INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06347 presentata da MASSIDDA PIERGIORGIO (FORZA ITALIA) in data 19961221

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Ai Ministri dell'ambiente, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e della sanita'. - Per sapere - premesso che: nel comune di Assemini, zona industriale di Macchiareddu, localita' Grogastu (Cagliari), e' ubicato un impianto industriale di proprieta' della Bridgestone Metalpha Italia spa (interamente controllata dalla Bridgestone Metalpha Corporation - appartenente al gruppo Bridgestone, leader nella produzione di pneumatici); l'impianto, specializzato nella produzione della cordicella di acciaio e del filo d'acciaio ottonato per pneumatici, e' stato ceduto, il 28 giugno 1996, alla Metalpha dalla societa' Gencord srl, impresa posta in amministrazione straordinaria con decreto del Ministro dell'industria il 15 gennaio 1994; la nuova societa', dopo l'acquisizione dell'azienda, ha intrapreso alcuni lavori di ristrutturazione dell'impianto, nel corso dei quali sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di fanghi e scorie occultati nel sottosuolo; a seguito della scoperta, la dirigenza aziendale ha disposto una serie di esami dettagliati sul materiale rinvenuto, ricorrendo alla consulenza di un'impresa specializzata in sondaggi e prove geotermiche (la societa' Angius di Cagliari), con la supervisione di un'azienda leader nelle analisi chimiche in campo industriale (la Alfalab SGS); da tali sondaggi e' emersa la presenza di fanghi altamente tossici, in particolare nell'area adiacente e sottostante le vasche di stoccaggio dei residui di lavorazione -: le analisi dei liquami hanno rilevato la presenza di rifiuti classificati altamente tossici e nocivi, smaltibili solamente in discariche di tipo 2C (ai sensi della legge Merli n. 319 del 1976 e tabelle annesse), assenti nell'isola; in particolare, i fanghi contengono un'alta percentuale di piombo e rame; si tratta di sostanze idrosolubili e quindi di rapida e irreversibile dispersione nel sottosuolo, che potrebbero contaminare le falde freatiche alle quali i vicini comuni di Uta e Assemini attingono acqua da immettere nelle condotte; da calcoli approssimativi, si stima la presenza di circa 5.600 tonnellate di rifiuti tossici, distribuiti su un raggio di venti-trenta metri; i materiali sono altamente tossici e il costo per la bonifica dell'area si aggira attorno alle ottocento lire al chilo, per una spesa complessiva di circa quattro-sei miliardi di lire; i costi di bonifica risultano essere assolutamente sproporzionati rispetto all'esborso sostenuto dalla Metalpha per acquisire l'impianto (17 miliardi e mezzo), e rischiano di compromettere la riuscita dell'investimento effettuato dalla societa', con grave danno per l'attivita' produttiva; le operazioni di bonifica, considerata la pericolosita' e la quantita' del materiale da trasferire in speciali discariche, determineranno, inoltre, gravi ritardi nell'attuazione del piano industriale di ristrutturazione e di investimento approntato dalla Metalpha; all'atto della stipula del contratto sono state fornite dal cedente (Gencord) precise garanzie di assenza di materiali tossici di qualsivoglia natura; negli ultimi cinque anni, una decina di dipendenti dell'ex Gencord sono deceduti a seguito di affezioni tumorali -: se non ritengano opportuno verificare la fondatezza delle informazioni fornite dalla Metalpha e l'attendibilita' delle analisi effettuate, facendo cosi' chiarezza sulla natura dei fanghi rinvenuti nello stabilimento di Assemini; se non ritengano opportuno, qualora si trattasse effettivamente di materiale altamente nocivo, indagare al fine di individuare i responsabili dell'occultamento del materiale tossico, e stabilire in tal modo a chi addebitare i costi per la bonifica dell'area e le responsabilita' derivanti dalla citata legge Merli; se non ritengano opportuno indagare sul possibile legame esistente tra la presenza dei fanghi nocivi e i decessi dei dipendenti ex Gencord, e qualora si ravvisassero correlazioni, quali iniziative intendano assumere per tutelarela salute dei lavoratori; se non ritengano inoltre opportuno verificare la consistenza del periodo durante il quale e' stato occultato il materiale, al fine di stimare l'entita' delle conseguenze ambientali determinate dal prolungato del medesimo con l'ambiente; se non ritenga opportuno verificare il grado di inquinamento delle falde freatiche presenti nel sottosuolo, e se siano state compromesse dalla presenza dei residui di lavorazione; quali provvedimenti intendano assumere per tutelare la salute degli abitanti dei comuni limitrofi, che attingono risorse idriche dalle falde freatiche del sottosuolo. (4-06347)
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MASSIDDA PIERGIORGIO (FORZA ITALIA) 

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