INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05274 presentata da PRODANI ARIS (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 25/06/2014

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05274 presentato da PRODANI Aris testo di Mercoledì 25 giugno 2014, seduta n. 252 PRODANI . – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che: l'11 maggio 2014 il quotidiano Il Piccolo di Trieste ha pubblicato l'articolo «Pullman turistici: »Dalla Slovenia concorrenza sleale«» che evidenzia come le imprese triestine di trasporto di persone siano penalizzate dai bus di Lubiana; secondo quanto riferito dalla Confederazione dell'artigianato e delle piccole imprese (CNA) di Trieste, numerose ditte di trasporto persone slovene che operano in Italia non versano l'IVA per i tratti di strada italiana che percorrono, mentre i pullman italiani che vanno all'estero (in quasi tutta Europa) devono essere muniti di partita Iva e sborsare l'imposta ai Paesi interessati; le aziende italiane, inoltre, quando effettuano il servizio di trasporto persone in ambito comunitario, sono costrette a ricorrere a società straniere per la gestione della fatturazione IVA dei servizi prestati Paesi comunitari, circostanza che aggrava ulteriormente le loro spese; questo fenomeno è noto da tempo nel Triveneto, soprattutto presso gli aeroporti, dove operano automezzi sloveni che, privi di targhetta o adesivo identificativo del servizio pubblico (obbligatori per gli automezzi italiani), offrono il transfer da e per la Slovenia oltre a numerosi servizi navetta come quello dall'aeroporto di Venezia alla stazione ferroviaria di Mestre; l'articolo 1 del decreto legislativo n.18 del 2010 sul recepimento della «Direttiva IVA» (2006/112/CE) relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto ha modificato le disposizioni sull'IVA previste dal decreto del Presidente della Repubblica (decreto del Presidente della Repubblica) 26 ottobre 1972, n.633; nel decreto del Presidente della Repubblica è stato introdotto, tra l'altro, l'articolo 7- quater di disciplina della territorialità dell'IVA riferita a particolari prestazioni di servizi che al comma 1, lettera b) , introduce una deroga al trasporto di passeggeri in base alla quale le prestazioni si considerano effettuate nel territorio di un Paese «in proporzione alla distanza percorsa nel territorio dello Stato»; gli autotrasportatori sloveni che effettuano il servizio di trasporto persone all'interno dell'Italia non rispetterebbero la normativa comunitaria: sembra infatti che evitino di versare all'Italia l'IVA che maturano sul nostro territorio, aumentando così il loro vantaggio sul mercato nei confronti delle controparti italiane, in difficoltà per l'altissimo costo del carburante; secondo Enrico Eva di Confartigianato Trieste, l'IVA è una delle cause della perdita di competitività delle nostre aziende, cui si aggiunge la tassazione sul lavoro molto bassa che porta gli sloveni ad applicare un 20 per cento in meno sul prezzo del trasporto di un bus; «da tempo le imprese e i sindacati denunciano l'abuso della disciplina europea del cabotaggio – sostiene Eva nell'articolo de Il Piccolo – finalizzato a pratiche di concorrenza sleale che stanno fortemente soffocando le imprese virtuose. E per questo hanno chiesto al Governo di attivarsi presso Europea per applicare all'Italia la clausola di salvaguardia, che consente – in presenza di gravi distorsioni di mercato – di sospendere il diritto al cabotaggio terrestre per sei mesi, con possibilità di proroga per altri sei. Le nostre ditte hanno la sede sociale qui in regione, pagano le tasse e lasciano i soldi qui»; questa concorrenza sleale deve essere contrastata da un'azione efficace della Guardia di finanza e delle altre forze dell'ordine, a garanzia di una disposizione comunitaria e nazionale, in modo da accertare sul posto – durante i controlli stradali – se l'autotrasportatore di un Paese dell'Unione europea rispetti la normativa e sia identificato ai fini IVA dall'Agenzia delle entrate; il fenomeno summenzionato non riguarda solo l'Italia, come testimoniato da un articolo pubblicato dal portale Trasporto Europa il 16 giugno 2014, che annuncia la decisione del Governo belga di portare da 55 e 1500 euro la multa nei confronti delle imprese di autotrasporto straniere che effettuano cabotaggio terrestre – in questo caso di merci – e che non presentano i documenti relativi alla spedizione sulla regolarità delle loro attività. Secondo l'articolo, «alcune stime rivelano che in Belgio sarebbero stati persi circa quattromila posti di lavoro tra gli autisti dal 2008 a oggi, a causa del cabotaggio terrestre, svolto spesso dalle filiale dell'Est delle stesse imprese belghe»–: se s'intendano assumere misure urgenti per far fronte a questa situazione lesiva di una disposizione comunitaria e in grado di ridurre considerevolmente il gettito dell'imposta generale sui consumi, avvantaggiando alcune imprese degli Stati membri e costituendo un grave precedente che, con il continuo allargamento dell'Unione europea, potrà coinvolgere altri autotrasportatori comunitari; quale sia l'entrata erariale generata dall'IVA legata al servizio di trasporto persone da parte di società comunitarie che operano nel nostro Paese: se intenda rivolgersi alla Commissione dell'Unione europea per l'adozione della clausola di salvaguardia sul cabotaggio terrestre, sospendendolo per sei mesi in considerazione delle gravi ed evidenti distorsioni di mercato in atto. (4-05274)
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