INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03974 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090914

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03974 presentata da ERMETE REALACCI lunedi' 14 settembre 2009, seduta n.213 REALACCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: la societa' Marina di Ponza, con sede a Nettuno, ha richiesto (in Gazzetta Ufficiale parte II n. 18 del 14 febbraio 2009) l'uso di concessione demaniale marittima cinquantennale dello «specchio acqueo di Cala dell'Acqua» sull'isola di Ponza per realizzare e gestire un porto turistico per 500 posti barca nell'ambito del progetto per il recupero ambientale dell'area dell'ex cava di bentonite della SAMIP ed ha proposto al comune di Ponza la stipula di una convenzione urbanistica; l'area dell'ex miniera di bentonite, in localita' «La Piana», e' l'ultimo ricordo del passato minerario di Ponza, cominciato negli anni '30 e finito all'esaurirsi della materia prima negli anni '70. L'intera struttura, composta da piu' edifici, e' attualmente in uno stato di degrado dovuto all'abbandono, a cui si somma anche la situazione del campo sportivo coperto andato quasi completamente distrutto. Gia' nel 2002 Legambiente denuncio' la presenza di una «palude di olio» di Cala dell'Acqua, dove una marea di gasolio percolava in mare a causa di una perdita provocata nel tentativo di demolire con della dinamite una struttura della ex miniera; se e' certamente fondamentale l'avvio di lavori per la riqualificazione dell'area, per restituirla nuovamente alla fruizione di ponzesi e turisti, desta preoccupazione il fatto che la ricetta sia quella di costruire nella splendida insenatura di Cala dell'Acqua ben 500 nuovi posti barca. Per di piu' in una zona che le stesse linee guida del «piano della mobilita' della regione Lazio» classificano come «ad elevato rischio» ambientale; si tratta di un progetto di cementificazione ad opera di privati che stride fortemente con le bellezze naturali e ambientali e con il panorama circostante, fatto delle piccole e colorate case della frazione abitata e delle rocce delle coste che descrivono la cala che ospita l'ex miniera, Cala dell'Acqua; la stessa societa' ha chiesto anche la possibilita' di realizzare le «parti turistiche delle opere previste nel nuovo piano regolatore portuale adottato dalla Capitaneria di Porto di Gaeta» per l'attuale porto turistico di Ponza. Anche in questo caso desta preoccupazione il fatto che si pensi di salvaguardare il magnifico scenario del vecchio porto e del suo affaccio che rende nota Ponza in tutto il mondo, con un'ulteriore colata di cemento; nella tappa di Ponza della campagna Goletta Verde 2009 di Legambiente, il 29 luglio 2009, nel dossier «Voler bene a Ponza», fra le varie situazioni di criticita' rilevate sull'isola laziale viene segnalata anche la vicenda del progetto del porto turistico di Cala dell'Acqua e dell'ampliamento del porto turistico di Ponza e delle gravi conseguenze che questi progetti avrebbero per l'ambiente dell'isola; desta anche preoccupazione il fatto che su una delle cale piu' belle dell'isola di Ponza penda il rischio di privatizzazione di fatto e della sottrazione alla pubblica fruizione; va fatto presente, inoltre, che uno studio sulla portualita' turistica realizzato da UCINA, il settore di Confindustria della nautica e cantieristica, e presentato al Satec 2008, l'assemblea annuale dei soci Ucina, dimostra come in Italia non esista un deficit di porti turistici. Solo riqualificando e rendendo fruibili le strutture gia' esistenti, mal utilizzate o sotto utilizzate, si potrebbero rendere disponibili 39.500 nuovi posti barca (sui 140.000 esistenti in Italia), senza versare sulle coste un solo metro cubo di nuovo cemento. Analizzando il dato per macro aree si evidenzia come questa operazione riguarda quasi esclusivamente il centro sud, dove ben 34.600 posti barca potrebbero essere recuperati e fruiti -: se non si intendano verificare le modalita' che hanno portato al rilascio delle citate autorizzazioni e avviare le corrette procedure per tutelare il demanio marittimo e valutare l'impatto ambientale; se intendano attivarsi per mettere in campo un necessario sistema di pianificazione e gestione costiera che individui il punto di equilibrio tra le attivita' economiche, turistiche e residenziali da un lato e l'ambiente e la libera e corretta fruizione dello stesso dall'altro.(4-03974)
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