INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04172 presentata da DI BATTISTA ALESSANDRO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 24/03/2014

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04172 presentato da DI BATTISTA Alessandro testo di Lunedì 24 marzo 2014, seduta n. 196 DI BATTISTA . — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: da organi di stampa – ed in particolare dalle inchieste de «Il Fatto Quotidiano», l'ultima sulla versione on line con un articolo a firma di Marco Lillo del 19 marzo 2014 – l'interrogante è venuto a conoscenza che Matteo Renzi, il 27 ottobre 2003, un giorno prima dell'annuncio, da parte della Margherita, della sua candidatura a presidente della Provincia di Firenze, è stato assunto come dirigente dalla società di famiglia, la Chil S.r.l.; fino a 10 giorni prima dell'assunzione come dirigente Matteo Renzi era socio, con una quota del 40 per cento, della predetta società e nell'atto di cessione delle quote dichiara di essere libero professionista, poiché, come noto, lavorava, presso la stessa Chil, con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa; a quanto risulta all'interrogante la Chil S.r.l, poi Chil Post S.r.l., è una società fondata dal padre di Matteo Renzi, Tiziano; a seguito di cessione di ramo d'azienda dell'ottobre 2010, invece, Matteo Renzi risulta inquadrato come dirigente in un'altra società creata dalla famiglia Renzi, la Eventi 6 S.r.l.; di conseguenza, a seguito dell'assunzione da dirigente e dopo esser stato messo in aspettativa, da quasi 10 anni i contributi pensionistici di Matteo Renzi ed il TFR sono versati prima dalla provincia e poi dal Comune di Firenze; difatti, a seguito di alcune interrogazioni presentate da consiglieri comunali dell'amministrazione fiorentina, il vice-sindaco di Firenze, Stefania Saccardi, dava riscontro evidenziando che «alla società presso cui risulta dipendente in aspettativa il dottor Renzi sono erogati i contributi previsti all'articolo 86 comma 3 del Testo unico sugli enti locali» e che «se al momento della assegnazione della carica fosse stato occupato con un rapporto di co.co.co., il Dott. Matteo Renzi non avrebbe avuto diritto ai contributi figurativi»; per 7 mesi e mezzo, dunque, fino all'elezione alla provincia nel giugno 2004, la Chil S.r.l. paga i contributi previdenziali ed il TFR di Matteo Renzi, poi gli stessi passano a carico della collettività; la situazione appena enunciata non è poi così dissimile da quella che coinvolge Josefa Idem la quale, dopo le dimissioni presentate il 24 giugno 2013 per il mancato pagamento dell'Imu, è stata indagata per truffa, punito con una pena da 1 a 5 anni e che poi è stata raggiunta da un avviso di conclusioni delle indagini preliminari insieme al marito; secondo il Pubblico Ministero Angela Scorza l'ex ministro Idem avrebbe truffato il Comune di Ravenna facendo leva sulla legge che impone all'ente pubblico (Comune, Provincia o Regione) di versare i contributi al posto del datore di lavoro nel periodo in cui un dipendente viene eletto consigliere o nominato assessore e chiede l'aspettativa: nel caso della Idem si tratta di 8.642 euro versati dal Comune al posto dell'associazione sportiva del marito, che l'aveva assunta poco prima della nomina ad assessore (incarico che ha svolto per 183 giorni lavorativi dal 10 giugno 2006 al 7 maggio 2007); invece, grazie all'assunzione nella Chil e nella Eventi 6, Matteo Renzi, almeno fino al mese scorso è costato al Comune di Firenze ben 3.240,00 euro al mese per i contributi previdenziali; per quanto riguarda le somme accumulate a titolo di trattamento di fine rapporto fino al 2010 – quando l'azienda della Chil Post, con Matteo Renzi in aspettativa, passa alla Eventi 6 – ammontavano a 28.326,00 euro; in seguito la Eventi 6 della famiglia Renzi, dopo il 2010, ha accumulato ulteriori versamenti a titolo di TFR del dirigente in aspettativa Matteo Renzi, per circa 15 mila euro; inoltre, sempre in conseguenza di un'interrogazione di un consigliere del Comune di Firenze, si è scoperto che Matteo Renzi è rientrato al lavoro in azienda per soli tre giorni dal 22 al 24 giugno del 2009, quando ha poi usufruito di tre giorni di ferie; ad oggi quindi, Matteo Renzi può contare su un TFR di circa 40 mila euro e su contributi previdenziali versati dal 2004 dalla Provincia e dal Comune di Firenze e che, pertanto, si tratta di somme ben più ingenti di quelle che interessano il caso Idem–: se non si intenda fornire urgentemente chiarimenti circa la vicenda esposta in premessa e se comunque risultino avviate indagini in merito. (4-04172)
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