INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06560 presentata da OSTILLIO MASSIMO (MISTO-UDEUR-POPOLARI PER L'EUROPA) in data 10/06/2003

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06560 presentata da MASSIMO OSTILLIO martedì 10 giugno 2003 nella seduta n. 321 OSTILLIO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che: da lungo tempo si discute sulla possibilità che una serie di reperti archeologici, provenienti da scavi di fine 800 effettuati in Puglia ed acquisiti dal Museo nazionale di Napoli (dove permangono tuttora), possano ritornare stabilmente nei luoghi dove furono ritrovati; tale richiesta, supportata da importanti ambienti culturali e scientifici così come da ampi movimenti di opinione nati e rafforzatisi nel corso degli anni, trova motivazione nel fatto che i ritrovamenti rappresentano parte della storia delle comunità e dei territori interessati e che appare dunque quanto mai opportuno evitare di recidere radici essenziali al mantenimento di un «senso di appartenenza» sempre più importante in una fase di spinta verso una globalizzazione economica, sociale e culturale dagli esiti incerti; in particolare, esigenze come quelle descritte sono tanto più forti in presenza di fattori di particolare rilevanza - tali che dovrebbero indurre le amministrazioni pubbliche competenti a procedere rapidamente nel senso auspicato - tra i quali, ad esempio, il valore simbolico del reperto, il suo legame intrinseco con la storia delle città interessate, la presenza in tali sedi di valide strutture dove poter esporre il bene, l'attuale stato di conservazione e l'eventuale mancata fruizione del ritrovamento da parte del pubblico; Taranto, dove sono state fatte nel tempo straordinarie scoperte archeologiche, è stata privata di tantissimi reperti in anni nei quali erano di norma il saccheggio, il trafugamento ed il commercio illegale, producendo così gli effetti irreparabili determinati da sottrazioni ai danni di una comunità e della sua storia; colpisce che tale situazione si sia prodotta in una città pur tradizionalmente attenta ad un patrimonio di così alto valore storico e culturale (basti ricordare la provenienza della stupenda statua della dea Persefone seduta sul trono, attualmente proprietà del museo del Pergamo di Berlino) e sede di uno dei più prestigiosi e meglio organizzati poli museali a livello nazionale, che ha in via di completamento gli ultimi importanti lavori di ristrutturazione destinati tra l'altro ad aumentare e razionalizzare gli spazi espositivi complessivamente a disposizione; proprio a Taranto vennero ritrovati, nel 1894, cinque frammenti di lamina in bronzo che sono parte della « Lex municipii Tarentini» , il primo atto pubblico di cui si ha conoscenza, realizzato tra l'89 ed il 62 a.C. per definire lo status di municipalità da parte di un'autorità sovraordinata (Roma che detta le sue leggi alla città assoggettata, in una logica di controllo politico e sociale del governo centrale sulle istituzioni locali); la Lex costituisce una tra le più note acquisizioni del Museo Nazionale di Napoli, delle cui raccolte è oggi parte integrante, nonostante molti si siano prodigati per riportarla a Taranto, tra i quali si ricordano i soprintendenti Quintino Quagliati (dal 1895 al 1932) e Ciro Drago (dal 1934 al 1954); nel marzo scorso il ministero per i beni e le attività culturali - per un caso analogo - ha mostrato grande sensibilità ai temi in argomento, autorizzando lo spostamento da Napoli a Brindisi (seppure a titolo temporaneo) della statua del cosiddetto «Ercole brindisino», alla luce delle reiterate richieste provenienti dalla città di origine del ritrovamento, e proprio recentemente la soprintendenza di Napoli e Caserta ha avviato l'operazione di trasferimento -: quale sia l'orientamento del ministro in merito alla vicenda della Lex municipii Tarantini , e se reputi abbiano valore le implicazioni e le argomentazioni addotte, c e trascendono dal mero aspetto archeologico o banalmente campanilistico, circa la sede di conservazione del bene; se intenda studiare il possibile trasferimento del reperto a Taranto, in considerazione dell'importanza di tale bene, quale documento pubblico che ha regolato in un determinato periodo storico alcuni aspetti della vita di una comunità; se si ritiene abbia senso la permanenza del bene indicato in una sede, pur prestigiosa quale è Napoli, che certamente non appare essere quella naturale - e cioè Taranto - per il valore simbolico, storico, culturale e sociale del reperto; quali iniziative intenda adottare - ed in quali tempi - per venire incontro alle forti richieste in tal senso, provenienti da ambienti qualificati oltre che da ampi strati della pubblica opinione pugliese. (4-06560)
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