INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07697 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100621
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-07697 presentata da ERMETE REALACCI lunedi' 21 giugno 2010, seduta n.340 REALACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: il dossier Greenpeace «Le navi tossiche: lo snodo italiano, l'area mediterranea e l'Africa», pubblicato il 18 giugno 2010 sul settimanale L'espresso e sul quotidiano Financial Times, riassume piu' di vent'anni di traffico di rifiuti tossici e radioattivi tra l'area mediterranea e il continente africano; vengono diffuse per la prima volta alcune foto risalenti al 1997, che mostrano chiaramente come centinaia di container di ignota provenienza siano stati interrati nell'area portuale di Eel Ma'aan in Somalia: porto somalo, a trenta chilometri da Mogadiscio, costruito per ovviare al blocco di guerra del porto della capitale, la cui realizzazione fu affidata ad imprenditori italiani, tra cui Giancarlo Marocchino; dagli atti della Commissione parlamentare di inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, il dottor Marcello Fulvi, dirigente della Digos di Roma, in un'informativa del 3 febbraio 1995 cita il sopraddetto Marocchino e scrive: «si comunica che [...] personale di questo ufficio ha avuto un incontro con una fonte di provata attendibilita', la quale ha confidato che mandante sarebbe il noto Marocchino Giancarlo, il quale avrebbe ordinato l'uccisione della giornalista». Lo stesso imprenditore racconta alla Commissione parlamentare d'inchiesta di essere accorso per primo a Mogadiscio sul luogo dell'omicidio; Giancarlo Marocchino non risulta, ad oggi, essere mai stato indagato ne' per l'omicidio della troupe italiana ne' per l'attivita' illecita di traffico di rifiuti tossici; Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono uccisi, il 20 marzo 1994, mentre si trovavano a Mogadiscio come inviati del TG3 per seguire la guerra civile somala e per indagare su un traffico d'armi e di rifiuti tossici illegali in cui probabilmente la stessa Alpi aveva scoperto che erano coinvolti anche l'esercito ed altre istituzioni italiane; il sopraccitato documento elenca inoltre numerosi casi di esportazione illegale di rifiuti. Da questo dossier emergerebbe poi come il traffico illegale di rifiuti pericolosi si sia evoluto e ramificato: da attivita' individuali, si e' organizzato in una «rete», in cui i nomi di persone e imprese sono stati segnalati piu' volte da investigatori e magistrati ricorrendo con cupa frequenza; emerge altresi' un ulteriore elemento di novita' in merito alla ricerca in mare, nel 2009, del presunto relitto della «Cunski», al largo di Cetraro, che si aggiunge agli altri gia' evidenziati a febbraio 2010. Per le indagini della procura di Palmi (RC), nell'ottobre del 2009 il Governo italiano ha utilizzato una nave per le ricerche sottomarine «Mare Oceano» di proprieta' della famiglia Attanasio; Diego Attanasio e' un armatore napoletano con una flotta di sette navi oceanografiche e teste centrale dell'inchiesta «Mills-Berlusconi»; sembrerebbe che il Ministero britannico della difesa abbia offerto mezzi e personale qualificato a un prezzo inferiore rispetto a quello proposto dai proprietari di Mare Oceano; non sono tuttavia note le ragioni per cui l'offerta britannica sarebbe stata rifiutata cosi' come i termini del contratto tra la nave «Mare Oceano» e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; l'Agenzia europea dell'ambiente in un rapporto del 2009, ha chiarito come il traffico illegale di rifiuti tossici sia un problema rilevante e non sanato e che il divieto dell'export di rifiuti tossici tra Paesi OCSE e non-OCSE sancito dalla convenzione di Basilea, sia ben lontano dall'essere pienamente applicato; da operazioni investigative effettuate dalla magistratura e da indagini delle forze dell'ordine emerge l'esistenza di decine di «relitti sospetti». Il loro numero varia da cinquantacinque (deposizione dall'ammiraglio Bruno Branciforte al Copasir: come riferita dal quotidiano Calabria Ora, 26 settembre 2009), a quarantaquattro (comunicazione trasmessa dalla direzione marittima di Reggio Calabria alla Commissione antimafia il 27 ottobre 2009) a trentanove (per il periodo 1979-1995: relazione conclusiva del 25 ottobre 2000 della Commissione bicamerale sui rifiuti); a tal proposito, risulta all'interrogante che l'iter dell'atto di sindacato ispettivo numero 4-01342 del 15 ottobre 2008 sul presumibile affondamento doloso della nave Jolly Rosso sia, nonostante inumerosi solleciti, ancora in corso -: se corrisponda al vero quanto denunciato nell'articolo pubblicato dal settimanale L'espresso e, in caso affermativo, per quale motivo non sia stata fatta ancora piena luce su queste vicende inquietanti, soprattutto visto che i fatti sono noti oramai da decenni; se intendano riferire urgentemente agli organismi parlamentari competenti sulla questione del traffico illecito di rifiuti e sul traffico illegale di armi, in modo che la vicenda finalmente sia chiarita, anche all'opinione pubblica, a partire dalla drammatica vicenda di Ilaria Alpi e Miriam Hrovatin, uccisi tre anni prima che venissero scattati i fotogrammi sopradetti; se non sia opportuno intervenire diplomaticamente presso l'ONU perche' finalmente e concretamente sia verificata la presenza, o meno, di rifiuti tossici a Eel Ma'aan e, al contempo, intervenire urgentemente, anche in sede comunitaria, perche' siano aumentate le misure di sicurezza per la prevenzione della produzione e traffico di rifiuti tossici; se corrisponda al vero che il Ministero britannico della difesa abbia offerto mezzi e personale qualificato ad un prezzo inferiore rispetto a quello proposto dai proprietari di Mare Oceano per le ricerche del relitto del Cunski e, in caso affermativo, per quali motivi l'offerta sia stata rifiutata; se non si reputino oramai improcrastinabili, garantendo le opportune risorse economiche e umane, l'istituzione di un coordinamento tra le autorita' investigative e l'avvio di un censimento delle attivita' gia' effettuate per la ricerca e rimozione dei relitti delle «navi dei veleni»; se non intendano assumere iniziative volte a stanziare adeguati fondi affinche' sia avviato un monitoraggio chimico delle acque marine italiane e sanitario per gli eventuali rischi per la popolazione e per l'ambiente marino e costiero, a partire dalle zone di Cetraro, Capo Spartivento e Amantea, in modo da provvedere all'eventuale bonifica delle aree inquinate. (4-07697)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07697 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100621
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07697 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100621
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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2014-05-15T00:37:15Z
4/07697
REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO)