INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08910 presentata da DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20101005

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-08910 presentata da ANTONIO DI PIETRO martedi' 5 ottobre 2010, seduta n.378 DI PIETRO, DI GIUSEPPE, MURA e PALAGIANO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: il 15 settembre 2010, come riportato dall'Agenzia Ansa e da un articolo di altromolise.it, un caso di malasanita' e' accaduto a Pozzilli, piccolo centro della provincia di Isernia. Vittima un sessantacinquenne, Antonio Del Corpo, che intorno alle 4 aveva avvertito forti dolori al torace. I familiari chiamano ripetutamente il 118 di Venafro, ma il telefono squilla a vuoto. Il signor Del Corpo muore dopo un'ora e mezzo, poco prima dell'arrivo di un'ambulanza chiamata dalla Polizia; piu' volte gli operatori di Venafro hanno denunciato, anche alla stampa, che a causa della chiusura di diversi servizi all'ospedale SS. Rosario di Venafro e per la trasformazione del pronto soccorso in punto di primo soccorso, si sono moltiplicati i trasferimenti della zona verso altri nosocomi, con conseguente impossibilita' di fare fronte tempestivamente alle numerose richieste di intervento; per chiarire, se mai ce ne fosse bisogno, lo stato in cui versa la sanita' in Molise, e prendendo proprio spunto dalla morte di alcuni giorni prima del suddetto signor Antonio Del Corpo, le pagine locali del quotidiano Il Tempo del 21 settembre 2010, riportano la Lettera che l'ex primario di chirurgia del Veneziale di Isernia, Cristiano Huscher, ha inviato all'assessore alla sanita' Nicola Passarelli. Partendo dalle mancanze del 118 (sulle quali sono aperte le indagini della Procura) il professor Huscher ricorda di aver costantemente riferito all'assessore circa l'inutilita' di alcuni reparti; le spese proibitive per le creazioni di reparti; la pericolosita' dei medesimi reparti in quanto non poteva essere garantita la continuita' assistenziale da parte dei primari che, esaurita l'attivita' operatoria, tornavano a Roma; che nell'ospedale di Isernia si facevano interventi che non andavano fatti e per i quali qualcuno «ci aveva rimesso la pelle»; e infine che alcune strutture del Veneziale non erano a norma; in questi mesi e' peraltro montata la protesta contro chi gestisce la sanita' molisana; cortei a difesa degli ospedali, raccolta di firme per sindaci «poco attivi» nella difesa dei reparti ospedalieri della propria citta', lungaggini nella fornitura di esami diagnostici; la realta' e' che il Molise e' una delle regioni italiane con il deficit sanitario piu' alto. Nel solo 2009, con una popolazione di appena 330.000 abitanti, il deficit accertato e' stato pari a circa 60 milioni di euro. Per il 2010 si viaggia verso gli 80 milioni di euro; principale causa di questo enorme disavanzo sanitario, ad avviso degli interroganti e' rappresentata dagli sperperi accumulati in anni di gestione clientelare nella sanita' pubblica; come primi interventi per il rientro dal deficit sanitario, la regione ha deciso di tagliare sui piu' deboli, quelli che non hanno la possibilita', o a prezzo di grandi sacrifici, di spostarsi da una citta' all'altra e che hanno l'esigenza di una assistenza sanitaria ordinaria e continuativa sul territorio. Una delle scelte del governo regionale, e' infatti quella di chiudere qualche struttura sanitaria, e tra queste vi e' l'Ospedale «SS. Rosario» di Venafro. Si tratta di una struttura sanitaria pubblica molisana, con il piu' alto indice di mobilita' attiva, crocevia e punto di riferimento per i cittadini del basso Lazio, dell'alto casertano e del basso Abruzzo; cio' ha consentito negli anni, al SS. Rosario di maturare una elevata specializzazione in alcuni importanti servizi sanitari; si ricorda peraltro che l'11 settembre 2010, si era svolta una grande manifestazione, organizzata anche dal comitato «Ospedale SS. Rosario», e in difesa dello stesso ospedale, proprio per difendere il proprio diritto alla salute e per rivendicare il mantenimento di una struttura, il SS. Rosario, da sempre efficiente, anche economicamente. In realta', il SS. Rosario continua a ricevere duri colpi, che lo stanno trascinando lentamente e inesorabilmente verso la chiusura; oltretutto e' stato accertato dai tecnici specializzati che l'edificio in cui e' ubicato il SS. Rosario e' antisismico, diversamente da altri, tra cui il fabbricato del Veneziale di Isernia. Una soluzione tecnica idonea a garantire l'incolumita' pubblica senza ulteriori costi per il sistema, sarebbe quello di trasferire reparti del Veneziale nell'edificio del SS. Rosario; viceversa sembra che la regione Molise abbia programmato di realizzare un nuovo edificio, con quello che comporta in termini di milioni di euro spesi. In pratica si dovrebbe decidere di chiudere un ospedale - quello di Venafro - pienamente antisismico, per realizzarne uno nuovo. E cio' in evidente contrasto con i vincoli posti dal Piano di rientro; non per tutti gli ospedali sono pero' previsti tagli, anzi in alcuni sono stati apportati ulteriori interventi di potenziamento; emblematica in questo senso e' la vicenda del «Veneziale» di Isernia e della sua unita' operativa di coordinamento, l'unita' di neurofisiopatologia. La struttura ha praticamente piu' personale sanitario che malati, e non avrebbe motivo di esistere data la specificita' del reparto. Peraltro nel 2005, una Commissione di inchiesta del Senato ha evidenziato che si tratta di una UOC (unita' operativa di coordinamento) che non attrae utenza numerosa. Come riportato anche dal quotidiano Nuovo Molise oggi del 24 febbraio 2009, il primario di detta UOC unita' di neurofisiopatologia, e' Nicola Iorio, fratello del presidente Michele Iorio; il medesimo quotidiano Nuovo Molise oggi del 24 febbraio 2009, riporta peraltro come altri familiari del presidente Iorio, gia' commissario ad acta, sono inseriti nelle strutture del servizio sanitario regionale -: quali iniziative urgenti si intendano adottare - nell'ambito delle proprie prerogative - per verificare quanto esposto in premessa, rispetto alle scelte del commissario ad acta riguardanti il ridimensionamento e/o la chiusura di importanti presidi sanitari regionali posto che ad avviso degli interroganti sussiste un problema di incompatibilita' dell'attuale commissario ad acta a svolgere le sue funzioni per conflitto di interessi, qualora venisse confermata la presenza in posti chiave della sanita' regionale di familiari del presidente medesimo. (4-08910)
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