INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04090 presentata da VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19941011

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Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso: che, con sentenza emessa in data 20 settembre 1993, in seguito a richiesta di rito abbreviato, il G.I.P. presso il Tribunale di Trani, dottor Antonio Lo Vecchio, condannava l'ex Sindaco del comune di Bisceglie (BA), dottor Conto' Francesco (D.C.) ad anni 1 e mesi 8 di reclusione, nonche' gli ex Assessori La Rossa Pietro (P.S.I.), Sasso Nicola (D.C.) e Di Liddo Carlo (D.C.) ad anni 1 e mesi 5 di reclusione; che la pena di cui sopra subiva una sospensione condizionale; che, avverso la precitata sentenza, il P.M. promuoveva appello, stante la contemporanea assoluzione, "perche' il fatto non costituisce reato", di numerosi consiglieri comunali appartenenti al gruppo della D.C. e del P.S.I; che i predetti Conto' Francesco, La Rossa Pietro, Sasso Nicola e Di Liddo Carlo, tra i piu' suffragati nelle elezioni amministative del 1990, rassegnavano le dimissioni dalla loro carica di consiglieri comunali; che, nel processo de quo, il comune di Bisceglie non si costituiva parte civile, la qual cosa veniva effettuata dai consiglieri del Partito della Rifondazione comunista, gia' autori dell'esposto che aveva attivato la Magistratura; che, in data 8 settembre 1993, la Prefettura di Bari chiedeva telefonicamente al comune di Bisceglie notizie in merito ad una eventuale costituzione di parte civile in altro procedimento penale, riguardante pubblici amministratori della Giunta guidata dal prof. Conto' Francesco; che l'Amministrazione guidata dal Sindaco prof. Patruno Giovanni, attuale capo-gruppo D.C., dopo avere rinviato ripetutamente il punto della costituzione di parte civile, all'ordine del giorno in numerose riunioni della Giunta Municipale, deliberava la stessa, dopo la telefonata prefettizia, nella seduta del 15 settembre 1993, quando ormai il comune di Bisceglie era decaduto dal proporla, per essersi il processo avviato nella fase dibattimentale; che in data 16 dicembre 1993 veniva costituita una nuova Amministrazione, guidata dal Sindaco avvocato Lorusso Biagio, attualmente in carica, con la presenza, al suo interno, di quattro Assessori, che dovranno difendersi in Appello dalla richiesta di riforma in loro danno della sentenza di primo grado del Tribunale di Trani, sopra richiamata: Lamanuzzi Mauro, Lecci Pietro, Agnelli Franco e Di Liddo Franco Arturo (attuale Vice-Sindaco); che, nel dicembre dello scorso anno, il Prefetto di Bari sospendeva dalla carica ben cinque consiglieri comunali: Cozzoli Berardino (D.C.), Di Molfetta Pantaleo (D.C.), Simone Mauro (D.C.), Squiccimarro Salvatore (P.S.I.) e Di Liddo Gabriele (D.C.); che, in seguito alle predette sospensioni prefettizie, altri cinque consiglieri comunali della D.C. rassegnavano le loro dimissioni dalla carica: Boccia Vito (allora capo-gruppo D.C.), Carriera Pantaleo, Storelli Vincenzo, Fata Vittorio e Nigri Livio (gia' Assessori D.C. nella Giunta Patruno); che, successivamente, altre informazioni di garanzia raggiungevano ex Assessori della Giunta Conto', relativamente a compensi di commissioni d'appalto ed alla corresponsione di indennita' non dovute di lavoro straordinario, in favore del locale comandante dei VV.UU De Cillis Domenico, precedentemente arrestato; che, all'inizio del nuovo anno, veniva arrestato il consigliere Simone Mauro, gia' sospeso dalla carica ed ex Assessore ai Contratti e Appalti, per una trattativa privata relativa all'acquisto di un bagnotto della villa comunale, che coinvolgeva anche amministratori della Citta' di Bari; che, successivamente, i cinque consiglieri comunali gia' sospesi venivano fatti decadere dalla carica, con decreto del Ministro dell'Interno; che, in seguito, veniva nuovamente arrestato il gia' decaduto Simone Mauro; che notevole scalpore suscitava nella citta' l'arresto della signora De Candia Maria, meglio nota con l'appellativo de "la signora", nota capo-corrente lattanziana ed eminenza grigia da decenni della locale sezione della Democrazia Cristiana e del subentrato Partito Popolare, madre del consigliere comunale Di Liddo Spiridione (D.C.), vice presidente dell'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese ed indagato a sua volta dalla Magistratura; che la corrente facente capo alla predetta De Candia Maria appoggiava la nascita dell'attuale Amministrazione comunale di Bisceglie, immettendo nella Giunta Municipale l'Assessore Lecci Pietro; che numerosi sono i procedimenti giudiziari tuttora pendenti presso il Tribunale di Trani, laddove figurano indagati ex amministatori e consiglieri comunali, anche attuali; che un diffuso periodico locale ha denunciato, in alcuni suoi articoli recenti, il permanere di interessi particolari in capo all'attuale Sindaco avvocato Lorusso Biagio ed all'attuale vice-sindaco Di Liddo Franco Arturo, entrambi connessi all'edilizia, che spiegherebbero la pervicacia di questi ultimi nel voler rimanere ad ogni costo nei propri incarichi; che la presenza di agenti della Polizia Giudiziaria e' ormai consuetudinaria sul Palazzo di Citta' ed il sequestro di fascicoli costituisce un evento del tutto normale; che l'attuale Consiglio comunale si appalesa privo della necessaria rappresentativita' ed ampiamente discreditato agli occhi della pubblica opinione; che le dimissioni a catena ed i decreti di decadenza hanno letteralmente stravolto il gruppo della D.C.-Partito Popolare, che, oltre ad avere conservato appena otto degli originari ventitre' consiglieri eletti, ha da tempo esaurito i non eletti con cui effettuare le numerose surroghe; che le recenti dimissioni da consiglieri comunali, presentate in data 3 ottobre 1994, da parte di Di Liddo Spiridione e di Lecci Pietro, quest'ultimo anche Assessore, hanno ridotto il massimo consesso cittadino ad appena 37 consiglieri sui 40 originari; che gli attuali amministratori del comune di Bisceglie sono del tutto discreditati nella pubblica opinione, prova ne sia che le recenti elezioni politiche ed europee hanno visto fortemente penalizzati i partiti che reggono la Giunta Municipale (PPI e PRI), ridotti, insieme, a poco piu' del 10 per cento dei consensi degli elettori; che diversi Consigli comunali, in provincia di Bari come in Italia, sono stati sciolti per motivi spesso meno gravi di quelli riscontrabili nella Citta' di Bisceglie; che la fine naturale del mandato, prevista per il mese di maggio del 1995, si appalesa troppo lontana nel tempo ed in grado di approfondire il solco che divide la Giunta Municipale dai cittadini, creando danni enormi al tessuto democratico della Citta' -: se non ritenga ampiamente sussistenti quei gravi motivi di ordine pubblico, di cui all'articolo 39, comma 1, lettera a), della legge 8 agosto 1990 n. 142, tali da indurlo a proporre al Capo dello Stato il Decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Bisceglie, in modo da consentire ai cittadini di scegliersi liberamente un organo di Governo piu' rappresentativo. (4-04090)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04090 presentata da VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19941011 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
NARDINI MARIA CELESTE (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
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VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 

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