INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05235 presentata da D'ALEMA MASSIMO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19920918

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Ai Ministri per l'ambiente, della sanita' e dell'agricoltura e foreste. - Per sapere - premesso che: la distilleria di Gallipoli (LE) e' un impianto di distillazione di derivati della lavorazione del vino (vinacce), sito nel pieno centro abitato di Gallipoli a distanza di 10 metri dalle case di civile abitazione e a circa 30 metri dal mare; l'impianto e' di proprieta' della societa' "Distilleria del Salento SpA" di cui e' amministratore unico il signor Antonio Marrone nato a Melito di Napoli il 10 giugno 1932; la suddetta societa' ha rilevato l'impianto nel 1983 dalla Ditta Giacomo Costa fu Andrea SpA; nel 1987 la Distilleria del Salento ha presentato alla provincia di Lecce formale domanda di rinnovo dell'autorizzazione a scaricare a mare le acque reflue provenienti dallo stabilimento, cui e' seguita l'autorizzazione della provincia a scaricare a mare "le acque reflue provenienti dallo stabilimento" (delibera della G.P. n. 747 del 25 marzo 1987) e, dopo un contenzioso dinanzi al TAR di Lecce per sospensione della sopra indicata autorizzazione per inadempienze della distilleria, altra autorizzazione "provvisoria allo scarico in mare delle acque piovane e di quelle provenienti dal concentratore" (delibera del G.P. n. 3378 del 30 novembre 1987); oltre a scaricare a mare, la distilleria produce abbondanti e continue emissioni di fumi nerastri, di fuliggini e odori nauseabondi che, immessi nell'aria tramite 5 ciminiere, di cui 3 di altezza inferiore alle abitazioni circostanti, impregnano l'ambiente per un vasto raggio, provocando danno agli oggetti e disturbi alle persone, ragion per cui gia' il 9 maggio 1987 il sindaco di Gallipoli dispose d'urgenza la chiusura della distilleria, ordinanza immediatamente dopo annullata dal TAR di Lecce senza alcuna condizione a carico della distilleria; la Distilleria, da diversi anni, funziona ininterrottamente per tutto il corso dell'anno, compreso il periodo estivo, compromettendo seriamente la vocazione turistica della cittadina di Gallipoli; la Distilleria del Salento SpA percepisce ed ha sempre percepito contributi CEE per diversi miliardi all'anno malgrado il mancato rispetto delle norme vigenti e delle direttive comunitarie in tema di aziende a rischio, ragion per cui il 27 gennaio 1987 la Lega per l'Ambiente ha presentato alla Commissione per il Regolamento del Parlamento europeo una petizione per la soppressione dei contributi CEE a favore della Distilleria del Salento SpA; e malgrado a suo tempo l'amministratore unico della distilleria signor A. Marrone abbia ricevuto una comunicazione giudiziaria in relazione a truffe alla CEE con il vino al metanolo (notizia riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 29 aprile 1986); a seguito delle continue proteste della popolazione della zona e delle iniziative di denuncia delle associazioni ambientaliste, le istituzioni locali (comune di Gallipoli, USL LE/13, provincia di Lecce e regione Puglia) non sono riuscite, anche per le diverse omissioni e superficialita' di cui via via si sono resi responsabili nel corso degli anni sindaci, presidente ed assessori, ad ottenere, fino ad ora, da parte della distilleria, il pieno rispetto delle leggi di tutela ambientale, che anzi la distilleria e' riuscita mirabilmente a dribblare, attraverso un sapiente ed oneroso ricorso al contenzioso dinanzi alla magistratura amministrativa, dinanzi alla quale l'interesse della distilleria e' sempre prevalso su quello della salute collettiva e dell'ambiente; a seguito dell'acuirsi delle tensioni attorno al problema della distilleria, sotto la pressione delle associazioni ambientalistiche e degli enti locali, il Ministero dell'ambiente il 3 ottobre 1990 decretava l'istituzione di una apposita commissione onde "superare la frammentazione di competenze in materia fra gli enti locali" e "per approfondire gli effetti ambientali della attivita' della distilleria" Commissione che, a tutt'oggi, non risulta abbia prodotto alcun serio provvedimento di accertamento di danno ambientale derivante dalla distilleria; nel corso degli ultimi 10 anni, e comunque a partire dalle autorizzazioni della provincia di Lecce (1987) le indagini di controllo commissionate dalla provincia al LIP della USL LE/1, istituzionalmente preposto per esaminare gli scarichi a mare prodotti dalla distilleria, sono sempre risultate negative dal punto di vista dell'inquinamento fisico-chimico anche contro l'evidenza di un mare antistante continuamente e seriamente compromesso dai suddetti scarichi; di recente la procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Lecce (PM dottoressa Elsa Valeria Mignone) a seguito di ulteriori denunce e proteste per l'inquinamento derivante dalla distilleria, ha aperto un procedimento penale contro Antonio Marrone, amministratore unico e contro Pasquale D'Ippolito, direttore responsabile, per il reato di cui agli articoli 21 e 25 della legge 319/76, nel contesto del quale ha incaricato il dottor Mauro Sanna, chimico del presidio multinazionale di prevenzione di Roma, di procedere ad indagini peritali per l'accertamento della composizione degli scarichi a mare della distilleria del Salento e per verificare le caratteristiche degli impianti di scarico; il risultato delle indagini peritali summenzionate hanno dato esito positivo per inquinamento chimico e per il riscontro di un sistema di scarico all'occorrenza manovrabile onde consentire l'immissione in mare di prodotti di lavorazione inquinanti per i quali la distilleria non possiede l'autorizzazione allo scarico in mare; a seguito del conseguente sequestro preventivo dell'impianto richiesto dalla dottoressa Mignone e disposto dal giudice per le indagini preliminari dottor Nicola D'Amato in data 12 febbraio 1992, la Corte di cassazione, su ricorso della distilleria del Salento, disponeva l'annullamento del sequestro con motivazioni che a tutt'oggi ancora non e' dato di conoscere analiticamente; a seguito di cio', attorno alla distilleria si accentuava ulteriormente il clima di tensione e di mobilitazione della pubblica opinione, che induceva la provincia di Lecce a sospendere temporaneamente l'autorizzazione agli scarichi a mare, malgrado la quale i responsabili della distilleria, incuranti di qualsiasi divieto, disponevano ugualmente lo scarico a mare di materiali maleodoranti e corpuscolati, come peraltro rilevato dalla capitaneria di porto di Gallipoli; in questo clima di grave violazione della legalita' si e' giunti perfino al punto che alcuni cittadini abitanti in prossimita' della distilleria e che si sono distinti nella promozione della protesta civile per il rispetto della legge, hanno ricevuto intimidazioni e minacce di morte attraverso telefonate anonime, nelle quali veniva fatto espresso riferimento alla distilleria e per le quali e' aperta un'inchiesta presso la procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Lecce -: quali iniziative intenda assumere il Governo dinanzi all'arroganza della Distilleria del Salento SpA per garantire intanto la sicurezza dei cittadini, l'ordine pubblico ed il diritto alla protesta civile e per porre finalmente termine a tutti i gravi problemi creati dalla distilleria all'ambiente e alla citta' di Gallipoli, per ristabilire la legalita' ed il diritto in tema di tutela della salute collettiva, nonche' per fugare ogni sospetto circa le amicizie altolocate e le protezioni politiche di altra natura di cui la distilleria del Salento SpA si avvarrebbe per garantirsi l'impunita' ed ingiustificati profitti; cosa si intende fare per accertare le eventuali responsabilita' per la mancata rilevazione di scarichi inquinanti in tutti questi anni, cosi' come dimostrato dalla magistratura e se tali responsabilita' debbono farsi risalire a livello amministrativo, ossia alla provincia di Lecce, titolare del potere di autorizzazione e di controllo e/o ad un livello tecnico, nella fattispecie il settore chimico del LIP della USL LE/1, al quale la provincia si e' limitata a commissionare i controlli periodici e di emergenza; a quanto assommano i contributi CEE alla "Distilleria del Salento SpA" dal 1983 ad oggi e se tali contributi sono stati accompagnati in tutti questi anni da una attivita' ispettiva e di controllo da parte degli organi preposti dello Stato e della Comunita', onde accertare la loro congruita', l'esistenza e la persistenza di tutte le condizioni normative per il legittimo percepimento degli stessi; se la Distilleria del Salento SpA e' attualmente in regola con le norme di riconoscimento per "la distillazione comunitaria" e se lo e' sempre stata dal 1989, anno di decadenza di tutti i riconoscimenti concessi ai distillatori (ex DMAF del 26 ottobre 1989) ad oggi; se, data la vetusta' e la tecnologia superata della distilleria, l'impianto sia da considerarsi in regola con le norme CEE sulla sicurezza degli impianti industriali e ad alto rischio e con i regolamenti di sicurezza posti sotto la vigilanza ed il controllo del Corpo dei vigili del fuoco e se, sotto questo profilo, vi sono responsabilita' per omissioni e a che livello esse debbano essere fatte risalire; se non ritenga, infine, opportuno, nelle more, per le ragioni suddette, disporre la chiusura della Distilleria del Salento SpA ed il trasferimento dei suoi impianti, dopo opportuni e necessari aggiornamenti tecnologici, nella zona industriale di Gallipoli. (4-05235)
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ABATERUSSO ERNESTO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
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