INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09112 presentata da SODA ANTONIO (PROG.FEDER.) in data 19950404

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_09112_12 an entity of type: aic

Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: il Patto dei democratici pugliese - Pds e Rifondazione comunista del collegio 28 - Alleanza democratica popolare per Grumo - Assemblea di Gravina - Comitato socio-sanitario di Modugno - Libera Modugno! - Assemblea '93 per la Costituzione - Comitato per l'Italia che vogliamo del collegio 28 - Cattolici democratici di Bitritto - Rinnovamento per Adelfia - Alleanza democratica di Bitetto - Legambiente di Bari; Ruotalibera di Bari - Federnatura di Bari - Pds di Bitonto, hanno elaborato, sulla questione dei gravissimi fatti di Bari, sull'intreccio fra criminalita', affari e politica, e sul tentativo di coinvolgere l'onorevole Nicola Magrone, che, per primo, all'epoca in cui svolgeva le funzioni di sostituto procuratore della Repubblica di Bari, promosse l'indagine giudiziaria incriminando dirigenti ed esponenti della criminalita' organizzata, il documento che segue: "I "fatti di Bari" di questi giorni vedono, ancora una volta, il tentativo di coinvolgere il giudice Nicola Magrone, deputato progressista, in vicende che vorrebbero infamare lui e le migliaia di cittadini che hanno riposto in lui la loro fiducia. Il tutto avviene a mezzo di soffiate alla stampa, allusioni e intimidazioni. Si finge che si vanno "scoprendo" fatti a suo carico, "collegati" (parola di stampo propriamente mafioso perche' allusiva a misteriose trame) con lo scandalo della sanita'; si tace sul dato storico che quell'indagine fu promossa da Magrone, che incrimino' capi clan e dirigenti dell'azienda; si tace sul dato storico che nell'estate del 1993 fu orchestrata identica operazione di annientamento, radicalmente smontata dinanzi a tutte le istanze istituzionali. I documenti che seguono parlano da soli. 1. Decisione della I Sezione del Consiglio superiore della magistratura 2 dicembre 1993. - Dopo che il dottor Magrone aveva avviato l'indagine sulla Geroservice e sui suoi rapporti con i clan criminali, dopo le incriminazioni, dopo l'acquisizione delle prove fondamentali (il che avveniva mentre si celebrava il dibattimento nel processo ai clan, nell'inverno-estate 1993), dopo che le indagini sulla Geroservice erano state tolte a Magrone, i magistrati Maritati e Chieco denunciarono a un ispettore ministeriale che Magrone aveva commesso degli errori procedurali e che aveva, cosi', "intralciato" le loro indagini. La cosa fu fatta finire, come al solito e deliberatamente, sui giornali; Magrone fu chiamato a rispondere dinanzi al Csm dal quale venne totalmente riconosciuto immeritevole di alcuna censura ed anzi il contrario. E' importante riportare le incolpazioni mosse allora a Magrone perche' si vede, documentalmente, che sono le stesse cose delle quali si va sussurrando oggi nei corridoi del palazzo di giustizia e gridando sui giornali. Questo si legge nella decisione del Csm: "La Commissione sulla base degli accertamenti ispettivi (formulanti rilievi anche sull'operato del dottor Magrone). °...! disponeva comunicarsi al dottor Magrone comunicazione di apertura di procedimento ex articolo 2 del regio decreto-legge 31 maggio 1946, n. 511, e stabiliva un intenso programma istruttorio (audizione dei dottori Siclari, Lembo, Bonomi, Maritati, colonnello Rubino, dottor Cornetta) °...!. I fatti su cui si comunicava che erano in corso accertamenti, per il dottor Magrone, sono i seguenti: 1) Per aver condotto le indagini nel procedimento relativo alla Societa' Geroservice di Bari (vertente anche su assunzioni clientelari), nonostante l'opportunita' di astenersi in relazione al rapporto di lavoro intercorrente tra il principale indagato dottor Francesco Cavallari e la sorella del dottor Magrone stesso. 2) Per aver condotto tali indagini in modo negligente ed imprudente, in particolare provvedendo ad iscrivere il procedimento nei confronti di 70 indagati il giorno 1^ giugno 1993 (e cio' nonostante avesse convenuto con il dottor De Marinis il giorno prima che l'indagine andava trasmessa alla Direzione distrettuale antimafia), sebbene per circa quarantacinque indagati mancassero le generalita', omettendo inoltre l'iscrizione del Cavallari ed indicando un titolo di reato (articolo 416-ter del codice penale) palesemente erroneo per essere i fatti avvenuti in epoca anteriore all'introduzione di tale norma. 