criterio generale che ha guidato le curatrici nella scelta dei personaggi femminili, l'opera si presenta lacunosa anche dal punto di vista meramente scientifico per la mancanza di una bibliografia e delle indicazioni delle fonti; il tentativo di fare un'operazione bipartisan sia nelle scelte dei nomi da inserire che nella scelta dei biografi restituisce, salvo autorevoli eccezioni, ritratti parziali e di forte impronta autoriale che danno all'intera operazione un tono nazional-popolare; l'inserimento di biografie di personaggi contraddittori rende incomprensibile la necessità degli improbabili «ringraziamenti» di cui il ministro delle pari opportunità si fa portavoce -: quale sia il progetto politico-culturale che sottende l'opera e quali direttive il Ministero delle Pari Opportunità abbia impartito alle curatrici affidando loro la commissione; se non ritenga grave aver inserito nell'opera Italiane personaggi femminili come Claretta Petacci, Rachele Guidi, Piera Matteschi e Luisa Ferida che di certo non rappresentano degnamente la storia repubblicana; se non ritenga che il preteso carattere divulgativo dell'opera Italiane non possa in alcun modo giustificare valutazioni in palese contrasto con la storia democratica della Repubblica; se non ritenga che i sopra riportati apprezzamenti politici, nonché la mancanza del rigore scientifico necessario per la realizzazione di un'opera di questo tipo, rendano ingiustificabile l'impiego di denaro pubblico; quali siano i costi complessivi della realizzazione di Italiane . (4-09843)
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20040426 
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09843 presentata da MASCIA GRAZIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 26/04/2004 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
DE SIMONE TITTI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
DEIANA ELETTRA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
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4/09843 
MASCIA GRAZIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 

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