INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05899 presentata da MARENCO FRANCESCO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19941206

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_05899_12 an entity of type: aic

Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, dell'ambiente e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: si ritiene insufficiente la risposta scritta (Prot. n. 27.273 del 2 settembre 1994) del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato alla interrogazione dello scrivente n. 4-00312, circa i possibili effetti tossico-nocivi delle ceneri di carbone che vengono unite al cemento, come ci viene evidenziato da uno studio specifico dell'ingegner Franco Deana di Genova; l'importanza del problema avrebbe richiesto precisi riferimenti a studi e rilievi che escludessero lo sviluppo di radon a seguito dell'impiego delle ceneri di carbone nel materiale di costruzione dell'abitazione (cemento); nella risposta in questione, in sostanza, si afferma che il relativo rischio radiologico non deve preoccupare perche' e' solo uno dei tanti esistenti in natura o connessi con le "attivita' comunemente svolte", tra cui gli esami radiografici; a parte l'ovvia considerazione che bisogna comunque scongiurare rischi evitabili, si evidenziano i seguenti argomenti tecnici: 1) secondo Rosario Badiello dell'Universita' di Bologna (in "Ambiente e Sicurezza del Lavoro", n. 11/12 1991), il radon sviluppato naturalmente provocherebbe in Italia 9.100 tumori polmonari all'anno, perche' "quando il radon viene respirato (...) i prodotti del decadimento (...) tendono a depositarsi su (...) bronchi e trachee: le particelle alfa del radon inspirato e dai suoi prodotti di decadimento producono un danno alle cellule epiteliali di questi organi", e ancora "si valuta che il contributo del radon e dei suoi prodotti di decadimento costituisca all'incirca la meta' dell'esposizione cui siamo mediamente sottoposti per via delle radiazioni naturali" perche' "all'interno di un edificio gli spazi chiusi tendono a concentrare il radon fuoriuscito (dal materiale di costruzione e dal sottosuolo) che si accumula raggiungendo livelli medi piu' elevati"; 2) sul n. 9 del 1994 di "Eco - la nuova ecologia", Fabio Turone scrive che "secondo l'EPA il radon ucciderebbe di cancro ai polmoni 15.000 americani ogni anno (...). In Italia il 7 per cento delle abitazioni e' a rischio", cioe' "milioni di italiani dovrebbero essere avvisati (della situazione di pericolo) e lo sarebbero se vivessero in un altro paese", anche perche', secondo il "New England Journal of Medicina", all'aumentare della concentrazione di radon, cresce parallelamente anche il numero di tumori; 3) G. Queirazza, in un articolo pubblicato sul n. 1 del 1990 di "Energia Nucleare" dell'ENEA, su "Esposizione da radioattivita' naturale normale e tecnologicamente modificata", ha scritto che i "calcestruzzi in cui le ceneri (circa il 20 per cento) sostituiscono parzialmente il cemento Portland (...) possono costituire una fonte addizionale di esposizione per gli abitanti degli (...) edifici"; tuttavia l'ente americano UNSCEAR ha considerato nullo il contributo proveniente dall'emanazione del radon dovuto all'aggiunta di ceneri ai materiali da costruzione; 4) l'articolo "Radion exhalation rate in building materials and fly ashes in Italy", pubblicato su n. 5690 di "CISE", afferma che in due casi su sei l'impiego delle ceneri volanti provoca un'apprezzabile incremento del livello di emissione di radon; 5) a sua volta, l'ENEL su "Revisione - Maggio" del 1987, nell'articolo "Smaltimento di ceneri provenienti dalla combustione di carboni", nelle caldaie di CTE, ha rilevato che le concentrazioni di radio-226 e del piombo-212 sono risultate "mediamente superiori di un ordine di grandezza", rispetto al campione di terra naturale preso a confronto; e' quindi evidente che un qualsiasi aumento dell'emanazione di radon, che la risposta all'interrogazione non esclude, provoca un aumento dei tumori polmonari; ad aggravare l'incidenza si fa presente che mentre lo sviluppo del radon dal sottosuolo normalmente e' limitato ai piani terreni delle abitazioni non isolate dal sottosuolo, quello sviluppato dal materiale da costruzione interessa le abitazioni di tutti i piani; questo problema diventa tanto piu' rilevante quanto piu' e' elevato il livello naturale di radioattivita' dei materiali impiegati nella costruzione nelle localita' piu' soggette, come la Campania, il Lazio e l'Umbria; in considerazione di quanto sopra richiamato in un articolo sul n. 7 del 1981 di "Scienza e Vita", Piero Pazzano ha scritto che occorre "una certa prudenza nello spingere l'impiego delle ceneri come materiale da costruzione" e il Prof. Mario Silvestri del Politecnico di Milano ha precisato che "l'eventuale impiego industriale (delle ceneri di carbone) e' limitato dalla presenza della