3) Per avere omesso di informare di tali iniziative il procuratore della Repubblica (con il quale aveva concordato il giorno precedente la trasmissione del procedimento alla Direzione distrettuale antimafia), che apprese l'avvenuta iscrizione da ampi e clamorosi servizi di stampa del giorno successivo al provvedimento di iscrizione". Quanto al massacro di Magrone sui giornali (lo si fece apparire addirittura nell'ambito delle indagini sul cosiddetto caso Bari che riguardava ipotesi di collusione di giudici con la criminalita'!), lo stesso Csm riconobbe: "Il 29 agosto 1993 il dottor Magrone faceva pervenire una vibrante nota di protesta per le 'fughe di notizie' relative alla seduta del 24 agosto 1993, ed affermava di aver tenuto una conferenza stampa, a tutela del suo prestigio. °...! In realta', il dottor Magrone ha ragione di lamentarsi della pubblicizzazione della notizia del procedimento presso il Csm che doveva restare riservata ed e' invece subito approdata sui mass media, per giunta in modo distorto °...!". Appunto, come si va ripetendo in questi giorni. Il Csm, fatte le sue indagine sulle "incolpazioni", decise cosi'; ogni commento guasta: "Una volta accertato che il dottor Magrone ha condotto le indagini, in una situazione di grave sovraccarico di lavoro, acquisendo significativi elementi di prova e senza favoritismi, la Commissione propone, all'unanimita', l'archiviazione degli atti nei confronti del dottor Nicola Magrone" (approvata all'unanimita' dal Consiglio il 12 gennaio 1994). Di questo, dunque, si va parlando sui giornali e ovunque, a Bari e in Italia, in questi giorni. E' incredibile ma, come si vede, e' cosi'. Per giunta, gli autori e i sostenitori dell'attacco sono gli stessi di allora. 2. In questi giorni, si va "riscoprendo" sulla stampa, per dar corpo al linciaggio, una famosa conversazione telefonica tra Paolo Biallo e Francesco Cavallari (intercettate su ordine del dottor Magrone nel 1993, quando era titolare dell'indagine). Nel 1993, fu fatto intendere da alcuni magistrati che nella coversazione i due soggetti si dichiaravano contenti e rassicurati dal fatto che l'assegnazione dell'indagine fosse stata fatta a Magrone. Questa versione falsa e' stata data anche al Csm da alcuni magistrati. Su La Repubblica del 30 marzo, per esempio due giornalisti falsari scrivono: "Il nome di Magrone compare in una intercettazione telefonica nella quale il cognato di Cavallari, Paolo Biallo, comunica con soddisfazione allo stesso Cavallari l'assegnazione dell'inchiesta al magistrato 'fratello della nostra dipendente', 'per toglierla dalle mani del leccese' (Alberto Maritati)". La conversazione intercettata fu esaminata dal Csm e dalla Procura di Potenza e da Siclari; ovviamente, in essa si diceva esattamente l'opposto di quanto si racconto' nel 1993 e si va raccontando in questi giorni: Biallo parlava con Cavallari (erano in corso le perquisizioni disposte dal dottor Magrone nelle cliniche) e gli comunicava di essere stato convocato dal pubblico ministero. Cavallari gli chiedeva da quale pubblico ministero e Biallo gli rispondeva "da Magrone"; Cavallari chiedeva come mai l'inchiesta l'avesse Magrone, che c'entrava Magrone, e Biallo lo rassicurava che l'indagine sarebbe stata subito tolta a Magrone per essere passata ad altro sostituto. E' incredibile, ma e' cosi'. La cosa fu accertata sin dal 1993; oggi la si riprende disseminando falsi; e questo, nonostante pronunce ufficiali che hanno visto sottrarre le indagini al dottor Magrone, secondo le aspettative degli indagati! 3. Il rapporto sanita' pubblica-sanita' privata, nel senso della politica di sfacciato favore degli amministratori pubblici per quella privata, fu posto dal dottor Magrone in anni nei quali l'omerta' e le connivenze erano (non sono piu'?) la regola. Nel procedimento penale n. 3101/1984 (proprio cosi': 1984!), il pubblico ministero dottor Magrone, nell'ambito di un indagine sullo sfascio del policlinico di Bari, faceva al giudice istruttore la seguente richiesta: "Considerato che l'indiscutibile stato di degrado del Policlinico ha oggettivamente favorito le iniziative private nel campo della sanita', ritengo che si debba accertare quanti contributi siano stati corrisposti dalla Regione Puglia a cliniche private convenzionate e quanti medici del Policlinico abbiano interesse in dette cliniche °...!". La richiesta e' del 1985! Il giudice istruttore non ne fece niente. Oggi, tutti denunciano che tutti sapevano. Allora, dieci anni fa, nemmeno un rigo di giornale sull'iniziativa di Magrone; anzi, il silenzio totale. Nelle 500 pagine della requisitoria finale nello stesso procedimento penale (eravamo al 19 luglio 1990!), Magrone scriveva (vi fu un rigo sulla stampa? vi fu un'iniziativa parlamentare?): "°...! l'ufficale sanitario del Comune di Bari 'oso'' definire, in una segnalazione al presidente della Usl Ba/9 addirittura del 26 marzo 1982, 'una pattumiera' (ricorrendo a un eufemismo). In quella coraggiosa segnalazione, l'Ufficiale sanitario aggiungeva: 'Si ha l'impressione di entrare in