INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07843 presentata da SCHETTINO FERDINANDO (PROG.FEDER.) in data 19950223
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_07843_12 an entity of type: aic
Ai Ministri delle finanze, del bilancio e della programmazione economica e del tesoro. - Per sapere - premesso che: il ritardo accumulato - soprattutto negli ultimi quindici anni - dello Stato Italiano nel rimborso dei crediti IVA ha determinato gravi disfunzioni nella gestione finanziaria delle imprese coinvolte ed una considerevole perdita dello Stato stesso a causa delle anticipazioni di contributi alla Comunita' Economica europea; l'Italia, come ogni Stato membro della Comunita' Economica europea, versa, a titolo di risorse proprie IVA, alla Comunita' Economica europea una percentuale pari all'1,4 per cento della base imponibile determinata partendo dalle entrate IVA riscosse; le modalita' attraverso cui si giunge a determinare il contributo IVA a carico di ciascun paese sono sostanzialmente le seguenti; a) si parte dalle entrate lorde riscosse, cui si aggiungono (o si sottraggono) le somme che modificano il dato "puro", ossia le cifre (ammende, in positivo - spese di riscossione, in negativo) che hanno alterato l'ipotetica contribuzione normale dei soggetti - IVA: tanto per equiparare i dati dei dodici paesi membri, dati che vengono inficiati dalle normative specifiche di ciascun Stato (e' noto, infatti che i tributi sono utili strumenti di politica economica); b) si determina l'aliquota media ponderata, partendo dalle varie aliquote IVA che incidono in maniera differenziata sui consumi; c) si individua la base intermedia, grazie alla formula: entrate nette x 100/ aliquota media ponderata; d) si applicano una serie di compensazioni (positive o negative), utili per depurare ancora il dato, al fine di ricavare la base di calcolo definitiva delle risorse IVA; e) sul dato definitivo a cui si e' pervenuti si applica la percentuale (attualmente dell'1,4 per cento) di calcolo di contributo IVA a carico dello Stato Italiano; nel meccanismo dinanzi accennato, per grandi linee, i rimborsi IVA vengono sottratti dalle entrate lorde, determinandone una contrazione e, di conseguenza, conducono ad una riduzione della base imponibile e del contributo versato dallo Stato alla CEE; i contributi IVA che vengono sottratti sono quelli effettivamente pagati: il ritardato rimborso dei crediti IVA (anche di 5 o 6 anni) determina, quindi, una innaturale dilazione delle entrate nette, entrate su cui l'Italia, nella migliore delle ipotesi, versa, per come meglio specifichero', all'incirca il 10 per cento alla CEE; le perdite che lo Stato Italiano subiscie per effetto dei ritardati rimborsi IVA sono di tutta evidenza, per cui ritengo utile approfondire nel ragionamento, con le seguenti considerazioni: a) ho gia' detto che dalle entrate nette IVA si calcola la base imponibile su cui si applica la percentuale che determina il contributo a carico dello Stato Italiano; in via approssimata si puo' stimare pari al 10 per cento la percentuale che l'Italia versa alla CEE direttamente sulle entrate nette; b) i rimborsi IVA effettivamente pagati agli aventi diritto si deducono dalle entrate lorde, riducendo, in ultima analisi, il contributo versato alla CEE; c) il ritardato riborso comporta un'anticipazione di contributi IVA alla CEE (circa il 10 per cento dei rimborsi non effettuati), che, ovviamente, non sarebbe dovuta qualora il meccanismo di rimborso funzionasse correttamente (ad esempio, negli altri paesi europei il rimborso avviene tra i 30 e i 90 giorni dalla richiesta); alla data del 15 dicembre 1993, i rimborsi IVA non effettuati dallo Stato Italiano agli operatori aventi diritto ammontavano a 27.538 miliardi, cifra comprendente anche la quota di interessi, stimata intorno al 6.300 miliardi (Sole 24 Ore del 21 febbraio 1994); la perdita subita dallo Stato e' data, dunque, almeno dagli interessi che lo Stato stesso ha dovuto pagare sui titoli di Stato emessi per finanziare l'anticipazione delle cifre alla comunita' (operazione naturale a causa del deficit di bilancio statale); si aggiunga che, per una serie di meccanismi che in questa sede si sorvolano, la stessa "quota capitale" (rimborsi non ancora effettuati) rischia di non essere utilizzata ai fini della futura detrazione delle entrate lorde, comportando un'ulteriore perdita; i dati che sono riuscito a reperire consentono una analisi dalla perdita fino ad ora subita dallo Stato Italiano nella materia che sto trattando, per cui fornisco una dimensione quantomeno indicativa del fenomeno, partendo dalle seguenti ipotesi semplificative: a) trascuro i benefici economico-finanziari che lo Stato ricava dal "funzionamento forzoso" ottenuto attraverso il mancato rimborso dei crediti IVA, poiche' ipotizzo che tale risparmio (sull'emissione di titoli di Stato) si compensi con gli interessi compositi che lo Stato stesso deve comunque pagare al soggetti - IVA al momento della restituzione del credito; b) considero che le prime richieste di rimborso non soddisfatte risalgono al 1981; c) ipotizzo, avendo a disposizione solo il debito totale IVA (comprensivo di interessi), che la percentuale di interessi sul totale debito sia crescente (10 per cento negli anni '81-'85, 20 per cento negli anni '86-'90, 23 per cento negli anni 91'-'93). d) non considero, per mancanza di dati, la situazione del 1994; e) suppongo che l'anticipazione delle somme alla CEE sia finanziata attraverso l'emissione di titoli dello Stato con tasso di rendimento annuo del 10 per cento; sulla base delle ipotesi indicate nel punto precedente e' possibile affermare che la perdita subita dall'Italia fino al 15 dicembre 1993, e' stata pari a lire 234.066 miliardi sotto forma di interesse composto passivo per l'anticipazione alla CEE di somme dovute alle disfunzioni del rimborso dei crediti IVA; la perdita citata si riferisce solo agli interessi per l'anticipazione, esiste pero' la possibilita' che anche la quota capitale (circa il 10 per cento di 21000 miliardi di lire) possa andare perduta, per la mancata deduzione dei rimborsi effettuati dalle entrate lorde IVA -: se ed in qual modo i Ministri intendano intervenire per evitare che si verifichino ancora le perdite denunziate per lo Stato a causa dalle anticipazioni dei contributi alla Comunita' Economica europea ed in qual modo intendano accelerare le procedure di rimborso IVA agli operatori interessati, onde eliminare le disfunzioni nella gestione finanziaria dei soggetti economici operanti sul nostro territorio. (4-07843)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07843 presentata da SCHETTINO FERDINANDO (PROG.FEDER.) in data 19950223
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07843 presentata da SCHETTINO FERDINANDO (PROG.FEDER.) in data 19950223
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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2014-05-14T19:35:27Z
4/07843
SCHETTINO FERDINANDO (PROG.FEDER.)