INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05725 presentata da PITTELLA GIOVANNI SAVERIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19961128

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Ai Ministri dei lavori pubblici e della protezione civile. - Per sapere - premesso che: nella notte fra il 22 e il 23 novembre 1996, nel corso di un violento temporale, si e' verificata in Lauria (PZ) una frana da crollo di roccia lapidea calcarea valutata nell'ordine di alcuni metri cubi che, staccatasi da un pinnacolo della cresta che sovrasta il rione San Giacomo, con un salto di circa 100 metri, ha raggiunto il sottostante bacino di raccolta, delimitato dal muro paramassi fatto erigere a suo tempo dal genio civile di Potenza. Grossi frammenti di roccia hanno superato il ciglio della barriera di calcestruzzo e con brevi parabole hanno raggiunto l'adiacente strada di servizio a quota 416 metri, danneggiando due autovetture di cui una gravemente; un altro consistente frammento ha colpito un'abitazione lungo la rampa Cairoli, sfondandone il tetto e il sottostante solaio in laterizio. Si lamentano altri danni a cose, animali e strutture mobili, ma fortunatamente nessuna persona e' rimasta coinvolta; l'evento si e' verificato sul versante sud-occidentale della Serra S. Elia, laddove questa si rastrema e si abbassa per la faglio nello sperone dell'Assunta che, di fatto, divide il borgo superiore da quello inferiore; il luogo e' conosciuto come costone dell'Armo che, con la sua forma arcuata e le ripide pareti, che in alcuni punti raggiungono e superano la verticale, sembra corrispondere ad una nicchia di distacco di paleonfra. Il costone si presenta arborato con prevalenti essenze di cerro; il complesso roccioso che conforma la struttura dell'Armo e' costituito da roccia calcarea e calcareo-dolomita di colore grigio e grigio scuro, di eta' mesozoica, con sottili intercalazioni di marne giallastre, soprattutto nella parte bassa dell'affioramento. Pur intravvedendosi l'originaria stratificazione, la formazione si presenta cosi intensamente fratturata da rappresentare in pratica una cataclasite. Questa condizione rende di fatto poco stabile e poco coerente la roccia e ne favorisce i processi di sgretolamento, di distacco e di erosione; l'area interessata dal fenomeno e' stata oggetto di bonifica in tempi diversi tanto sul costone (parzialmente), quanto alla base del versante, con l'erezione di muri paramassi in calcestruzzo che, in quel tratto, si snodano per circa 190 metri. Il muro-tipo ha un'altezza utile di 4 metri, che sul lato interno si riduce alla meta' a causa dell'accumulo di materiale detritico. In corrispondenza dell'ultima barriera in calcestruzzo, sul lato meridionale che corre per 50 metri in direzione nord-sud, sono stati rinvenuti alcuni blocchi di roccia calcarea mobilizzati dalla frana di cui si parla, che hanno terminato la loro corsa a ridosso del muro; uno di questi e' di grosse dimensioni; l'evento si e' verificato nel settore meridionale del costone dell'Armo che insiste sul bacino di raccolta a monte del rione S. Giacomo. il corpo di frana si e' distaccato in prossimita' della cresta del versante per improvvisa caduta di attrito, favorita dalle ultime abbondanti piogge, lungo preesistenti superfici di frattura che di fatto avevano gia' isolato il volume di roccia dal resto della parete calcarea; altri blocchi si trovano nella condizione di imminente collasso. Il movimento e' avvenuto parte per rotolio, parte per salto, lungo un canale di deiezione; la presenza di folta vegetazione ne ha in parte frenato la velocita' di caduta; il materiale di frana si e' arrestato quasi per intero nel bacino di raccolta, impattando, dopo alcuni salti, sul materasso detritico del calpestio, reso soffice dalla pioggia, e fermandosi contro il muro paramassi che ne ha retto l'urto; frammenti consistenti, la cui formazione e' stata favorita sotto impatto dallo stato fessurativo interno latente, hanno scavalcato il ciglio della protezione scaricandosi sul sottostante agglomerato urbano; la presenza di una barriera paramassi con rete metallica elastica elevata al di sopra del muro di calcestruzzo ne avrebbe con ogni probabilita' fermato la corsa; le cause che hanno innescato il fenomeno sono quelle gia' da tempo note. La roccia calcarea che conforma la Serra S. Elia e con essa il costone dell'Armo si presenta, soprattutto sul suo versante sud-occidentale, intensamente tettonizzata e fratturata. Ne risulta uno stato di aggregazione piuttosto basso fra i singoli elementi dell'ammasso roccioso i quali, peraltro, hanno dimensioni variabili; la presenza di famiglie di fratture a successione piu' o meno spaziata, con diversa orientazione, e di microfratture latenti possono isolare dalla parete rocciosa tanto detriti di piccole dimensioni, quanto grossi ammassi: il risultato e' una produzione di clasti che, a causa dell'elevata inclinazione del versante, si distribuiscono piuttosto disordinatamente nel piazzale di raccolta; elementi lapidei delle piu' svariate dimensioni sono stati osservati in tutto il bacino, cosi' come anche gli effetti della loro ricaduta: strutture da impatto sono presenti lungo il piano di calpestio, al piede del versante, e anche sulle opere edificate di recente come il muro paramassi e le scale di servizio che salgono al santuario dell'Assunta; lo stato di elevata fessurazione favorisce l'azione di degrado idrometeofisico e questo provoca l'allargamento tanto dei giunti di stratificazione, quanto delle fessure e delle microfratture. L'azione e' particolarmente sentita durante le repentine variazioni di temperatura che si verificano all'inizio delle stagioni estreme, ma e' anche favorita dal lavorio delle acque di dilavamento e di infiltrazione che, oltre che erodere per dissoluzione, asportano il materiale piu' fine di alterazione, lubrificando le superfici di separazione e facendo cadere la resistenza di attrito fra i singoli elementi; anche la folta vegetazione gioca un ruolo importante con l'azione bioclastica esercitata dall'avanzamento e dall'ingrossamento degli apparati radicali. La presenza di consistente popolazione arborea in un microhabitat cosi' difficile e' probabilmente ricollegabile alla disponibilita' di acqua capillare che dal bacino del retrostante fosso Caffaro si trasferisce per infiltrazione sul versante opposto -: se non intendano attivare interventi urgenti di disgaggio dei massi e dei pinnacoli instabili che corredano la parete rocciosa; regolarizzazione dei deflussi idrici; rimodellamento e abbassamento del piano di calpestio del bacino di raccolta; erezione di barriere paramassi in rete metallica al di sopra del muro di calcestruzzo; rimodellamento e risanamento ambientale del costone dell'Armo, soprattutto nella parte sommitale e di cresta; ed inoltre interventi di risanamento ambientale, atteso che il territorio del comune di Lauria soffre da sempre di problemi di instabilita' morfologica e questa condizione rende alquanto difficili e sofferte le condizioni di vita di uno dei piu' grossi centri della Basilicata - punto di riferimento di tutta la regione meridionale, la cui popolazione e' costretta a convivere con la precarieta' vanificando parte del reddito prodotto e perdendo in potenzialita' produttiva. (4-05725)
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