uno xenodochio di epoca remota. Sono uscito inorridito, stravolto. Cio' che ho visto, e' di estrema gravita'', 'non e' possibile, per la gravita' e la molteplicita' degli elementi inquinanti, procedere ad una elencazione: ci sono, ove mai ve ne fosse bisogno, fotografie che parlano da sole. I neonati, le puerpere, gli operatori sanitari, eccetera, sono immersi in un ambiente per il quale nulla e' stato fatto per rendere meno gravi le condizioni che favoriscono l'incremento e la diffusione di microorganismi che, inevitabilmente, vengono portati all'esterno, sino alle abitazioni di quanti hanno la ventura di far capo alla clinica ostetrica'". Cosi' Magrone nella sua requisitoria: "Il correre e fiorire di iniziative, per cosi' dire, private (nei profitti) e pubbliche (nelle spese), del tutto parallele al disfacimento della struttura pubblica, la dice lunga sul senso complessivo degli accadimenti: su questo punto, l'indagine avrebbe meritato uno specifico approfondimento (per giunta chiesto e sollecitato dal pubblico ministero al giudice istruttore). E tuttavia, quel che si e' accertato e' gia' sovrabbondante al fine di poter con regione affermarsi che la struttura pubblica e' stata letteralmente assassinata per far spazio a quella 'privata'". Si aprono i giornali, oggi, a distanza di dieci anni e piu', e si legge che Nicola Magrone e' confuso con quanti, avventurieri e corruttori, hanno speculato sulla salute della gente. Non e' immaginabile un'operazione piu' ignobile di cosi'! 4. Giorgio Bocca su La Repubblica del 30 marzo 1995: "Giudici onesti ce ne sono anche a Bari!". - "Quattro anni fa ero a Bari, per un'inchiesta nel profondo Sud, sempre diverso, sempre eguale. Mi aspettava all'aeroporto l'avvocato Carlo Capone, un galantuomo che si era messo in testa di fondare una Lega Sud per la rinascita di Bari e del Mezzogiorno. Avevo una valigia e aspettavo che aprisse il bagagliaio della sua automobile, ma lui la prese e disse: 'no, nel bagagliaio non teniamo neanche la gomma di scorta'. Credevo esagerasse. Due ore dopo andammo a cercare un magistrato che aveva cose da raccontarmi (Nicola Magrone). Non era in casa, tornammo all'auto di Capone giusto in tempo per vedere tre ragazzi che stavano scassinandola. Quattro anni fa era la stassa citta' in cui oggi hanno mandato in galera o agli arresti domiciliari l'intero ceto dirigente e tutti lo sapevano nei particolari ma ne parlavano per allusioni o con l'intesa 'qui lo dico e qui lo nego'. Sembrava di essere in quei film in cui l'America del Mid-West racconta i suoi incubi: l'onesto funzionario mandato per un'ispezione che appena arrivato si accorga che fanno il vuoto accanto a lui e a mano a mano scopre che sono tutti d'accordo a rubare e nascondere, Sindaco, giudici, poliziotti, banchieri, persino quelli dei diritti civili. Capone e un giudice onesto - ce ne sono, ce ne sono anche a Bari - mi accompagnarono in visita al Policlinico della citta'. Nelle cucine, sulle casse della pasta, c'erano dei topi enormi, un infermiere che ci faceva strada si provo' a cacciarli gridando ma non si muovevano, dovette prendere una ramazza per cacciarli. Il giudice diceva: 'Ho rinviato a giudizio sanitari, amministratori, medici. Tutti assolti'. Assolti da giudici corrotti che tutti a Bari conoscevano per nome e cognome °...!"" -: se abbia gia' svolto indagini dirette ad accertare la responsabilita', a tutti i livelli di chi tenta strumentalmente e con falsita' di coinvolgere l'on. Magrone nei fatti indicati; quali provvedimenti abbia assunto in merito; quali ulteriori iniziative intenda assumere per ristabilire la verita'. (4-09112)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09112 presentata da SODA ANTONIO (PROG.FEDER.) in data 19950404 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
PISTONE GABRIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
MORONI ROSANNA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
BONSANTI ALESSANDRA (PROG.FEDER.) 
CAMOIRANO ANDRIOLLO MAURA (PROG.FEDER.) 
CHIAROMONTE FRANCA (PROG.FEDER.) 
CORLEONE FRANCESCO (PROG.FEDER.) 
GALLETTI PAOLO (PROG.FEDER.) 
GALLIANI LUCIANO (PROG.FEDER.) 
LA SAPONARA FRANCESCO (PROG.FEDER.) 
LOMBARDO GIUSEPPE (PROG.FEDER.) 
MASELLI DOMENICO (PROG.FEDER.) 
MONTECCHI ELENA (PROG.FEDER.) 
NOVELLI DIEGO (PROG.FEDER.) 
REALE ITALO ALDO (PROG.FEDER.) 
SCALIA MASSIMO (PROG.FEDER.) 
SCERMINO FELICE (PROG.FEDER.) 
SCOZZARI GIUSEPPE (PROG.FEDER.) 
SETTIMI GINO (PROG.FEDER.) 
SOLAROLI BRUNO (PROG.FEDER.) 
NARDINI MARIA CELESTE (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
BIELLI VALTER (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
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4/09112 
SODA ANTONIO (PROG.FEDER.) 

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