INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05045 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920916

Ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia. - Per conoscere - premesso che: si e' recentemente scoperto che, come ha pubblicato la stampa locale, a Caivano (Na): "Per tre anni la camorra ha gestito la raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune. Appalti per centinaia di milioni affidati ad una ditta fantasma. La delibera dei sospetti e' del settembre 1988, ma non e' escluso che negli anni successivi gli appalti siano stati dati in regime di proroga. Il Tribunale per le misure di prevenzione, dopo anni di indagini dei carabinieri del Gruppo Napoli II (il Nucleo operativo con il Capitano Pasquale Angelosanto) ha emesso un decreto di sequestro a carico della ditta Ico-sud, intestata a prestanome, ma che di fatto sarebbe stata gestita dalla camorra. Con la Ico-sud i carabinieri hanno sequestrato cinque appartamenti, nove autocompattori, quattro auto lussuosissime e due conti bancari. Valore complessivo: oltre cinque miliardi. Dietro il business della raccolta dei rifiuti c'erano i Buonfiglio, irriducibili cutoliani, ritenuti dagli inquirenti i cassieri della NCO e legati al boss Pasquale Scotti, latitante da anni. I Buonfiglio, Domenico, 62 anni, il figlio Antonio, 36 ed un fratello, Carlo, 51 costituiscono nel 1978 la Ico-sud. A capo vi mettono amici e parenti: Pietro Caruso ad esempio, oppure Isabella Fasano, moglie di Antonio Buonfiglio. L'appalto va ad una ditta di San Giorgio a Cremano, la Colucci, alla quale e' consorziata la Ico-sud. Ma stranamente nel corso dell'intera trattativa i rappresentanti di quest'ultima non compaiono mai, nemmeno per una semplice firma o per l'invio delle buste. Fa tutto la Colucci che ha le carte in regola per partecipare ad una gara di appalto. Per duecentoquaranta milioni in sei mesi. Il Consorzio deve ripulire Caivano dai rifiuti, ma le prime anomalie vengono subito alla luce: le due ditte lavorano ognuna per conto proprio. I carabinieri intanto hanno cominciato ad indagare. Scoprono che sono i Buonfiglio a trattare direttamente con i fornitori una volta ricevuto l'appalto acquisendo cosi' la certezza che nella Ico-sud vi siano soltanto dei prestanome. Per scrivere la storia di questa famiglia occorrerebbe un'intera pagina di giornale. Nel 1975 Carlo Buonfiglio resta gravemente ferito in un agguato. Lo stesso camorrista, con il fratello Domenico, tre anni piu' tardi viene arrestato per estorsione. Costringevano ad assumere guardiani nei canrieri dove si stavano impiantando nuove industrie. Nel 1985 e' nuovamente Carlo Buonfiglio ad essere arrestato per estorsione in un'indagine che vede implicato anche Pasquale Scotti. Scrivono i giudici nel decreto di sequestro: "I Buonfiglio davano assistenza ai detenuti, ospitalita' ai latitanti e custodivano armi per i camorristi". L'attivita' di raccolta dei rifiuti continua in regime di amministrazione comtrollata. Entro un anno il Tribunale dovra' decidere per la confisca o la restituzione dei beni a Buonfiglio" -: quali responsabilita' siano state individuate o se comunque si intendano accertare a carico degli amministratori comunali di Caivano che certamente non potevano ignorare la "qualita'" delle imprese appaltatrici e dei loro titolari-fantasma; se i beni di Buonfiglio siano stati restituiti o definitivamente confiscati; se a carico degli amministratori sia stata configurata, tra le altre, anche l'ipotesi del reato di associazione per delinquere. Quanto precede anche in relazione all'atto ispettivo di uguale contenuto, restato privo di riscontro nella decima legislatura, n. 4-25564 del 7 maggio 1991. (4-05045)