INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08252 presentata da VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19970306
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_08252_13 an entity of type: aic
Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che all'interrogante risulta che: il ragionier Luigi Bisconti e stato fino al 1984 agente di commercio per conto di una multinazionale che opera nel settore bevande alcoliche e analcoliche, lavoro svolto con lusinghieri risultati; a causa di una crisi di mercato, l'azienda decise la soppressione di alcune agenzie, tra cui quella del ragioniere Bisconti; la soppressione avvenne senza dare preavviso e senza alcuna liquidazione delle spettanze retributive; viceversa, il ragioniere Bisconti dovette far fronte alla liquidazione dei due impiegati e dei sei sub-agenti, esponendosi cosi' ad una banca che sino ad allora, considerato il giro di affari e le proprieta' immobiliari, gli dava credito; a quel punto il ragioniere Bisconti dovette intraprendere un'azione legale per vedere riconosciuti i diritti da lui vantati per quel rapporto lavorativo; nel frattempo il ragioniere Bisconti, grazie alle ottime referenze e alla diffusa stima di cui godeva, fu assunto da un'altra importante azienda, ma questo esito felice fu bruscamente interrotto da un infarto che lo colpi' privandolo della nuova prospettiva lavorativa; dopodiche' il Bisconti inizio' un attivita' di commercio all'ingrosso, sempre in attesa dell'esito della sua causa di lavoro anche per far fronte ai debiti con la banca; la suddetta banca con la quale aveva uno scoperto di circa 50 milioni, gli chiese il rientro immediato del fido, costringendolo a firmare effetti dell'importo di lire quattro milioni mensili; in seguito il Bisconti si espose, non riuscendo a fronteggiare la situazione debitoria, con altri istituti di credito, istituti finanziari e giunse alla drammatica determinazione di chiedere prestiti ad usura; nel 1989, sebbene tentasse di vendere parte del suo patrimonio immobiliare sempre al fine di appianare i debiti, comincio' ad essere oggetto di minacce di morte da parte degli usurai e fu posto dinanzi alla richiesta, da parte degli usurai stessi e di una finanziaria, di fallimento; durante il primo ed unico colloquio con il giudice, il Bisconti tento' di spiegare la natura usuraria dei suoi debiti, riservandosi le opportune azioni di rescissione; il giudice non volle sentire ragioni e, nel giro di ventotto giorni, lo dichiaro' fallito (nonostante non vi fosse pericolo "in mora" atteso che l'immobile da alienare era gia' gravato da ipoteca); si sottolinea, per inciso, che precedentemente non erano state esperite le procedure mobiliari cosi' come vuole lo scrupolo dei giudici prima di una dichiarazione di fallimento; il Bisconti compi' tutti gli adempimenti del caso, informando il curatore fallimentare di tutti gli aspetti della vicenda; il curatore non rinvenne responsabilita' di terzi e cioe' dei creditori; si dica, per rendere bene il contesto, che uno degli usurai in questione viene ritenuto vittima della cosiddetta "lupara bianca"; a quel punto il curatore fallimentare parve accanirsi contro il Bisconti e la sua famiglia, disinteressandosi delle azioni revocatorie che avrebbe dovuto esperire ai sensi dell'articolo 102 della legge fallimentare ed omettendo di denunciare agli organi competenti, nella sua qualita' di pubblico ufficiale, i reati contestabili in un primo momento ai creditori; a distanza di un anno dalla dichiarazione di fallimento, il curatore chiese ed ottenne l'estensione del fallimento alla moglie del Bisconti; la moglie del signor Bisconti venne convocata informalmente dinanzi al giudice delegato, fu ascoltata senza l'assistenza di un avvocato e senza diritti di difesa; fu quindi coinvolta in prima persona nella dichiarazione di fallimento, atto contro il quale la signora elevo' impugnazione; l'opposizione venne rigettata in primo grado perche' discussa dinanzi allo stesso giudice che ne aveva sentenziato il fallimento e attualmente pende il giudizio di appello; contemporaneamente furono presentate al giudice delegato numerose istanze contro gli atti compiuti dal curatore, istanze tutte disattese; nel marzo del 1993 si giunse alla vendita del cespite immobiliare alienato all'asta ai due figli