INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06028 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100204

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06028 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI giovedi' 4 febbraio 2010, seduta n.278 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riporta il quotidiano Terra del 26 gennaio 2010, il polo della logistica di Passo Corese (Rieti), previsto su circa 200 ettari di colline nella valle del Tevere, si appresta a coprire di cemento e capannoni un'area incontaminata a nord di Passo Corese; il polo stesso continua a dividere la Sabina su diversi fronti: innanzitutto, su quello del devastante impatto ambientale; in secondo luogo, su quello sociale della vivibilita' per gli abitanti dell'intera area; ancora, su quello incerto e preoccupante del dissesto idrogeologico; infine, ma non meno rilevante, su quello del patrimonio archeologico che ne rimarrebbe insidiato; sul territorio considerato e nell'area circostante sono stati rinvenuti nel tempo centinaia di siti archeologici, distribuiti in dieci periodi storici, gia' ben documentati dagli esiti di due indagini: la prima a cura della professoressa Maria Pia Muzzioli (pubblicata nel 1980 da Olschki, collana Forma Italiae), la seconda finanziata dalla British Academy ed effettuata nel 2000 da un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dalla dottoressa Helga Di Giuseppe (pubblicata nel 2002 nel n. 70 dei Papers of the British School at Rome) che individuava siti archeologici distribuiti in ben 10 periodi storici (quest'ultima ricognizione ha rilevato un numero cinque volte maggiore di siti archeologici rispetto alla ricognizione precedente); il piano territoriale paesistico regionale della regione Lazio ha indicato con chiarezza nella tavola B20 le presenze archeologiche dell'area, da salvaguardare con una fascia di rispetto di 100 metri, ed ha indicato nella tavola C20 l'area in questione come parte di un'area vocata a parco archeologico e culturale; un documento prodotto al termine di una riunione, avvenuta presso la sede del consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Rieti e tenutasi il 12 gennaio 2010 - riunione alla quale hanno partecipato il presidente della Societa' Parco Industriale della Sabina (la spa per il 97 per cento privata a cui e' stata affidata l'intera operazione immobiliare del polo della logistica), quello della Camera di commercio di Rieti, il direttore di Confindustria Publio Scipioni, il direttore di Federlazio ed alcuni esponenti sindacali - sottolinea come le necessarie indagini archeologiche siano in questo momento eseguite «a tappeto» sull'intero territorio e come cio' abbia comportato un lungo ritardo all'avvio dei lavori, con incremento dei costi e incapacita' di determinare con certezza la data di consegna dei lotti urbanizzati agli imprenditori assegnatari; nello stesso documento i partecipanti all'incontro hanno richiesto alle forze politiche locali e alle realta' territoriali di non estendere ulteriormente i tempi delle indagini, perche' cio' sfavorirebbe i progetti degli imprenditori che hanno ferme ed immediate intenzioni di investire nel mega-progetto; tale documento viene ora prontamente contestato da parte di associazioni e comitati - la risposta al documento e' stata sottoscritta da Legambiente Bassa Sabina, Sabina Futura, Arci Poggio Mirteto, Amici del Museo Ercole Nardi, Associazione Germogli, Post Tribu' e Sabina Radicale - che sollevano alcune criticita' non irrilevanti; infatti, attraverso le foto scattate nell'area, si dimostra come le indagini archeologiche riguardino al momento soltanto un terzo circa della superficie del terreno in questione (a sud ne manca ben piu' della meta') e non quindi la totalita' dell'area, come dichiara il documento; inoltre, le indagini sono state eseguite finora soltanto con lo scotico superficiale, mentre richiederebbero strumenti piu' sofisticati e piu' fasi di intervento, come asserito anche dal consorzio per lo sviluppo industriale stesso nella valutazione impatto ambientale (tavola 13, aspetti archeologici), indagini che oggi si compiono non piu' con lo scotico superficiale ma con l'ausilio di nuove tecnologie piu' veloci, piu' economiche e piu' efficaci, come le prospezioni geofisiche e i voli aerei all'infrarosso; infine, in merito all'obiezione sollevata per l'avere provocato ritardi all'avvio dei lavori, comitati e associazioni chiariscono il ruolo degli attori chiamati in causa: «Sia le organizzazioni che difendono l'ambiente, sia la Soprintendenza si assumono quotidianamente le loro responsabilita'», cercando di «trattare un territorio prezioso come quello Sabino con la cura che merita, nell'interesse di tutti» e lavorando «tutti i giorni, con pochissimi mezzi ed un territorio enorme, nel modo migliore e con i tempi lenti, che tutti conoscono, degli archeologi, per salvaguardare un territorio prezioso» -: di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in ordine a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di avviare un ripensamento dei progetti logistici che minacciano la valle del Tevere, tenendo in considerazione, a tal proposito, tutti gli aspetti sopra indicati e attinenti alle questioni ambientali, sociali e culturali, valutando, ove ne sussistano i presupposti, la possibilita' di inibire o sospendere in via cautelativa il progetto di costruzione del polo della logistica di Passo Corese. (4-06028)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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