radioattivita', che risulta concentrata parecchie volte rispetto a quella del carbone da cui hanno avuto origine. In certi casi ad esempio non e' possibile farne uso come materiale da costruzione nelle abitazioni mentre e' possibile usarli per pavimentazioni stradali"; il Prof. ingegner Enrico Lorenzini dell'Universita' di Bologna, membro nazionale del CNR, ribadisce che vendere le ceneri "ai produttori dei materiali da costruzione risponderebbe ai canoni di una corretta gestione" dell'ENEL "ma non rispetterebbe la salute dei cittadini", perche' l'inalazione di "radon contenuto nelle ceneri di carbone se usate come sostituto della sabbia al 20 per cento in peso per costruzioni in cemento ad uso abitativo" provocherebbe l'esposizione ad una dose annua massima individuale (ai polmoni) di 64 rem, mentre "a causa di Chernobyl, in Italia un individuo particolarmente esposto puo' aver preso una dose massima" pari a 0,1 rem/anno, cioe' 640 volte in meno (da "L'Ingegnere Italiano", n. 186/1987); per questi motivi il Programma Energetico Nazionale approvato dal CIPE il 24 febbraio 1978, aveva stabilito che, ove possibile, le ceneri venissero in genere utilizzate nelle opere marittime e nella pavimentazione stradale, visto che in Italia non e' possibile reimmetterle - come succede in Belgio, Germania ed Inghilterra, dove le ceneri del carbone combusto vengono depositate nelle miniere esaurite, segno del fatto che siano ritenute sostanze tossico-nocive - nelle miniere esaurite; per quanto riguarda il livello di radioattivita' della carne e del latte si rileva che, anche se fosse piu' elevato, esso avrebbe conseguenze non comparabili con quello delle ceneri, in quanto l'ingestione dell'organismo ha un effetto 1000 volte inferiore all'inalazione del radon, come risulta dalla seguente tabella riportata nell'articolo sopracitato di G. Queirazza, per cui anche se la carne ed il latte hanno un elevato livello di radioattivita' il loro consumo risulta poco dannoso, mentre anche modeste inalazioni di radon provocano gravi conseguenze nell'organismo; <pc;35><lead;35> <pc;2> la tabella conferma "la maggior rilevanza ai fini dosimetrici dell'inalazione del radon rispetto alla sua ingestione, dovuta ad una assunzione e ad un fattore dosimetrico minori associati a quest'ultima via di esposizione" -: se l'approvazione da parte del Ministro dell'ambiente del decreto ministeriale 5 settembre 1994, pubblicato sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 212 del 10 settembbre 1994, decreto che consente il libero uso delle ceneri volanti e pesanti nel calcestruzzo, sia compatibile con la Raccomandazione 90/143 del 21 febbraio 1990 dell'EURATOM sulla tutela della popolazione contro l'esposizione al radon in ambienti chiusi (Gazzetta Ufficiale della Comunita' europea L80, 1990); perche' altri paesi europei tecnicamente avanzati spendono per reimmettere le ceneri nelle miniere esaurite, invece di utilizzarle come materie prime secondarie, e cioe' come prodotto industrialmente utile, come accade in Italia, e se cio', sia dovuto ad una superiorita' tecnica italiana ovvero ad una possibile sottovalutazione dei rischi connessi; perche' la cessione delle ceneri di carbone da parte dell'ENEL alla Calcestruzzi Spa di Ravenna del Gruppo FERRUZZI/GARDINI era stata sospesa nel 1991-1992, come risulta, fra l'altro, dalla Deliberazione n. 124 del 29 novembre 1992, del Consiglio regionale della Liguria (Bollettino Ufficiale della regione Liguria n. 19 del 12 maggio 1993), provocando problemi per il reperimento delle discariche; a tal fine si fa presente che non e' affatto rilevante il rinvio da parte del Ministero dell'ambiente del decreto ministeriale del 26 gennaio 1990, analogo a quello del 5 settembre 1994; infatti l'ENEL gia' da anni cedeva le proprie ceneri alla Calcestruzzi Spa che le impiegava, come e' ovvio, in edilizia, come documentato nell'articolo pubblicato sul n. 2 del 1990 di "Unificazione e Certificazione"; perche' se le ceneri di carbone non sono dannose l'ENEL le cedeva alla Calcestruzzi Spa, pagando, parrebbe un costo di smaltimento; se sia vero che la Magistratura abbia quantificato in 100 miliardi di lire il guadagno dell'operazione a favore della Calcestruzzi Spa ed a danno quindi dell'ENEL e dell'erario pubblico, come risulta dagli articoli pubblicati su "Il Secolo XIX" del 20 e 21 gennaio 1994; tenendo conto dei suddetti interessi si chiede al Ministro dell'industria del commercio e dell'artigianato se non voglia meglio verificare le fonti da cui sono state attinte le informazioni per predisporre la risposta n. 27.273 del 2 settembre 1994, e piu' precisamente per verificare se non vi sia stato da parte di qualcuna di queste fonti la volonta' di dissimulare gli interessi di cui sopra e possibili errori nelle decisioni a suo tempo o attualmente assunte. (4-05899)
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