di un usuraio con cui il Bisconti aveva avuto rapporti; dopo questo episodio la moglie del Bisconti si decide a sporgere denuncia contro gli usurai, subendo tutte le conseguenze in termini di minacce e intimidazioni; nel luglio del 1993 il Bisconti decide di rendere spontanee dichiarazioni a pubblico ufficiale, al comando della Guardia di finanza di Lecce, evidenziando i rapporti usurai e le omissioni del curatore fallimentare; nel maggio del 1995 fu presentata denuncia per omissione di atti d'ufficio nei confronti del giudice delegato; nell'ottobre del 1993 i coniugi Bisconti si recarono presso la trasmissione "Maurizio Costanzo show" e raccontarono li' la loro odissea; dopo la denuncia fatta dalla signora Bisconti, la procura presso la pretura di Lecce archivio' per intervenuta prescrizione, relativamente ai reati di usura, mando' il fascicolo per competenza al tribunale per i reati di omissione di atti d'ufficio della curatela fallimentare (ex articolo 328 del codice penale), e per tali fatti il pubblico ministero archivio' senza darne comunicazione agli interessati, per cui il Bisconti ricorse presso la suprema corte di cassazione, che riapri' i termini della questione; nonostante il pubblico ministero reiterasse la sua richiesta di archiviazione, i Bisconti si opposero e il giudice delle indagini preliminari, a seguito delle indagini svolte, ordino' di formulare il capo di imputazione per il reato di cui all'articolo 361 del codice penale a carico del curatore; successivamente, il nuovo giudice delle indagini preliminari, in camera di consiglio, privando i coniugi Bisconti di produrre nuove prove, il giorno 18 febbraio 1997 emette la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione; dopo i coniugi Bisconti si rivolsero presso il tribunale della procura generale presso la corte d'appello, per la revoca di quest'ultima sentenza ai sensi dell'articolo 434 del codice di procedura penale; per quanto riguarda la denuncia dal Bisconti presentata alla Guardia di finanza, fu aperto un fascicolo presso la procura presso il tribunale, poi inviato per competenza alla procura presso la pretura; da quest'ultimo fascicolo sono sparite tutte le indagini svolte dalla Guardia di finanza relative ai contestati reati di usura, omissioni, e sulla questione dei figli del suddetto usuraio; per quanto concerne il procedimento a carico del giudice delegato, la procura presso il tribunale di Lecce non ha iscritto nel modello 21 il nome degli indagati, congelando per oltre sei mesi la denuncia; dietro sollecito dei Bisconti, i suddetti atti furono per competenza inviati alla procura presso il tribunale di Bari; il pubblico ministero incaricato, dopo oltre un anno di indagini, non ha dato alcuna comunicazione ai coniugi Bisconti, per cui i coniugi hanno ritenuto opportuno informare della vicenda il procuratore generale della Repubblica al fine di avocare le indagini -: se si intenda intervenire presso i coniugi Bisconti, i quali versano in grave situazione di stress psicologico, in disagiato stato di salute e in pessima condizione economica ed esistenziale, affinche' la loro disperazione non possa spingerli ad estreme determinazioni, trattandosi di un clamoroso ed intricatissimo caso di ingiustizie sommate ad altre ingiustizie; se intenda provvedere alla ricostruzione puntuale del caso dei coniugi Bisconti, intervenire con le dovute misure presso quegli organi giudiziari che abbiano avuto un comportamento omissivo o colpevole, ed attivarsi onde consentire un esito non tragico della suddescritta odissea giudiziaria. (4-08252)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08252 presentata da VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19970306
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19970306-19990713
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08252 presentata da VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19970306
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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2014-05-15T10:53:16Z
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VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI)
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MINISTRO MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
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