INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05319 presentata da FRAGALA' VINCENZO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 05/02/2003
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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05319 presentata da VINCENZO FRAGALA' mercoledì 5 febbraio 2003 nella seduta n. 259 FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: negli anni novanta Landi Antonino e la di lui figlia Agnese rappresentavano una delle più certe realtà imprenditoriali nell'asfittico clima siciliano: il gruppo Landi spa e la società cooperativa Lex, operanti nello smaltimento dei rifiuti sia in ambito nazionale che internazionale, realtà economiche che risultavano sicuro porto occupazionale; tale realtà imprenditoriale ed economica fu posta nel nulla a seguito di un'indagine scaturita a quanto risulta all'interrogante da uno scritto anonimo pervenuto nel maggio del 1998 presso la questura di Catania, squadra mobile sezione antiracket ove si assumeva che erano stati posti in essere degli illeciti, attraverso la falsa attestazione dell'avvenuto versamento dei contributi previdenziali; l'asserita truffa sarebbe perpetrata attraverso la falsificazione dei timbri apposti sui modelli DM 10 dalle filiali di Roma e Marsala del Credito Italiano; fu inscritta notizia di reato nell'ambito del procedimento rubricato al n. 8620/98 RGNR Procura di Catania e, in data 16 maggio 1998, l'allora sostituito procuratore, dottor Vincenzo Serpotta, richiese al giudice per le indagini preliminari, dottoressa Recupido, l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della signorina Landi Agnese, nella sua qualità di presidente della cooperativa LEX, del vicepresidente Cacciatore Diego e del consigliere Testa Giovanni; l'ordinanza custodiale, eseguita in data 27 maggio 1998, fu accompagnata, specie per la Landi Agnese, da grande eco sulla stampa, giungendosi a parlare dell'arresto di una pericolosa latitante e del rinvenimento di sostanze stupefacenti; ad oggi il procedimento, dopo ben quattro anni, verte ancora nella fase delle indagini preliminari-: se, considerata l'irragionevole durata delle indagini preliminari rispetto a quanto previsto dall'ordinamento, non intenda promuovere un'azione disciplinare nei confronti del magistrato titolare dell'indagine. (4-05319)
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Camera dei Deputati
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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FRAGALA' VINCENZO (ALLEANZA NAZIONALE)