INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08776 presentata da MICHELINI ALBERTO (FED.LIB.DEM) in data 19950322

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Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere: se non ritenga che gli incrementi recentemente decisi dalla finanziaria per gli assegni familiari finiscano per essere inefficaci e controproducenti se non verra' profondamente riformato l'attuale ordinamento degli assegni familiari medesimi, ideato negli anni ottanta da Ermanno Gorrieri allora presidente della Commissione della poverta' insediata dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi. Tale ordinamento, pensato come provvedimento di ristrutturazione di misure previdenziali, non fu finalizzato allo scopo precipuo di sostenere le famiglie con i figli, ma di integrare dei livelli minimi di reddito, come dimostra il fatto che solo una parte delle cifre erogate siano state destinate a famiglie con i figli, e ancora piu' chiaramente il fatto che l'assegno abbia penalizzato le famiglie effettivamente numerose in palese contrasto con i principi costituzionali che le tutelano. Non e' previsto infatti nessun aumento di erogazione, ne' aumento delle soglie di esclusione dall'assegno medesimo, per un sesto figlio o per i successivi, o per un quarto figlio, e i successivi nel caso il nucleo sia composto anche di due anziani. Inoltre una buona parte degli assegni medesimi viene erogata a famiglie monopersonali o composte da coniugi senza figli. In presa di tale ordinamento, che di fatto costituisce uno dei tanti incentivi per la denatalita', la norma che prevede aumenti dal terzo figlio in poi puo' risultare inefficace; se il Ministro non ritenga che la struttura dell'assegno debba essere ristrutturata non ponendo nessun limite superiore alla composizione del nucleo, e prevedendo un meccanismo flessibile che permetta di adeguare erogazioni e soglie di esclusione alla effettiva composizione del nucleo familiare; se il Ministro non ritenga che, come convenuto da tutti i demografi ed esperti di politica famigliare, una corretta politica di sostegno alle famiglie con figli necessiti di adeguate agevolazioni fiscali, o l'introduzione del quoziente famigliare, per far si' che come prevede la costituzione la tassazione delle famiglie con figli sia proporzionata alle effettive capacita' contributive; se il Ministro non ritenga che tali agevolazioni debbano valere indipendentemente dai limiti di reddito, o comunque non solo per le categorie particolarmente bisognose, perche' in tal caso non si tratterebbe di politica famigliare o di sostegno alla natalita', ma ancora una volta di politica di assistenza per i poveri. Agevolazioni fiscali condizionate alle soglie di reddito degli assegni famigliari finiscono per raddoppiare i difetti della attuale struttura dell'assegno famigliare, negando ancora una volta il principio della sussidiarieta' assolutamente necessario per una effettiva politica famigliare. (4-08776)
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